2022-07-31
Raisport, scoppia la grana Mondiali tra presunti diritti e sicuri rancori
Redazione in agitazione, accuse, clima pesante, sospetti di viaggio premio in Qatar.Come se non bastassero la guerra in Ucraina e quella elettorale, in Rai è scoppiata la guerra del Qatar. Nel senso di campionato del mondo di calcio, appuntamento supremo per redazioni e inviati, momento di massima visibilità professionale anche se l’assenza della Nazionale italiana rischia di annacquare l’evento. Sulle designazioni per la copertura del mondiale, a Raisport c’è stata una sollevazione contro l’azienda guidata con mano malferma dall’ad Carlo Fuortes e contro Alessandra De Stefano, prima direttrice donna sulla tolda della corazzata sportiva. Al termine di un’assemblea molto partecipata è stato stilato e reso noto un comunicato in cui si mescolano presunti diritti e sicuri rancori di chi è rimasto tagliato fuori dalle designazioni. «L’assemblea esprime un diffuso malessere sull’attuale gestione della testata. Dopo la comunicazione del direttore sulle persone coinvolte a seguire il mondiale del Qatar, nei colleghi rimasti a casa serpeggia la stessa consapevolezza: Raisport è ormai una testata dove un ristretto gruppo di persone può ricoprire ogni ruolo mentre la restante parte delle redazioni di Roma e Milano è considerata mera appendice. Colleghi che durante la stagione si occupano a 360 gradi di calcio non parteciperanno alla spedizione mentre in Qatar saranno presenti quattro giornalisti della Line apicale di Roma, un caporedattore centrale, un caporedattore, due vicecaporedattori e un collega che non fa parte della redazione calcio».Un’accusa pesante che apre la porta al sospetto di un viaggio premio per quadri aziendali. Spesso chi rimane a casa tende ad avvertire un ingrossamento del fegato, ma di solito non pubblicizza la negatività. La vicenda è lo specchio di un clima pesante in cui lavorare con serenità è sempre più difficile e dove la meritocrazia (soffocata dal padrinato politico) è ormai un termine senza significato. Un casus belli specifico riguarda Donatella Scarnati, volto noto del giornalismo sportivo, vicedirettrice designata come team leader della missione nonostante sia oltre l’età della pensione. Si legge nel documento dell’assemblea: «Avrà un ruolo guida senza alcun valido motivo e in contrasto con gli incentivi alla pensione proposti dalla stessa azienda».Il caso, sul quale curiosamente il potente sindacato Usigrai tace, rischia di avere una coda da Corte dei conti: con 120 giornalisti a disposizione Raisport ricorre a una pensionata per guidare la squadra mondiale. Per giustificare la sua presenza, la direttrice De Stefano aveva detto in tempi non sospetti: «Vista la presenza dell’Italia serve la sua professionalità». Ma l’Italia non ci sarà.Se allo Sport c’è maretta in commissione di Vigilanza non va meglio. Ieri il commissario Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia, ha chiesto all’ad Fuortes di «attivare procedure di verifica e prendere eventuali provvedimenti» nei confronti del giornalista Stefano Baldolini, autore su La Repubblica di un articolo critico nei confronti del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, vicino al centrodestra. Mollicone si chiede se «Baldolini sia lo stesso giornalista che risulta autore del format condotto da Lucia Annunziata e da cui è partita la polemica contro il direttore del Tg2». Secondo il codice etico Rai, valido anche per i collaboratori esterni, un contrattualizzato non può scrivere su organi d’informazione concorrenti e men che meno attaccare dirigenti e alimentare polemiche attorno alla società. Chiude Mollicone: «Questo è il segnale di un’azienda fuori controllo».