2021-12-14
Stato d’emergenza fino al 31 marzo. Lo strappo alle regole sbarca oggi in Cdm
Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)
Il pressing di Pd, M5s e ministero della Salute porta alla proroga. Sullo sfondo c’è la partita attorno ai poteri del generale Francesco Paolo FigliuoloÈ scattata l’offensiva sulla «terza dose» dello stato di emergenza. Ieri pomeriggio l’agenzia Lapresse ha rilanciato un’indiscrezione secondo cui il governo pensa a una proroga di «due o tre mesi» del regime speciale creato per affrontare la pandemia che scade il 31 dicembre ma è comunque allungabile (così è previsto dalla legge varata dal governo Conte bis) fino al 31 gennaio 2022. Qualche ora dopo, ecco altre fonti e altri rumors (raccolti dall’Adnkronos) su una proroga al 31 marzo «per traghettare l’Italia fuori dalla stagione più fredda». La decisione, è stato poi aggiunto dall’Ansa, sarà sul tavolo di un Consiglio dei ministri che potrebbe tenersi oggi con un’accelerazione «decisa da Mario Draghi per dare un chiaro segnale sulle priorità relative alla situazione della pandemia».Ma a scaldare il pubblico dal ring si erano già impegnati ieri mattina due esponenti - per motivi diversi - del «tremendismo» come Walter Ricciardi e Stefano Bonaccini. Entrambi con due interviste. Il primo, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, ha dichiarato alla Stampa che «l’inverno sarà durissimo» e quindi a una domanda sulla necessità di estendere lo stato di emergenza dopo il 31 dicembre ha risposto «dal punto di vista sanitario, assolutamente sì». La sensazione è che il ministro Speranza abbia mandato avanti i «suoi» per riprendersi il potere (poco, purtroppo) che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, gli ha tolto. E che Ricciardi guardi soprattutto a un’altra partita, quella sul futuro della struttura commissariale oggi guidata da Francesco Paolo Figliuolo, che senza proroga decadrebbe. Una soluzione potrebbe essere affidare alla Protezione civile i compiti che attualmente sono del commissario e c’è chi già ipotizza che Figliuolo passi in un percorso di carriera alla guida del Comando operativo di vertice interforze, ovvero di una struttura militare dedicata però ad altro. Un’alternativa sarebbe creare una struttura di missione a Palazzo Chigi emarginando così definitivamente il ministero della Salute dalla gestione della pandemia. Le decisioni del governo sullo stato di emergenza si intrecciano con la partita sul dopo Figliuolo ma soprattutto con il voto per il Colle. E sugli spalti ecco muoversi la politica, tra leader di partito e governatori. L’assist alla proroga è arrivato prima da Bonaccini: lo stato di emergenza garantisce rapidità d’intervento e dunque il governo non lo dovrebbe abbandonare, ha lasciato intendere il presidente dell’Emilia Romagna in un’intervista alla Repubblica. «La pandemia non è finita» e «servono rapidità ed efficacia», ha sottolineato il governatore parlando dei rischi che si correrebbero sospendendo lo stato di emergenza. La Lega è però contraria alla proroga. «La gestione della pandemia non può dipendere da convenienze politiche o di partito», ha replicato il dem Bonaccini. Comunque allineato con il segretario del Pd, Enrico Letta, che nel pomeriggio di ieri è stato assai più esplicito: «Credo sia maturo il momento in cui governo annunci la proroga dello stato di emergenza, la condizione con la quale evitiamo di trovarci oggi come l’Olanda». Gli hanno fatto eco la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi («La proroga consente di avere i tempi di reazione rapidi necessari per mettere in campo le misure di contenimento del virus»), e la parlamentare Paola De Micheli («Lo stato di emergenza è una protezione ancora indispensabile per tutti noi, perché consente al governo tempestività di intervento con strumenti giuridici adeguati», ha scritto su Facebook). Sulla stessa lunghezza d’onda del Pd c’è il capo del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che ieri ha incontrato Draghi a Palazzo Chigi: «Abbiamo parlato anche dello stato di emergenza, ho rappresentato che il Movimento 5 stelle si rimette sempre, come ha sempre fatto, alla valutazione degli esperti e del Cts ma è chiaro che rispetto alla curva epidemiologica e a una variante che appare molto contagiosa ci sembra necessario pervenire a una proroga», ha detto Conte. Dal Carroccio, sempre ieri, il leader Matteo Salvini ha detto di voler aspettare i dati «e di confrontarci con sindaci e governatori. Non do giudizi a priori ma io sono assolutamente fiducioso e ottimista». Mentre il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha evidenziato che «se saremo zona rossa avete voglia a vedere chi sarà contrario. In questi 22 mesi ho imparato che l’ultimo miglio è determinante per la decisione». Quanto a Fratelli d’Italia, il vicepresidente vicario del gruppo al Senato, Isabella Rauti, ha detto che «eventuali proroghe rispondono soltanto all’esigenza del governo di costruirsi un alibi dinanzi agli evidenti fallimenti della sua gestione».Mentre consulenti e politici sono in fermento, resta da capire quale sarà la cornice normativa in cui potrebbe essere inserita l’eventuale proroga. Lo stato di emergenza verrà prorogato con decreto legge, come l’ultima volta, o sarà disposto un nuovo stato di emergenza con delibera del Consiglio dei ministri (come previsto dal codice della Protezione civile del 2018)? Il tema non è di poco conto perché svincolando il regime speciale da precise regole di riferimento, l’emergenza diventerebbe quello che il professor Sabino Cassese ha definito un «attaccapanni» per misure più estese, non solo temporalmente.