2021-07-15
Speranza non ascolta i governatori e preme per imporre lockdown automatici
Il ministro vuole chiusure basate sui contagiati, non sui ricoveri. E alla Camera svicola su tracciamenti, vaccini e lasciapassare.L'opossum della Virginia, quando si trova di fronte a un predatore finge di essere morto. Ecco, ieri durante il question time alla Camera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha adottato la strategia dell'opossum. Fornendo risposte esanimi alle già assai poco mordaci quattro interrogazioni presentate dai deputati di Pd, Leu, Italia viva e Lega. Eppure nel dietro le quinte il ministro è parecchio attivo. Secondo i boatos di Palazzo riportati ieri dalla Stampa, infatti, Speranza sarebbe convinto che presto occorrerà agire, da un lato adottando il green pass alla Emmanuel Macron, sia per contenere i contagi sia per incentivare le vaccinazioni, dall'altro lasciando che le misure restrittive scattino da sé con l'aumentare dei contagi e i conseguenti cambi di colore delle regioni. Che il ministro non intende ritardare, facendoli scattare solo a fronte di un aumento dei ricoveri come chiedono i governatori. Solo gossip? Chissà. Ma il ritorno delle zone rosse è nell'aria da settimane, alimentato dall'allarme del Cts per la variante Delta e dalle solite cassandre sull'impennarsi dei contagi. Quando il vero problema resta sempre quello di gestire lo stallo della campagna vaccinale in estate con le prime dosi ormai ferme al palo e l'immunizzazione dello zoccolo duro di over 50-60 che ancora mancano all'appello. Nonché organizzare il ritorno in sicurezza a scuola a settembre con investimenti tempestivi su strutture, trasporti pubblici e corpo dicente. Sembra sempre più facile limitare, imporre, chiudere in un'eterna emergenza che gestire, organizzare e pianificare. E mentre il ministro vede le regioni di nuovo a colori, i governatori suggeriscono strade alternative. La via francese sul green pass è una scelta che deve essere valutata attentamente e non con superficialità, ha detto ad esempio ieri in un'intervista al Corriere della Sera il presidente del Veneto Luca Zaia chiedendo la «modifica dei parametri che determinano il passaggio da una zona colorata all'altra. Anziché considerare il numero dei contagiati, dobbiamo misurare i ricoverati» perché quello che conta ora è il carico sugli ospedali. Anche il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, invita tutti a «metterci d'accordo sul fatto che il problema sono le ospedalizzazioni, non solo per i malati Covid ma per tutte le persone che non trovano risposte perché gli ospedali sono saturi». A livello nazionale siamo all'1,9% di occupazione delle terapie intensive e al 2% dei ricoveri ordinari. Il Veneto ad esempio, che è una delle Regioni a oggi con l'incidenza più alta, è a 19,5 casi per 100.000 ma il tasso di ricoveri è allo 0,8% nelle terapie intensive e dello 0,7% nei reparti ordinari. Difficile pensare che entro poche settimane si torni a superare le soglie del 20 e del 30%. Lo stesso vale per le Regioni con i valori più elevati: la Sicilia è a 25,4 casi per 100.000 ma al 3,1% di terapie intensive occupate, la Sardegna a 21 per 100.000 ma allo 0,5% di rianimazioni occupate, la Campania è a 20,8 ma al 2,4% di occupazione dei posti letto.Intanto, però, l'estensione del passaporto vaccinale sulla scorta del modello Macron è già oggetto di discussione e valutazione al ministero. Ma al question time, come abbiano detto all'inizio, ha prevalso la strategia dell'opossum. E Speranza non si è esposto ma ha preferito limitarsi a dare qualche numero, evitando di entrare nel merito dei temi sollevati. Tipo: quali sono le iniziative volte a garantire il tracciamento della diffusione delle varianti e l'incremento delle dosi di vaccino da somministrare nel periodo estivo? «Ci sono 112 laboratori, sotto la regia dell'Iss. Il dato definitivo del mese di giugno è al momento quello del 6% dei casi che vengono sequenziati; dobbiamo lavorare per aumentarli ancora. Stessa cosa vale per il tracciamento che dobbiamo tenere a livelli alti». E il green pass? «Questa mattina alle 7 (ieri, ndr) risultavano 28,4 milioni di green card scaricati, un numero molto significativo». Quali sono le iniziative tese a garantire la ripresa in presenza e in sicurezza delle lezioni anche alla luce del rapporto Invalsi sulla Dad? A oggi «siamo all'85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose, siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perché questo numero possa salire». E poi altri numeri che confermerebbero la linea dei alcuni governatori sul cambio di parametri per evitare nuove chiusure: «L'Italia soltanto pochi mesi fa aveva quasi 30.000 persone ricoverate in ospedale e a ieri sera ne ha 1.128; avevamo quasi 3.800 persone in terapie intensiva e oggi ne abbiamo 157 soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione e ai numeri che sono assolutamente significativi». Quanto all'ipotesi di imporre l'obbligo vaccinale per il personale scolastico, il ministro ha nicchiato di nuovo: «È tema delicato di cui, naturalmente, anche il Parlamento dovrà occuparsi» . Risposta perfetta per la strategia dell'opossum.