2025-04-09
Stellantis e Continental affondano. E le tariffe Usa non c’entrano nulla
Causa ideologia verde si aggrava il crollo auto nel 2025. I tedeschi vendono un pezzo.Stellantis e Continental. Francia-Italia da un lato e Germania dall’altro. Due storie molto diverse come genesi, ma assimilabili per la crisi che le sta attanagliando e che non c’entra praticamente nulla con i dazi di Trump. Ma è figlia dei lacci e lacciuoli dell’Ue, del Green deal voluto dalle Commissioni Von der Leyen e dalla crisi dell’automotive in generale. Vediamo. Sui numeri in calo della produzioni di Stellantis si rischiano di scrivere articoli piuttosto simili e con una costante da brividi: il costante peggioramento. Si pensava che il 2024 fosse stato un anno nefasto e per certi versi irripetibile e che il 2025 sarebbe stato dall’insegna dell’assestamento. Nessun rimbalzo clamoroso, ma numeri che avrebbero tenuto con leggeri segni meno. È invece il crollo continua. Nei primi tre mesi del 2025 Stellantis ha prodotto in Italia 109.900 veicoli, in calo del 35,5% rispetto al 2024. Lo dice il consueto report trimestrale della Fim-Cisl su produzione e occupazione nei siti italiani del gruppo. «Un risultato», evidenzia il segretario generale Ferdinando Uliano, «in forte peggioramento rispetto all’anno nero del 2024, con dati negativi per tutti gli stabilimenti di auto e veicoli commerciali (ad eccezione di Pomigliano d’Arco)». Vanno male anche quei segmenti di mercato che nel corrispondente periodo del 2024 si salvavano. I veicoli commerciali per esempio. Se la produzione di auto è scesa di un altro 42,5%, quella delle vetture commerciali che 12 mesi fa era in crescita quasi del 30% oggi segna un peggioramento del 24,2%. Cosa succede? Semplice, l’onda lunga della transizione verso l’elettrico non si placa ed evidentemente ci sono delle colpe specifiche su ritardo nei modelli e posizionamento di mercato, visto che Stellantis perde più delle altre cause automobilistiche. Di contro, c’è l’Europa che continua a non fare la sua parte. Ha messo sul piatto circa 3 miliardi di euro e si è limitata dopo un po’ di tira e molla a rinviare le multe per il superamento dei limiti di emissione. Mica le ha cancellate, ha solo procrastinato il salasso di qualche mese. Evidente che non basti a rispondere a una crisi epocale. Insomma, tanti responsabili, ma per adesso, almeno fino a fine marzo del 2025, è difficile attribuire qualche responsabilità ai dazi di Trump. Caso Continental. Ci spostiamo in Germania, dove la crisi dell’auto, visto anche il numero di gruppi e di lavoratori coinvolti, ha i suoi risvolti più drammatici. Da un paio di anni Continental, lo storico colosso degli pneumatici, ha varato un piano di ristrutturazione con l’obiettivo di risparmiare circa 400 milioni all’anno. Piano che prevede un drastico taglio dei posti di lavoro, ma anche delle sedi tedesche. All’uscita già programmata di 7.000 lavoratori si sono aggiunti altri 3.000 esuberi nei ruoli chiave, di Ricerca e Sviluppo. Entro fine 2026, quindi, circa 10.000 posizioni in meno.La novità di giornata, per quanto attesa, è che il consiglio di sorveglianza ha dato il via libera alla vendita della divisione ContiTech entro il 2026. Si tratta della divisione specializzata nella produzione di sistemi di trasporto a nastro e altri componenti tecnici in gomma che conta su poco meno di 35.000 dipendenti. La società è entrata in profonda crisi e dopo i tentativi di metterci una pezza tagliando il personale è arrivata la decisione di arrivare a una cessione. Non solo. Perché l’operazione ripartenza punta anche su una seconda gamba, quella che prevede la quotazione a Francoforte della divisione che produce componenti automobilistici. L’obiettivo è rigenerare un po’ del valore perso in questi anni e arrivare sul listino tedesco per settembre. Sperando che la situazione dei mercati sia più tranquilla.Ma al di là della possibile quotazione è evidente che le crisi di Stellantis e Continental (caro energia, calo delle vendite, transizione green) sono figlie di problemi tutti europei. Ora, il pericolo è che le tariffe di Trump farle deflagrare.
La riunione tra Papa Leone XIV e i membri del Consiglio Ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi dello scorso giugno (Ansa)
Auto dei Carabinieri fuori dalla villetta della famiglia Poggi di Garlasco (Ansa)