2022-04-17
«Repubblica» fa la pace con l’Anpi e invoca il divieto di ricordare i morti
L’associazione, criticata per le sue idee su Vladimir Putin, torna buona contro il ricordo di Sergio Ramelli.In questo complicato evo moderno non tutti riescono facilmente a stare al passo. Infatti a sinistra qualcuno non ha ancora scaricato l’aggiornamento. Trattasi dell’Anpi milanese e di alcune firme di Repubblica. Non possedendo la nuova versione della applicazione Progessisti.com, non si sono resi conto che ora la linea ufficiale prevede di provare una certa simpatia per chi esibisce rune, svastiche e simboli «neri» di tal fatta. Ignari di essere stati superati dagli eventi, questi sinistri pavloviani insistono a dare la caccia al fascista come ai bei tempi e riescono nella pur difficile impresa di risultare ancora più grotteschi che in passato. Mentre i loro giornali e i loro partiti si dedicano alla celebrazione dei guerrieri nazionalsocialisti del battaglione Azov, l’Anpi lombarda e i suoi fedeli scudieri inveiscono contro i nazisti immaginari. Da qualche giorno, infatti, l’autoeletto fascistologo Paolo Berizzi sforna articoli militanti contro i suoi antichi nemici della sempre suggestiva «estrema destra». Prima se l’è presa con l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, la cui gravissima colpa sarebbe quella di aver continuato a svolgere il lavoro per cui è retribuito e di non essersi dimesso dopo l’inchiesta di Fanpage sulle «infiltrazioni nere» fra i patrioti italici. Non pago, si è messo a far polemica, con giorni d’anticipo, sulla manifestazione che ogni anno, a Milano, viene organizzata per commemorare Sergio Ramelli, il giovane missino massacrato a colpi di chiave inglese da un gruppo di extraparlamentari rossi nel ’75. Repubblica e l’Anpi hanno unito le forze per intimare alle istituzioni milanesi di «fermare l’apologia di fascismo». Sono indignati perché, sulla locandina della manifestazione per Ramelli, comparirebbero «simboli esplicitamente fascisti». No, niente croci celtiche né svastiche, bensì una corona d’alloro e una mano che stringe un gladio. Ma tanto basta. «È una provocazione che va evitata», dicono i vertici dell’associazione dei partigiani assieme al sempre presente Osservatorio democratico sulle nuove destre. «Una commemorazione dei morti diventa un’apologia della Repubblica di Salò: tutto questo è inaccettabile e intollerabile, e lo è ancora di più in una città medaglia d’oro per la Resistenza. Ci domandiamo come intendano muoversi le istituzioni cittadine, dalla questura, alla prefettura al sindaco, per prevenire ed evitare simili sconci che offendono Milano».Tutto molto commovente. Quando l’Anpi dichiara di non gradire la Nato, può essere bastonata e derisa, accusata di essere inutile e anacronistica (lo ha scritto persino il Corriere della Sera in prima pagina, con Massimo Gramellini). Torna immediatamente buona, tuttavia, se si tratta di scagliarsi contro la commemorazione di un militante di destra ammazzato come un cane. Che i (sedicenti) partigiani si prestino al giochino, in fondo, non stupisce: devono pur sempre portare a casa la pagnotta, e se non possono più parlare dell’avanzata globale delle forze oscure della reazione, per non perdere il lavoro sono costretti, come gli sciacalli, a infierire sui morti. Se per l’Anpi si riesce in fondo a provare un filo di pietà (non di più), irrita maggiormente l’ipocrisia di Repubblica. Se la prende con gli esponenti della destra milanese accusandoli di essere nostalgici, poi dedica paginate piene d’eccitazione ai miliziani ucraini. Vorrebbe impedire il «presente» a Ramelli, togliendo a una comunità la possibilità di coltivare riti e memoria, e intanto si fa venire le caldane non appena vede un combattente di Azov con la mimetica. Hanno passato anni alla ricerca disperata di «nazifascisti», e se non li trovavano se li inventavano allo scopo di screditare gli avversari politici. Ora che hanno incontrato nazisti fieri di esserlo e «praticanti», se ne sono innamorati. Coccolano gli omoni con i mitragliatori, e ragliano contro esponenti di un partito che si è nettamente schierato sul versante Nato (contrariamente all’Anpi), accusandolo di chissà quali macchinazioni nere.Peccato che il gas di cui abbiamo bisogno non sia quello esilarante. Altrimenti, tra Anpi e affiliati ne avremmo abbastanza da esportarlo ovunque.