2019-03-18
L'Uzbekistan, a metà strada tra Mosca e Pechino, affida la sua diplomazia all'hockey
True
La repubblica caucasica sta cercando di promuovere il suo brand attraverso lo sport. Per riuscirci a Tashkent è stato costruito un palazzetto del ghiaccio da 12.500 posti con l'obiettivo di riallacciare i fili con la storia e tornare competitivi nelle discipline invernali, come ai tempi dell'Unione sovietica.Il ruolo dell'ex Stato sovietico nel progetto della nuova Via della seta: un'irripetibile opportunità per sviluppare le proprie infrastrutture e favorire quel processo di inserimento nell'economia globale; ma anche un rischio di dipendenza da Pechino.Le ricchezze della capitale uzbeka: da una parte la città vecchia di epoca persiana che sopravvive nella parte orientale, dall'altra quella ricostruita in pieno stile sovietico sulle macerie lasciate dal forte terremoto del 1966.Lo speciale contiene tre articoli e due fotogallery.Secondo un'antica leggenda persiana Humo è un mitico uccello immortale in eterno volo, simbolo di amore per la libertà, che ogni cento anni brucia per poi risorgere dalle proprie ceneri, un po' come la fenice. Humo è la figura più significativa della cultura dell'Uzbekistan tanto da finire sull'emblema dello Stato e nel nome della struttura che sarà al centro della rinascita dello sport uzbeko. La Humo Arena di Tashkent, inaugurata il 15 marzo, ricorda la creatura mitologica anche nella forma, coi marciapiedi che visti dall'alto sembrano due ali. Il complesso multifunzionale, fortemente voluto dal presidente della Repubblica Shavkat Mirziyoyev, è un vero e proprio gioiello architettonico incastonato all'incrocio tra le vie Afrosiyob e Beshyogoch. Per costruirlo ci sono voluti 13 mesi e un investimento di 175 milioni di euro, in buona parte finanziati dalla compagnia petrolifera uzbeka Uzbekneftegaz e da quella russa Eriell.Potrà ospitare svariate discipline, dall'hockey allo short track, dal pattinaggio artistico al curling grazie a una pista da pattinaggio 30x60 e una secondaria per l'allenamento, passando per il pugilato, il basket, il futsal, la pallavolo, la pallamano, il taekwondo e il kurash, una variante del wrestling di paternità uzbeka. Ma non solo. I 74.000 metri quadrati della Humo Arena sono stati concepiti anche per mostre, concerti e spettacoli teatrali: 12.500 i posti a sedere, con ristoranti, palestre e un parco a tema per bambini a completare il quadro. Un modo per rendere la struttura attiva tutto l'anno e attrarre non solo gli appassionati di sport.Oltre a ricoprire una grande importanza sociale, la Humo Arena apre una nuova pagina nella storia dello sport uzbeko, che dopo lo scioglimento dell'Urss ha vissuto una fase di declino, soprattutto per quanto riguarda le discipline invernali: in particolare l'hockey su ghiaccio, uno degli sport più amati e ritenuti importanti ai tempi dell'Unione sovietica.Era il 1971 quando nasceva il Binokor, il primo club di hockey uzbeko, e Tashkent era la città più a Sud del pianeta dove poter giocare una partita sul ghiaccio. Diciassette anni dopo, nel 1988, la squadra si è dovuta sciogliere ed è riapparsa solo pochi anni fa, nel 2012.Nell'Unione sovietica lo sport era intriso di ideologia, mezzo per dimostrare la superiorità del modello socialista sui rivali capitalisti, ma anche tra le stesse repubbliche dell'Asia centrale c'era una rivalità sportiva piuttosto accesa. Quella tra Uzbekistan e Kazakistan, ad esempio, si accendeva sulla pista da hockey: il primo segretario del Partito comunista uzbeko - nonché il più longevo dell'era sovietica in Uzbekistan - Sharaf Rashidov ordinò la costruzione del palaghiaccio più bello di tutta l'Asia centrale dopo che il Kazakistan aveva ospitato nel gennaio del 1956 il primo campionato competitivo di hockey. L'arena Yubileiny, sorta nelle vicinanze di un campus universitario a Tashkent, fu terminata nel 1970, anno del centenario della nascita di Vladimir Lenin. Divenne la casa del Binokor, la cui spina dorsale era formata inizialmente da giocatori provenienti per lo più da altre repubbliche sovietiche, fino a quando la passione per l'hockey non crebbe al punto da incoraggiare un sistema di allenamento locale e formare giovani atleti uzbeki. Il punto di rottura nella storia dell'hockey su ghiaccio in Uzbekistan è il 31 ottobre 1983, il giorno in cui morì Rashidov e con lui l'interesse dello Stato per questo sport: il Binokor resistette altre cinque stagioni e poi sparì, con la maggior parte dei giocatori costretta ad appendere al chiodo i pattini. Dopo l'indipendenza uzbeka l'arena Yubileiny divenne un'area espositiva, il campo d'allenamento fu adibito a mercato all'ingrosso. Vent'anni dopo, nel 2012, un gruppo di appassionati ha deciso di rispolverare la storia del Binokor e di riaccendere i riflettori sull'hockey in Uzbekistan. Un anno fa è nata la Federazione internazionale di hockey uzbeka e il Binokor ha ricostruito una prima squadra e un settore giovanile. «Avere un campionato interno è un requisito fondamentale per aderire all'Iihf, la Federazione internazionale di hockey su ghiaccio. E avere a disposizione un'infrastruttura adeguata come la Humo Arena è fondamentale» ha detto il direttore tecnico del Binokor, Abdumadjid Nasirov.E ora che la Humo Arena è stata inaugurata, il prossimo passo per completare il processo di ricostruzione dell'hockey, ma anche di tutti gli altri sport invernali, è quello di avvicinare le nuove generazioni al ghiaccio. La difficoltà più grande per il rilancio dell'hockey in Uzbekistan è il costo elevato che ogni famiglia è chiamata a sostenere per far giocare i figli: per un kit completo, dall'uniforme ai pattini, si può spendere fino a 4.185.031 sum, pari a 440 euro. «La Humo Arena rappresenta una svolta per lo sviluppo degli sport invernali in Uzbekistan. Saremo in grado di attrarre i ragazzi al gioco dell'hockey sul ghiaccio ma anche ad altre discipline» ha dichiarato il ministro della Cultura fisica e dello sport Dilmurod Nabiyev durante la presentazione dell'arena. All'interno del palazzetto saranno infatti aperte due scuole: una di hockey per bambini dai cinque ai 17 anni, l'altra di pattinaggio artistico rivolta a bambini dai tre anni in su.Nei progetti futuri del presidente Mirziyoyev c'è la costruzione di nuove arene nelle altre città del Paese, nello specifico a Samarcanda e Bukhara. Questo perché l'Uzbekistan ha intenzione di ospitare nei prossimi anni diverse competizioni internazionali, a partire dai Giochi asiatici del 2030 per i quali è già stata presentata una candidatura ufficiale che si aggiunge a quelle di India, Filippine e Qatar. Inoltre Tashkent organizzerà alcune gare di livello mondiale di Khl, la Continental hockey league.È stato proprio Mirziyoyev a pronunciare il discorso di apertura della cerimonia di inaugurazione della Humo Arena. Il capo dello Stato ha osservato che «nel processo di continue riforme su larga scala e trasformazioni dinamiche del Paese, un'importanza particolare è attribuita all'educazione della giovane generazione fisicamente sana e armoniosamente sviluppata, alla promozione attiva della cultura fisica e dello sport. Negli ultimi due anni, infatti, il numero di persone impegnate nella cultura fisica e nello sport è raddoppiato, e i nostri atleti hanno vinto oltre un migliaio di medaglie, di cui più di 400 d'oro, nelle varie competizioni internazionali». Il presidente ha poi aggiunto: «Ci impegniamo a garantire che l'Uzbekistan sia adeguatamente rappresentato negli sport invernali. Nella nostra storia ci sono medaglie d'oro conquistate ai Giochi olimpici invernali e ai Campionati del mondo di freestyle, più di 70 medaglie nel pattinaggio artistico ai Giochi asiatici e riteniamo quindi un nostro dovere continuare queste gloriose tradizioni sportive».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)