2021-01-10
Sieri, imitiamo Angela la previdente
È chiaro che la Merkel non si fida delle regole dell'Ue per la distribuzione degli antidoti. Compriamo anche noi dosi aggiuntive sul libero mercato: è l'unico modo per salvarci.Se Angela Merkel, il capo degli europeisti convinti, la paladina dell'Europa, la capa indiscussa dell'Unione europea, quella che detta la linea da anni, accusando questo e quello di populismo antieuropeista se solo mette in discussione la linea che lei stessa e il suo Paese dettano, ebbene se questa signora al di fuori del patto europeo di centralizzazione degli acquisti del vaccino (55,8 milioni di dosi), ne ha ordinati 30 milioni sul mercato libero da una ditta tedesca, la BioNTech di Magonza, e se sta stringendo un accordo con Putin sempre in tema di vaccini (anche in questo caso fuori dal patto europeo), cosa vorrà mai dire? Semplice, la signora Merkel, che conosce e indirizza l'operato dell'Unione non si fida che i vaccini tramite la stessa Europa arriveranno in tempo e tenendo soprattutto, diremmo prima di tutto, e legittimamente, alle sorti del suo Paese, ha deciso di procedere all'acquisto di altre dosi sul mercato libero, al di fuori del patto europeo, perché conoscendo bene l'Europa che comanda non si fida che con il patto europea si vada troppo lontano. Se lo ha fatto la Germania della Merkel non potremmo pensare di cominciare a farlo anche noi? O abbiamo paura che mamma Europa ci bacchetti in quanto siamo avvezzi a subirne le decisioni da bravi scolaretti dall'indimenticabile coppia Monti-Fornero in poi? Ad oggi noi disponiamo di 919.425 vaccini, praticamente un milione e ne abbiamo somministrati 455.203, il 49,5%. Per vaccinare tutti gli italiani con due dosi a testa ne servono 120 milioni. Ne mancano 119 milioni. Vero è che è stato dato il via al vaccino Moderna, vero è che l'Unione europea ha ordinato da Pfitzer altre 300 milioni di dosi delle quali all'Italia ne spetterà il 13,5%, cioè 40,5 milioni, vero è che entro fine mese dovrebbe essere autorizzato il vaccino Oxford-AstraZeneca, vero che il vaccino italiano ReiThera dovrebbe essere approvato entro l'estate. Vero tutto ma vero anche quello che ha dichiarato il viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, uno che ci capisce più di altri a quel ministero, ministro compreso e consulenti vari al seguito, e cioè che di questo passo entro l'estate avremo vaccinato il 20% della popolazione, 12 milioni di italiani su 60. Immaginiamo che prima di parlare e dire una cosa così pesante abbia considerato tutto l'esistente e tutte le impossibilità reali al di là degli annunciati roboanti piani vaccinali. Ora, le cose stanno grossomodo così. I ristori e gli aiuti del governo italiano sono irrisori e in molti casi nulli. All'inizio furono totalmente dimenticate certe categorie, come ad esempio le partite Iva, poi furono considerati i codici Ateco e anche lì non andò meglio, poi si sono abborracciate inclusioni varie ma comunque sempre di noccioline si tratta. I soldi dell'Europa, se arriveranno, non lo faranno prima di metà anno. Quindi la speranza vera, a questo punto, sta nel vaccino e nella sua somministrazione più alla svelta possibile per tornare alla vita normale e far ripartire l'economia di questo paese. Aspetteremo anche in questo caso come per i bandi per le terapie intensive, i trasporti per le scuole, i bandi per i vaccinatori? O questa volta agiremo d'anticipo? Non si tratta di mettere in discussione l'Europa, si tratta di guardare agli interessi sacrosanti del proprio Paese e dei suoi cittadini. Il discorso è dunque molto meno retorico e molto più concreto. Col vaccino somministrato presto ne usciamo, senza no. Tutte le strade che ci portano all'obiettivo vanno quindi percorse a passo di bersaglieri, anche senza la tromba. Col motto del 5° Reggimento Nulla via impervia, Nessun percorso è inaccessibile. Basta volerlo, aggiungiamo noi.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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