2022-09-28
Sul tavolo del nuovo governo la grana delle semi nazionalizzazioni Ita e Mps
L’aumento di capitale del Monte, sull’ottovolante in Borsa, può far crescere il peso del Mef. Rischio simile con l’ex compagnia di bandiera. Oggi incontro sulla linea aerea con Certares. Msc può mettersi di traverso.Monte dei Paschi, Ita e rete unica sono i dossier più caldi già pronti sul tavolo del prossimo governo guidato da Giorgia Meloni. Che nel caso dei primi due rischia di trovarsi a dover gestire delle privatizzazioni a metà. Il nodo senese sembra sempre più difficile da sciogliere: dopo l’ennesima seduta di passione con diverse sospensioni al ribasso, il titolo Mps ha ceduto l’1,8% a 29,9 euro all’indomani del raggruppamento azionario scattato lunedì in seguito alla delibera assembleare del 15 settembre che ha dato il via libera anche all’aumento di capitale da 2,5 miliardi. La performance in Borsa negli ultimi sei mesi ha registrato un calo di quasi il 69% e se si guarda il grafico dell’ultimo anno la discesa è stata sempre più ripida. Il titolo, già poco liquido, lunedì non è riuscito a fare prezzo e così ieri, per agevolare gli scambi, Borsa italiana ha inibito l’immissione di ordini sulle azioni Mps senza limiti di prezzo «fino a successivo provvedimento». L’obiettivo è frenare la speculazione in vista di un aumento garantito per 1,6 miliardi dal Mef (ancora azionista con il 64,2%) ma assai diluitivo, visto che oggi l’istituto senese capitalizza poco più di 300 milioni. Meglio quindi «congelare» il Monte che così ha potuto almeno scambiare in una giornata caratterizzata comunque da numerose sospensioni in asta di volatilità. «Confidiamo che l’ad Luigi Lovaglio sia in grado di portare a termine l’operazione», ha affermato ieri Maurizio Leo, consigliere economico di Fratelli d’Italia sottolineando che il banchiere «ha l’esperienza necessaria e può fare bene». Intanto l’operazione è stata oggetto di un nuovo esposto in Consob di Giuseppe Bivona, fra i fondatori di Bluebell partners. Le questioni sollevate di fronte all’Authority sui mercati riguardano proprio le modalità di aumento di capitale, un fatto che la commissione sta approfondendo. Di certo, il raggruppamento è uno degli ultimi passaggi tecnici prima dell’avvio dell’aumento, che dovrebbe partire il 10 ottobre in modo da chiudersi entro fine novembre. L’assemblea di Mps di metà settembre aveva votato anche un ordine del giorno decisivo per la futura governance del Monte: l’eliminazione dei limiti di età per i componenti del cda (75 anni), per il presidente (70 anni) e per l’ad (67 anni). Dettaglio importante perché Lovaglio, classe 1955, al rinnovo degli organi non avrebbe rispettato il limite mentre così potrà rimanere al timone, tra l’altro con la benedizione arrivata ieri da Fratelli d’Italia. Certo, il cavaliere bianco atteso ormai da anni sulla Rocca potrebbe pretendere, in cambio del salvataggio, di affidare la rotta a qualcun altro. A meno che - aggiungono i soliti maligni - il Mef non abbia già avuto garanzie di poter continuare ad avere voce in capitolo sul governo societario con una privatizzazione a metà, stile Ita. Ed eccoci al secondo tema caldo per l’agenda Meloni. Oggi dovrebbe tenersi l’incontro con Certares, ovvero la presentazione della compagnia al potenziale acquirente e al partner commerciale Delta e, forse, alla presenza di un rappresentante di Air France-Klm. Non è esclusa la richiesta di una proroga di altri 30 giorni, visto che la trattativa in esclusiva scadrà il 30 settembre. Il tutto mentre circolano rumor sul possibile ritorno in campo della cordata esclusa, quella composta da Lufthansa e Msc. Per settimane era stata data come favorita, poi però il Mef ha spinto in avanti l’offerta concorrente perché «ritenuta maggiormente rispondente agli obiettivi fissati dal dpcm». Ovvero la possibilità, con il Tesoro azionista di minoranza, di avere una posizione chiave nelle scelte strategiche e poter contare in cda su due consiglieri (su cinque) con ampi poteri di veto, più la possibilità di nominare il presidente e di esprimere il gradimento sull’ad. I tedeschi e la Msc di Gianluigi Aponte sono stati così spiazzati dalla mossa a sorpresa. Ma non avrebbero intenzione di mollare. Anzi, proprio il colosso marittimo in questi giorni ha annunciato la nascita della divisione aerea per il trasporto delle merci che si chiamerà Msc air cargo e decollerà a inizio 2023. Si tratta di una mossa strategica perché la concorrente Cma cgm, oltre a essere entrata nell’azionariato di Air France (con il 9%), ha inaugurato Cma cgm air cargo e Maersk ha creato Maersk air cargo. Bisogna però ricordare anche che dietro l’offerta per Ita c’era chi aveva visto un disegno più grande che riguarda la logistica internazionale. Non tanto per il possibile interesse di Aponte per la parte cargo di Ita il cui hub merci si trova a Fiumicino, quanto perché il gruppo svizzero che fa capo all’armatore italiano a primavera ha comprato la Bollorè Africa logistics, società di Vincent Bolloré, diventando un big della flotta mondiale che trasporta container nonché una gigantesca «diga» in grado di avvolgere il West Africa. Con l’ingresso in Ita, Msc potrebbe integrare il proprio settore delle navi da crociera con il trasporto aereo. Se invece andranno avanti le trattative con Centares e i francesi, ci sarà un competitor assai temibile sul mercato.
Jose Mourinho (Getty Images)