2023-12-20
La sinistra si è arroccata sul Colle per difendere l’ultimo scampolo di potere
Sergio Mattarella (Getty Images)
Da 1992 i presidenti sono sempre stati ostili alla destra: per questo il Pd, allo sbando e incapace di vincere alle urne, è pronto a fare le barricate contro il premierato.Perché a sinistra si agitano tanto sui poteri del presidente della Repubblica, che verrebbero intaccati con la riforma per l’elezione diretta del premier? Perché il capo dello Stato è rimasta l’unica autorità che ancora è nelle loro mani e i compagni, ormai da trent’anni, usano il Colle per arginare ogni governo che non sia il loro. È infatti dai tempi di Francesco Cossiga, ovvero dal 1992, che al Quirinale non c’è qualcuno che non penda dalla loro parte. Dopo il Picconatore, che non esitò a schierarsi contro Achille Occhetto e a definirlo zombie con i baffi (di Luciano Violante disse che era un piccolo Vishinski, di Pietro Folena, a quei tempi coordinatore dei Ds, che avrebbe fatto meglio come indossatore), se non erano di sinistra si può dire che odiavano la destra. Oscar Luigi Scalfaro, per opportunismo o per altro, fu un fiero avversario di Silvio Berlusconi, che gabbò convincendo Umberto Bossi che se avesse ritirato l’appoggio al Cavaliere non avrebbe concesso le elezioni. Carlo Azeglio Ciampi, ex azionista e iscritto alla Cgil, di certo non agevolò il centrodestra, ma anzi ogni volta che se ne presentò l’occasione ne stoppò le iniziative. Di Giorgio Napolitano si sa: sebbene il giorno della sua morte tutti si siano affrettati a elogiarne l’equilibrio, è sempre stato di parte, al punto che durante la legislatura che vide naufragare l’ultimo governo di Berlusconi si diede da fare per convincere Gianfranco Fini a sgambettare il Cavaliere per favorire l’ascesa di Mario Monti.Quanto a Sergio Mattarella, nel 2021 aveva l’occasione per restituire la parola agli italiani, dopo il naufragio del governo Conte-Pd. Invece, prendendo a pretesto l’emergenza Covid (che esisteva in tutto il mondo, ma nessuno nel mondo si è sognato di sospendere le elezioni), nominò Mario Draghi al posto dell’avvocato di Volturara Appula. Così prese due piccioni con una fava: prima evitò che il voto assegnasse la vittoria al centrodestra, cosa che era data per scontata da tutti, e successivamente fece secco l’unico candidato che avrebbe impedito la sua rielezione, ossia l’ex governatore della Bce.Che cosa abbiano prodotto trent’anni di dominio di presidenti provenienti dalla sinistra o a essa in qualche modo legati si è visto. Tutte le volte che ha governato il centrodestra (due lustri, contro i quattro dei compagni), il Quirinale ha provato a mettere i bastoni fra le ruote. Lo si vede anche adesso, nei mesi con Giorgia Meloni alla guida dell’esecutivo. Il presidente del Consiglio dice che bisogna combattere l’immigrazione clandestina? Dal Colle arriva una predica che esalta il contributo degli stranieri. Palazzo Chigi vara una norma che mette fuori legge la carne sintetica? Il Quirinale usa la sua moral suasion per convincerci che mangiare un cibo prodotto in laboratorio è roba da nouvelle cousine che farebbe impallidire anche Paul Bocuse. La premier si rifiuta di sottoscrivere il Mes e tiene bloccata la Ue, minacciando di porre il veto? Il capo dello Stato dice che bisogna riformare i regolamenti europei per impedire che un Paese blocchi le decisioni comunitarie. Insomma, quasi non passa giorno senza che il presidente faccia il controcanto a quello che dicono il capo del governo e la maggioranza.Su un solo argomento Mattarella non ha aperto bocca ed è il premierato, ma per capire come la pensi è sufficiente sentire i suoi portavoce. Da quando la maggioranza ha presentato l’idea di un premier eletto dal popolo, con un vincolo costituzionale che impedisca i governi tecnici decisi dal Colle, tutti gli uomini del presidente si sono dati da fare per affossarla. Quirinalisti, giornalisti e poltronisti hanno sparato giudizi al vetriolo che di certo al capo dello Stato hanno fatto molto piacere. È possibile che si tratti di pareri non richiesti, ma Mattarella non ha neppure bisogno di sollecitare la guardia pretoriana che lo circonda, perché quella, come i cani di Pavlov, agisce per riflesso condizionato. Lo si vede in tv, appena si sfiora l’argomento del ruolo del presidente della Repubblica e di chi sia il vero sovrano di questo Paese (l’ultimo esempio è Tardo Benifei, neuroparlamentare del Pd). Ma se n’è avuto prova anche con il discorso di fine anno di Ignazio La Russa. È bastato che dicesse una cosa ovvia, e cioè che esiste una Costituzione scritta e una materiale, e che in quest’ultima le funzioni del capo dello Stato sono esondate, aggiungendo che sarebbe auspicabile che rientrassero nell’alveo tracciato dai padri costituenti, e subito si sono mobilitati i corazzieri della sinistra. Dire che tocca agli italiani scegliere da chi farsi governare e non a un signore eletto dai partiti, è per i compagni inconcepibile. Significa togliere loro l’ultimo potere di cui ancora godono. Ho scritto più volte che Mattarella è ormai il vero capo dell’opposizione, perché certo né Elly Schlein né Giuseppe Conte lo sono. Se c’era bisogno di una conferma, i fatti degli ultimi giorni ce ne hanno dato prova.
Crollano le forniture di rame, mercato in deficit. Trump annuncia: l’India non comprerà più petrolio russo. Bruxelles mette i dazi sull’acciaio, Bruegel frena. Cina e India litigano per l’acqua del Tibet.
Elly Schlein (Imagoeconomica)