2020-11-24
Il business dei filati. Nel cuore della moda made in Italy
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Roberta Targa: «Molte aziende hanno superato il momento più difficile e stanno ripartendo. Quello che voglio dire è che possiamo vincere. Con tenacia, passione e umiltà». Spazio alle apache, il pelo di cammello e le angore lavorate. Ma non manca anche l'attenzione alla tecnologia, dove la lana cardata incontra il poliestere elasticizzato e il mohair si mescola con il nylon. Il cashmere, filato di lusso per antonomasia, con Falconeri diventa accessibile grazie a una politica di prezzo democratica . Senza sacrificare la qualità di materie prime e lavorazione made in Italy. Un paio di calzini fatti con filo di carta. Il calzificio DèPio risponde così alla provocazione: «È possibile essere alla moda e in armonia con la natura?» Lo speciale contiene tre articoli e gallery fotografiche.La Manifattura Filati Targa Roberta è una delle eccellenze di questo settore. Questa azienda è specializzata nella lavorazione di lane e filati pregiati come alpaca, mohair, seta e cashmere. Abbiamo parlato con Roberta Targa della situazione in cui versa questa eccellenza made in Italy durante l’emergenza sanitaria.Qual è la situazione attuale nella sua azienda?«In questo momento stiamo lavorando molto. Fortunatamente, nonostante i mesi di lockdown e la seconda ondata che stiamo affrontando in questo periodo, molte aziende sembrano aver superato il momento più difficile e stanno riprendendo a lavorare a pieno regime. Detto questo, ci sono anche molte altre realtà che proprio a causa del Covid si sono fermate, soprattutto gli artigiani».Quale materiale vende di più in questo momento?«Senza dubbio quello dell’aguglieria, ovvero tutti i filati per la maglia ai ferri, l’uncinetto e più in generale per tutte le attività tessili manuali. La nostra azienda lavora esclusivamente con lane e filati pregiati che uniamo per creare prodotti sempre nuovi. Rosalba, il mio braccio destro e mente creativa per la creazione di nuovi prodotti, è sempre al lavoro. Abbiamo il filo di alpaca e mohair, oppure il filo di mohair e seta. In tutto questo non può certo mancare il cashmere, il filato di alta qualità per antonomasia».Da cosa dipende il successo dell’aguglieria secondo lei?«In luoghi dove fa molto freddo e diventa buio presto, i ragazzi giovani hanno riscoperto questo passatempo. Sono sempre più numerosi quelli che si dedicano a fare la maglia. Ma anche la moda ha avuto un ruolo importante. In una delle loro interviste Dolce e Gabbana hanno parlato di uncinetto, gomitoli e dell’arte di fare a maglia. L’idea di avere qualcosa di esclusivo, che sia pregiato e allo stesso tempo unico, sta davvero spopolando».La vostra azienda opera anche all’estero. Quali sono i paesi più importanti per l’export?«Sicuramente Inghilterra e Cina. Abbiamo avuto dei ritardi con l’export ma sono più imputabili alla nostra situazione attuale piuttosto che alle aziende con cui lavoriamo».Quale messaggio vorrebbe lanciare ai suoi colleghi in questo momento?«Voglio dire che si può vincere, ma per farlo bisogna avere tenacia, umiltà, passione e la voglia di fare bene. Il made in Italy resta qualcosa di unico cui fare tesoro, ma allo stesso tempo bisogna tenere gli occhi aperti sul mondo. Non bisogna fossilizzarsi su un prodotto ma si deve essere sempre disposti a migliorare e scoprire cose nuove. Per ultima cosa, voglio mandare un messaggio ai giovani. Venite a scoprire questo mondo, imparate questo mestiere così bello».
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