Prepariamoci: il diesel sta per diventare un bene di lusso. Sarà l’odore di gasolio bruciato il nuovo profumo dell’élite europea. Tutto questo grazie all’ultima brillante idea partorita nei laboratori di strategia geopolitica dell’Unione Europea: fermare non solo il petrolio russo, ma anche quello che finge di non esserlo.
Sì, perché nel nuovo pacchetto di sanzioni, Bruxelles ha deciso di bandire anche i prodotti raffinati da greggio russo all’estero. Che siano lavorati in Turchia, India o sul lato oscuro della Luna, poco importa: se l’origine è sospetta, scatta il blocco. E per “sospetta” basta l’occhiata storta di un funzionario europeo. Del tipo: "Quel diesel ha l’accento siberiano”"
Ad alzare il sopracciglio – e i prezzi – è Patrick Pouyanné, amministratore delegato di TotalEnergies, uno che di benzina se ne intende un po’ più di chi si occupa di politica energetica a Bruxelles. Il manager ha definito questa mossa «un fattore sottovalutato», eufemismo per dire: «ci stiamo sparando sui piedi con un bazooka». Aggiunge anche che i margini di raffinazione sono già schizzati sopra i 50 dollari a tonnellata, mentre il diesel diventa sempre più caro e sempre più scarso.
Goldman Sachs si unisce al coro. Spiega che le scorte globali di diesel sono giù del 10-15% rispetto all’anno scorso, mentre la domanda corre così come i prezzi. E anche se prevede una lieve discesa dai picchi attuali, avverte che i margini resteranno stabilmente sopra le medie pre-Covid. Un po’ come i tassi del mutuo, ma con più puzza di bruciato.
Tutto questo per dire che la nuova eurofollia impatterà pesantemente sul nostro portafoglio. Ogni camion, trattore, nave o furgone che porta le merci che consumate va a diesel. Più costa il gasolio, più costano i trasporti, più salgono i prezzi. E boom: altra inflazione servita calda, direttamente dalla Commissione europea.
Ma tranquilli, l’esenzione è prevista per i prodotti raffinati nei Paesi «esportatori netti di greggio». Basta solo dimostrare che non derivino da petrolio russo. Un gioco da ragazzi. Per essere sicuri che non ci siano contaminazioni con il greggio siberiano il diesel deve viaggiare da più lontano – dal Medio Oriente o dagli Stati Uniti – aumentando i costi e le emissioni. Un risultato spettacolare per una politica che, almeno sulla carta, doveva salvare il clima e punire Putin. In pratica, punisce l’autotrasportatore di Pordenone e il fruttivendolo di Almería.