2022-05-06
Sulla quarta iniezione si va a rilento. Ema: «In autunno il nuovo farmaco»
Mentre Roberto Speranza parla di estensione del secondo booster senza fornire dettagli, Big Pharma aggiorna i suoi prodotti. L’Agenzia europea: «Pronti per settembre gli scudi adattati alle varianti del virus».Mentre le terze e quarte dosi procedono ancora a rilento, non è chiaro cosa succederà a setttembre-ottobre. Lo scorso 2 maggio il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha definito «probabile» un’estensione del secondo booster, oggi riservato ai soggetti immunocompromessi, ma «di che natura e in che termini lo valuteremo con la nostra comunità scientifica». Fin qui l’Ema, medici e truppe di virologi che non possono essere di certo accusati di essere no vax hanno sottolineato come siano allo studio nuovi vaccini in grado di agire su tutte le varianti, quindi le nuove risposte dalla scienza potrebbero portare alla somministrazione di un vaccino diverso. Prima di ipotizzare anche un eventuale richiamo annuale dobbiamo infatti disporre di un prodotto che sia adeguato alla variante circolante predominante (il virus di oggi non è più quello di Wuhan), sullo stile dell’influenza, e la cui copertura duri appunto 12 mesi. Del resto, lo scorso 24 gennaio anche l’ad della Pfizer, Albert Bourla, rispondendo a una domanda durante un’intervista alla tv israeliana N12 aveva dichiarato che «un vaccino annuale per combattere il Covid è preferibile a una serie di booster somministrati ogni quattro o cinque mesi». Ma a che punto sono i cantieri aperti dai colossi farmaceutici sui nuovi vaccini o sull’aggiornamento di quelli attualmente somministrati? Una prima risposta è arrivata ieri proprio dall’Agenzia europea del farmaco, nel briefing periodico con la stampa. C’è una probabilità «abbastanza alta» di vedere approvato entro settembre a livello Ue il primo vaccino anti Covid adattato alle varianti, ha detto il capo della task force sui vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri. «Non è un mistero», ha aggiunto, «che quelli più avanti al momento siano i vaccini mRna. Ema e gli altri regolatori internazionali», ha precisato, «daranno l’approvazione solo a prodotti che dimostrino la loro sicurezza e la loro superiorità rispetto a quelli attualmente in uso nel contrastare Omicron» e le varianti più recenti del virus che causano il Covid. «La nostra priorità è assicurare l’approvazione di vaccini adattati entro settembre al più tardi, in modo da poter cominciare la campagna vaccinale nell’Unione europea in autunno». Quando si parla di vaccini adattati, ha chiarito l’esperto, ci si riferisce all’operazione di rendere quelli attualmente autorizzati più vicini a Omicron e alle altre varianti emergenti. «I vaccini adattati possono anche includere più di un ceppo e gli sviluppatori stanno in questo momento studiando se i vaccini bivalenti offrano vantaggi rispetto ai monovalenti. I risultati dei trial clinici in corso sono attesi nei prossimi due mesi. Questi prodotti potranno essere somministrati a persone non vaccinate o a vaccinati con un ciclo primario o con ciclo primario e booster» e dovranno dimostrare superiorità rispetto a quelli attualmente disponibili in termini di quantità di anticorpi neutralizzanti contro Omicron, ma anche nel mantenimento di un’immunizzazione contro altre varianti. E poi c’è un futuro meno imminente che riguarda lo sviluppo di una più lunga e ampia protezione, sia a prova di varianti sia contro un ampio range di coronavirus accanto a Sars-CoV-2. In aggiunta, alcuni sviluppatori stanno studiando vaccini in grado di prevenire infezione e trasmissione del virus e altri stanno anche lavorando su vaccini combinati contro Covid e influenza stagionale. Difficile, però che questi siano pronti per una valutazione regolatoria da parte dell’Ema prima del prossimo anno. È comunque «troppo presto per considerare la somministrazione di una quarta dose di vaccini anti Covid a mRna nella popolazione generale», ha ribadito rilanciando l’appello alle fasce fragili e in particolare agli anziani: «Le persone di età superiore a 80 anni potrebbero beneficiare di un secondo booster, considerato che sono più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid». Solo il 50% degli europei ha ricevuto la vaccinazione completa e il booster e il 15% degli over 18 non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Al momento, ha detto ancora Cavaleri, «vanno monitorate attentamente le sottovarianti di Omicron che si diffondono in Sudafrica e in altre Regioni per capire se possano portare a un aumento dei casi anche nell’Unione europea». Nel frattempo, l’Ema ha cominciato a esaminare la domanda di autorizzazione di Moderna per estendere l’uso del suo vaccino anti Covid, lo Spikevax, ai bambini d’età compresa tra 6 mesi e 5 anni. Si tratta della prima per questa fascia d’età. Non solo. È iniziata anche la valutazione di una richiesta» di via libera «per una dose booster del vaccino Vaxzevria di Astrazeneca in persone di età superiore ai 18 anni. Quanto al Nuvaxovid», il vaccino proteico anti Covid dell’americana Novavax, «stiamo valutando ora i dati così per dare» eventualmente «una raccomandazione al suo utilizzo nei giovani tra i 12 e i 17 anni», ha spiegato il rappresentante dell’Ema.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)