2023-06-28
«Report» inchioda Bonaccini. Cala il silenzio
La trasmissione di Rai 3 conferma le ricostruzioni che «La Verità» ha fornito sulle reali cause del disastro in Emilia-Romagna: l’abbandono dell’Appennino e della sua manutenzione. Ma non scatena alcun putiferio. Ai politici del Pd la gogna viene risparmiata.«Ci sono zone in questo Comune in cui il territorio ha tenuto bene. E quali sono queste zone? Quelle in cui sono stati fatti interventi». Le parole di Daniele Valbonesi, sindaco di Santa Sofia (provincia di Forlì e Cesena) sintetizzano puntualmente il senso dell’inchiesta mandata in onda lunedì sera da Report. I cronisti della nota trasmissione di Raitre sono andati in Emilia Romagna per indagare sulle cause del disastro causato dall’alluvione, e hanno confermato gran parte delle ricostruzioni che il nostro giornale ha fornito nel corso delle settimane. Certo, nella presentazione del servizio il riferimento al cambiamento climatico non poteva mancare: ormai è la tassa che bisogna pagare prima di poter commentare qualsiasi cosa. Tuttavia, il buon lavoro d’approfondimento svolto dagli inviati di Raitre ha fatto emergere molto altro. In particolare, i colleghi di Report, contemplando lo scenario post apocalittico romagnolo, scrivono che «l’abbandono dell’Appennino e della sua manutenzione spiega in parte cosa sia successo». Le testimonianze mandate in onda sono in effetti piuttosto chiare. Ivan Mugnai, abitante di Predappio alta a cui la furia delle acque ha distrutto il giardino scavandogli addirittura sotto la casa, racconta che lui e gli altri residenti della zona in questi anni si sono arrangiati in qualche modo a pulire i dintorni perché, dicono, «qui non viene nessuno». La geografa Paola Bonora ha confermato l’abbandono dell’Appennino che, se non ha totalmente causato il disastro, di sicuro ne ha aumentato, e di parecchio, le proporzioni. L’urbanista Pietro Cavalcoli - ex dirigente per la pianificazione territoriale del Comune di Bologna - ha spiegato che il vero problema delle esondazioni di fiumi e torrenti è stato, più o meno nel 90% dei casi, il sormonto e non la rottura degli argini. Non è difficile comprendere che, se ci fossero stati adeguati interventi pubblici, i guai sarebbero stati almeno in parte limitati, se non risolti. «La Regione», racconta Report, «aveva progettato 23 casse di espansione per raccogliere l’acqua in eccesso, ma ne ha finite solo 13. Il sistema è semplice: vengono costruiti degli enormi invasi intorno al fiume e in caso di esondazioni si fanno confluire le acque al loro interno». Ecco, di sicuro realizzare opere di questo tipo avrebbe evitato il peggio. Ma, appunto, non sono state fatte. C’è poi un ulteriore problema, come giustamente ricorda Teleambiente: «La Regione, che dovrebbe occuparsi della manutenzione di fiumi e altri corsi d’acqua, ha scelto di delegare ai singoli Comuni. Non tutte le amministrazioni comunali hanno ottemperato ai loro doveri e questo ha vanificato il tutto, perché i corsi d’acqua sono sistemi costituiti da punti estremamente interdipendenti». Ascoltare le dichiarazioni degli abitanti e degli agricoltori di Tebano - dove due casse di espansione mai completate avrebbero potuto preservare frutteti e campi che invece sono stati invasi dal fango - mette rabbia e tristezza. Li sentiamo parlare di dispute burocratiche, di lavori fermi da anni... Però, a quanto pare, questi racconti non suscitano grande sdegno nei media e, di conseguenza, nella popolazione italiana. Ed è curioso visto che a cavare la polvere da sotto il tappeto stavolta è Report, trasmissione che spesso e volentieri viene presa come punto di riferimento per montare grandi campagne di indignazione. Intendiamoci: è giusto che i giornalisti indaghino su qualsiasi argomento, ed è legittimo pure che ogni testata esprima la sua visione del mondo e della politica. Notiamo però un fatto interessante. Da una settimana prosegue incessante il martellamento su Daniela Santanchè e i suoi affari: un interesse sollecitato proprio da una puntata di Report. Tutto bene, ovviamente: se il ministro è in grado di difendersi lo farà, se ha delle colpe deve senz'altro scontarle. Tuttavia ci limitiamo a segnalare che anche questa inchiesta sulle mancanze della Regione Emilia Romagna parte da Report, eppure non sembra aver scatenato alcun putiferio. E dire che gli affari della Santa sarebbero anche meno interessanti rispetto allo sfacelo emiliano, no? Eppure è silenzio quasi ovunque. Da quando la tragedia (in parte annunciata) è avvenuta, ai politici emiliani la gogna è stata risparmiata, li si è trattati da vittime come i cittadini. Che abbiano delle responsabilità è parecchio evidente. Ma i giornali hanno preferito farli parlare affinché puntassero il dito per i presunti ritardi nella nomina del commissario all’emergenza, di certo non li hanno stuzzicati sulla mancanza di manutenzione o l’assenza di interventi adeguati. Non ottiene grande riscontro l’inchiesta di Report e ne ottengono poco pure i lamenti delle vittime di un’altra alluvione, quella del 2020. Ieri la Gazzetta di Modena (per tradizione non certo ostile al centrosinistra) ha intervistato alcuni residenti di Nonantola che allora furono danneggiati: stanno ancora aspettando i risarcimenti. Michele Clemente, ad esempio, ha raccontato di aver subito danni per 5.500 euro, ma in due anni e mezzo ha ricevuto una mancetta di appena 100 euro. Il poveretto continua a bussare alla porta delle varie istituzioni emiliane, ma di risposte gliene danno poche e pure evasive. Di tutti questi temi La Verità si è largamente occupata in quasi totale solitudine. Ovvio: tirare in ballo il cambiamento climatico è molto facile, e procura sempre applausi. Più o meno gli stessi che arrivano quando si bersaglia qualche ministro cattivone di centrodestra. Un po' più difficile è puntare il riflettore sulle magagne della parte avversa. Report lo ha fatto, ma la truppa indignata stavolta non ha battuto sulla grancassa. Intanto nel fango ci stanno i cittadini incolpevoli.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.