2024-05-23
Sharia accolta nei documenti italiani
I contratti matrimoniali tra islamici registrati nei nostri Comuni prevedono esplicitamente la possibilità della poligamia. Il marito mette nero su bianco anche la superiorità sulla moglie: lei può chiedere il divorzio solo in certe circostanze. E con il suo permesso.La «Costituzione più bella del mondo» si arrenda. La sharia sembra avanzare a larghe falcate pure in Italia. Senza nemmeno tanto clamore, grazie alla benevolenza della burocrazia. Smadonnate da anni per ottenere l’abitabilità di uno sgabuzzino? Sappiate che, invece, nel Paese che amate gli atti matrimoniali ufficiali possono finire per assorbire la legge islamica, tra il silenzio di indignados progressisti e scalmanate femen. Un’inchiesta esclusiva di Fuori dal coro, andata in onda ieri sera su Rete 4, rivela adesso la decisiva gabola. Il sindaco di Monfalcone, Anna Cisint, sventola davanti alle telecamere un contratto registrato in Italia, seppellito da omissis. Ed è proprio dietro a quegli sbalorditivi sbianchettamenti che si celerebbe, assicura, la tacita accettazione della poligamia. Dovrebbero dettagliare le norme previste nei documenti originali, che regolano le nozze dei matrimoni musulmani, tradotti e vidimati. Sono scartoffie che spesso giacciono impolverate negli archivi. E celano una sbalorditiva serie di misteriose mancanze. Tra le righe cassate, viene negato perfino il divorzio alle donne islamiche. O meglio: è possibile solo se lo consentono i generosi sposi. «Se il marito ha conferito alla moglie di chiedere il divorzio» recita una delle imposizioni omesse. Oppure se «impotente, violento o in prigione». Fino ad arrivare alla più magnanima delle concessioni: «La tortura». Anche in questo caso, bontà loro, la sposa potrà sentirsi libera dal sacro vincolo.Insomma, la sharia viene accolta nei documenti inviati poi allo stato civile. È l’inconfessabile ammissione della poligamia, con tanto di timbro della nostra ambasciata che certifica quei certificati firmati all'estero. Documenti ufficiali che, dopo essere stati recepiti dai nostri uffici, finirebbero per sancire e regolare la sottomissione della donna nell’islam. «Sono norme contrarie alla nostra legge. Com’è possibile?», chiede il sindaco della città giuliana, candidata alle prossime europee con la Lega, che da anni denuncia la pericolosa islamizzazione della città celebre per i cantieri navali. «È quello che accade di regola. Ma non si sa perché tutto viene normalmente coperto dagli omissis». Come spiega Cisint, «in Italia vivono famiglie che basano il loro rapporto su simili accordi. È la sottomissione della donna garantita dalla legge. Le regole dell’islam contrarie alla nostra Costituzione sono accettate nei registri ufficiali della Repubblica».Questi contratti di matrimonio vengono quindi tradotti e registrati da Comuni e ambasciate, quando uno straniero diventa cittadino italiano e chiede la trascrizione dell’atto di nascita e di matrimonio. Quindi, dall’anagrafe passano allo stato civile. Per protocollare e validare i documenti non è possibile però trascrivere le parti in contrasto con la legge italiana. Così, al posto delle clausole sulla poligamia e divorzio, spuntano quegli omissis. Una procedura che, spiega il sindaco, nasce dall’interpretazione di una sentenza della Cassazione: la 1739 del 1999.Non c’è, però, solo quest’ultima rivelazione a confermare l’avanzata. Tanto per fare un altro esempio: secondo il Viminale, solo a Roma ci sono 53 moschee abusive. Eppure, c’è una legge che potrebbe evitare la proliferazione di luoghi di culto abusivi. In sintesi: vieta le moschee in capannoni e garage, irregolari e dunque più difficili da controllare. Il primo firmatario della legge è Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia in Senato. È stata già approvata dalla maggioranza alla Camera. Adesso toccherebbe al Senato. Peccato sia stata definita dalla sinistra «anticostituzionale e discriminatoria». Nonostante imponga l’ovvio: fare in modo che le moschee vengano regolamentate, evitando luoghi di preghiera non autorizzati, dove spesso viene predicato l’islam più radicale e inflessibile. Come dimostrano anche i libricini delle preghiere, scovati da Fuori dal coro in una moschea romana. «Dovrebbe essere fatto ogni sforzo per stabilire una società e un sistema statale fondato sulla sovranità di Allah», si legge al punto sei dell’arrembante programma. Solo lui ha «il diritto fondamentale di legiferare». E poi: «Coloro che credono non possono sottomettersi a nessuno Stato». Insomma, le regole dell’audace bignami del perfetto musulmano suggerisce di aggirare bellamente le leggi nazionali. Piuttosto, i fedeli si adoperino allo spasimo per costituire un califfato parallelo che, senza tanti sofismi, punti a scardinare le nostre credenze. «Deve essere fatto ogni sforzo per stabilire una società fondata sulla sovranità di Allah», sintetizza il libretto.Altro che Costituzione. Niente leggi e sovranità tricolore da rispettare. Del resto, come svela il sindaco di Monfalcone, l’audace proposito pare ben avviato. A partire dai matrimoni, appunto. Contratti che prevedono la poligamia e negano il divorzio alle donne, se non per gentile concessione dei maritati. Bollato e contro bollato. Persino dalla Farnesina. Non nel nome della democrazia, ci mancherebbe. Ma solo e soltanto nel nome di Allah. Eppure, appena cinque giorni fa, la segretaria del Pd, Elly Schlein, sparava a pallettoni: «Il governo Meloni calpesta i diritti delle donne». Ma ora si scoprono le ratifiche dei matrimoni all’islamica, per di più coperte da ammiccanti omissis. Forza, Elly. Attendiamo fiduciosi una selva di indignate interrogazioni parlamentari.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.