2024-11-06
Sì al terzo mandato per De Luca. Il Pd campano vota contro la Schlein
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
In consiglio regionale 7 consiglieri dem su 8 si schierano col governatore. Replica piccata dal Nazareno: «Noi non lo sosterremo». Il centrodestra gongola: Cirielli e Martusciello puntano alla candidatura.Un corno rosso portafortuna compare, tra le risate dell’aula, nelle mani di Vincenzo De Luca, quando il consigliere regionale renziano Tommaso Pellegrino, nel corso del suo intervento, esclama: «Oggi non si discute, il candidato per la Regione per noi di Italia Viva è Vincenzo De Luca!». Oggi sarebbe ieri, il giorno in cui il consiglio regionale della Campania approva con 34 voti favorevoli, 16 contrari, e un astenuto, la proposta di legge che consente a De Luca di candidarsi per un terzo mandato, recependo la norma nazionale che impone il limite di due mandati consecutivi, e quindi ripartendo da zero, così come ha fatto Luca Zaia, che sta portando a termine il suo terzo mandato, nel 2012. La Verità aveva spiegato i termini giuridici della situazione lo scorso febbraio, mentre la stragrande maggioranza di politici e addetti ai lavori si accapigliava sulla necessità di una legge nazionale. «De Luca sta facendo esattamente quello che abbiamo fatto noi», commenta Zaia, certificando come puramente retorica l’ipotesi che il governo possa impugnare la legge approvata in Campania. «Adesso vediamo», glissa non a caso, in risposta a chi gli chiede della idea di impugnare la legge regionale, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. A sostenere l’idea è invece il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, esponente di spicco di Fratelli d’Italia: «Premesso che parlo non come esponente del governo ma come politico», dice Cirielli, «io penso che il governo impugnerà questa legge»: Cirielli non piccona l’asse tra Elly Schlein e Giorgia Meloni, che può diventare quel «Patto del Nazareno sulle regole», che il nostro direttore, Maurizio Belpietro, ha auspicato lunedì scorso. È proprio Elly Schlein, infatti, a finire politicamente devastata da quanto accaduto ieri a Napoli: 7 consiglieri dem su 8 hanno votato a favore della legge, una sola si è astenuta, nonostante le minacce della segreteria nazionale di considerare «fuori del perimetro del Pd» chi avesse dato manforte a De Luca. Il Nazareno raggiunge vette di inesplorata comicità passando dai toni assertivi dei giorni scorsi al comunicato diffuso da Igor Taruffi, responsabile organizzazione nazionale del Pd. «Prendiamo atto del voto del consiglio regionale della Campania», scrive Taruffi, «che di fatto apre alla possibilità di un terzo mandato per l’attuale presidente della Regione. Deve però essere chiaro che il voto non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. Al di là del voto di oggi (ieri, ndr) quindi», aggiunge Taruffi, «Vincenzo De Luca non sarà il candidato presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali». Dal Pd (forse, un anno in politica è un secolo) no, ma dalla coalizione a trazione civica che De Luca sta costruendo ormai da settimane, con il 90% dei candidati già pronti, certamente sì: La Verità è in grado di rivelarne ogni dettaglio. Sono nove le liste già quasi complete a sostegno dello «sceriffo»: Italia viva; Socialisti; De Luca Presidente; Campania libera; Sinistra per De Luca; una lista europeista; i Moderati; una lista centrista di ispirazione cattolico-dossettiana alla quale sta lavorando il braccio destro di De Luca, l’ex sottosegretario Bruno Cesario e una lista ambientalista. Non è chiaro cosa farà Azione. L’alleanza Pd-M5s-Avs candiderà un esponente pentastellato (Roberto Fico o Sergio Costa). La spaccatura a sinistra favorirà automaticamente il centrodestra (si vota a turno unico) e i mal di pancia tra i dem sono già al top: «L’idea della Schlein», dice alla Verità uno dei massimi esponenti campani del Pd, «e di suoi luogotenenti come Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, è: pure se perdiamo le regionali, ne guadagniamo in credibilità. Vallo a spiegare ai consiglieri che vogliono essere rieletti! Qui si va dietro ai titoli di giornale e non si fa politica: hanno infiammato il dibattito con interviste al veleno contro De Luca quando mancava ancora un anno e mezzo alle elezioni. Meno male che siamo riusciti ad approvare lo sbarramento al 2,5%», aggiunge il nostro interlocutore, «che ci farà guadagnare un paio di consiglieri. L’idea della segretaria inoltre è lasciare il candidato a presidente al M5s, che qui in Campania ha mezza classe dirigente nazionale, ma c’è un macigno politico che tutti fingono di non vedere». Quale? «Il M5s in Campania è all’opposizione», sospira la nostra fonte, «ma noi per il prossimo anno cosa saremo? De Luca penserà alla sua coalizione e ci farà a pezzi, dal Nazareno ci massacreranno, saremo sempre più deboli. Stiamo rischiando seriamente di regalare la Campania alle destre». Il centrodestra, in effetti, mai come stavolta ci crede, e non a caso puntano alla candidatura big nazionali. Come lo stesso Cirielli, che però aspira anche al ruolo di ministro, e il capodelegazione al Parlamento europeo di Forza Italia, Fulvio Martusciello, forte delle 100.000 preferenze raccolte alle elezioni e dei sondaggi favorevoli, che ovviamente gongola per la spaccatura del centrosinistra: «Quanto accaduto oggi (ieri, ndr) in consiglio», sottolinea Martusciello, «non cambia di una virgola la nostra strategia. De Luca può votare per il terzo, il quarto, il quinto mandato: tanto vinciamo noi. Nella mia carriera politica ho vinto ininterrottamente: nel 1995 e nel 2000, quando sono stato il consigliere regionale più votato d’Italia; nel 2005, riconfermandomi come il più votato, e nel 2010. Ho vinto ancora nel 2014, nel 2019 e nel 2024, superando i 100.000 voti personali. Non conosco sconfitte, ho vinto sempre, sia come consigliere regionale sia come parlamentare europeo. E», conclude Martusciello, «vincerò anche nel 2025».In serata interviene la Schlein: «Nessuna esplusione» dei consiglieri ribelli, dice, ma ribadisce: «Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma la posizione del Pd non cambia. Il Pd non supporterà presidenti uscenti che hanno già fatto due mandati».
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)