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Siccità, quanti buchi nell'acqua. Tubi colabrodo e veti ecologisti: i nostri errori

Siccità, quanti buchi nell'acqua. Tubi colabrodo e veti ecologisti: i nostri errori
iStock
  • Non è solo responsabilità dei cambiamenti climatici se la grande sete ci flagella. Metà delle risorse idriche non arriva a destinazione, i serbatoi perdono, tante dighe sono incompiute, solo l’11% delle piogge è recuperato. Un quarto degli acquedotti ha oltre 50 anni. Dal 1860 si parla di sfruttare il fiume Enza: i lavori partirono nel 1988 ma gli animalisti fermarono tutto. Preferiscono tutelare le nutrie.
  • «I soldi del Pnrr? Sono insufficienti. E preparatevi: le tariffe aumentano». Il direttore di Utilitalia Giordano Colarullo: «Decenni di scarsi investimenti perché ritenuti secondari. Ora arrivano 3,5 miliardi ma ne servono 11».
  • «Invasi pieni, ma si irriga con il contagocce». Il presidente dei coltivatori di Catania Andrea Passanisi: ortaggi a rischio per mancata manutenzione.
  • «Non escludo che qualcuno lucri sulle condutture che perdono». Il direttore Anbi Massimo Gargano: «La capacità dei bacini è ridotta perché nessuno pulisce i fondali».

Lo speciale comprende quattro articoli.

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La moda dei cuscini berlinesi

Appaiono sempre più spesso sul manto stradale, creano dossi artificiali che costringono a rallentare. Ma non sempre è così, talvolta possono risultare persino pericolosi.

Con molta probabilità anche chi legge è già incappato nei nuovi dossi in gomma presenti nelle nostre strade: una macchia scura in mezzo alla strada, un sobbalzo improvviso e, ad andar bene, soltanto uno spavento. Una delle ultime mode in fatto di dispositivi per rallentare il traffico sono i cosiddetti cuscini berlinesi. Si chiamano così perché adottati nella capitale tedesca, ma si tratta di dossi dalla pendenza limitata che, per dimensioni, sono tali da costringere le auto a rallentare. Ma al tempo stesso non sono sufficientemente larghi per costituire un ostacolo per moto, ambulanze e mezzi di soccorso in genere.

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A Napoli per Natale, il nuovo anno a Bari. Il viaggio della Fiamma Olimpica
Giovanni Malagò (Getty Images)

Da Roma a Milano. La torcia olimpica è ancora in viaggio. Sessanta le tappe che si chiuderanno il 5 febbraio. 63 giorni di viaggio, 60 città e 12.000 chilometri da percorrere toccando tutte le 110 province della penisola. Dalle piazze alle montagne, dai borghi alle metropoli, ogni tappa diventa un momento di celebrazione nazionale e di orgoglio condiviso.

Jasmine Paolini, Ambassador di Milano Cortina 2026 ha accompagnato la Fiamma Olimpica dall’antica Grecia all’Italia. L’attuale numero otto del ranking WTA, oro nel doppio a Parigi 2024, il 4 dicembre è stata la prima tedofora e ad Atene, durante la Cerimonia di Consegna, e, insieme al campione Olimpico di ciclismo Filippo Ganna, ha accompagnato la Fiamma fino a Roma. Da lì in poi è iniziato il percorso italiano della torcia più famosa di sempre .

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Il Natale spinge il turismo: festività da oltre 7 miliardi di euro
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Tra Natale ed Epifania il turismo italiano supera i 7 miliardi di euro di giro d’affari. Crescono presenze, viaggi interni ed esperienze artigianali, con città d’arte e montagne in testa alle preferenze.
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Auto senza conducente, la lezione di Waymo
Il blackout di San Francisco ha fermato i taxi senza conducente, incapaci di riconoscere i semafori perché spenti. Nessun ferito e una grande opportunità: trarre insegnamenti da questo esperimento imprevisto.

Quanto accaduto ieri a San Francisco dimostra che a proposito di guida autonoma c’è ancora molto da fare prima di poterla considerare una modalità di trasporto affermata e affidabile. Stando a quanto si è potuto comprendere, sabato scorso nella città californiana si è verificato un incendio che ha devastato una sottostazione elettrica provocando un blackout che ha spento taluni server. Questi hanno ha portato i veicoli senza conducente della Waymo a fermarsi. Nessuno si è fatto male ma il traffico si è bloccato.

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