2023-12-09
Quei licenziamenti targati don Erio
Don Mattia Ferrari cappellano della Mare Jonio (Imagoeconomica)
Bergogliano e progressista, il prelato emiliano è il padrino del cappellano della Jonio, che finanzia. Ma cacciò due parroci e il maestro di musica sacra per tagliare i costi alti.L’arcivescovo con la stella rossa. Gliel’hanno affibbiata a L’Unità come a tutti i commentatori di prima pagina. Ma vedere il massimo simbolo sovietico al posto del crocifisso accanto al nome di Erio Castellucci, eccellenza reverendissima di Modena e Carpi, fa sorpresa. Non è l’unica, anche se la lettura dell’editoriale dell’alto prelato contro l’inchiesta de La Verità e Panorama (senza mai citarli secondo un dogma da sacrestia) non fa che confermare ciò che abbiamo scritto.«A partire dall’autunno 2020 ho deciso di aiutare Mediterranea elargendo periodicamente somme attinte alla “Carità del Vescovo”, alimentata da offerte liberali ed eredità, o lasciti ricevuti in diverse occasioni o per diversi motivi, destinati a progetti da me scelti o concordati con i donanti», scrive. In questo caso monsignor Castellucci aveva deciso di finanziare con la generosità popolare l’attività di Luca Casarini, inconsapevole del fatto che (come da chat agli atti) il commodoro del Papa era mosso anche da un’urgenza surrettizia: «O riuscivamo a fare ‘sta roba per pagare l’affitto di casa e la separazione oppure mi me dovevo andare a lavorar in un bar».Nello spiegare le sue ragioni umanitarie sul quotidiano comunista - nell’era della fluidità politica i preti scrivono su L’Unità e i mangiapreti su Avvenire -, l’arcivescovo mostra però una presa di distanza rispetto all’entusiasmo degli eroici giorni. A sorpresa ammette che «si possono certo commettere degli errori nella destinazione degli aiuti». Retromarcia in autostrada, stridore di freni con scintillio di dischi: in gergo curiale, la frase è un modo per scaricare la Banda dei Buoni annegando il messaggio in un mare di melassa.Nato a Forlì 63 anni fa, titolare delle diocesi di Modena-Nonantola e Carpi, vicepresidente per l’Italia settentrionale della Cei (quindi nel cerchio magico di Papa Francesco), monsignor Castellucci è centrale nella costruzione dell’affaire Mediterranea. È stato il primo a credere ai Casarini boys, il primo a finanziarli, il primo a fare proseliti fra i colleghi e ad applaudire l’ex Tuta Bianca in visita al Sinodo. Ed è stato il primo a inserire nella struttura un sacerdote, don Mattia Ferrari viceparroco di Formigine con diffusi fremiti guevaristi, come cappellano della Mare Jonio. Di fatto creando il tramite fra l’organizzazione e la Chiesa.È tutto in questa chat del 6 agosto 2020, quando lui si firmava don Erio, ma senza stella rossa. «Carissimo Luca, ho letto e riletto la tua lettera e sono tante le emozioni che vorrei esprimere […]. L’iniziativa è molto valida, occorre che ci si coordini e certamente don Mattia potrebbe essere un perno per le diocesi. Dopodomani vedo il cardinal Zuppi, parleremo anche di questo. Sarò già in grado lunedì di inviare la prima somma di 10.000 euro. Ti chiederei un Iban in modo da fare l’operazione direttamente». Fu Castellucci a definire il primo versamento «una lacrima o una goccia nel mare». Frase che indusse Casarini a sviolinare: «Con questa goccia delle tue lacrime riscalderemo l’acqua del lago Tiberiade». Per poi aggiungere con urgente pragmatismo: «Purché arrivi con regolarità e da un certo numero di parrocchie, magari una volta al mese». Lo stesso monsignore scrive sull’Unità che «le somme scoperte dagli organi di stampa sono in realtà maggiori rispetto a quelle divulgate dagli stessi».L’inchiesta parla di più bonifici: 10.000, 20.000, 45.000. La generosità dei fedeli era fuor di dubbio. Eppure la diocesi di Modena non se la passava benissimo. Monsignor Castellucci la regge dal 2015 e negli ultimi anni ha subìto più di una critica per aver dovuto tagliare le spese. La cura dimagrante è cominciata con la cacciata del direttore della Cappella musicale del Duomo, Daniele Bononcini, dopo 26 anni di servizio; l’istituto secolare del Coro ha vacillato per rientrare da un deficit di 300.000 euro. «Il direttore è stato licenziato per motivazioni economiche», spiegò l’arcivescovo al Resto del Carlino. Nello stesso periodo e per la stessa ragione (tirare la cinghia) aveva tagliato due parroci, don Gianni e don Dario, dalla parrocchia di San Benedetto Abate. Giustificazione ufficiale: «La decisione è legata a un passivo che stava crescendo, quindi è stato necessario intervenire». Era il 2022. Mentre finanziava Casarini con una lacrima, non ne spendeva mezza per sacerdoti amati dalla gente e per la musica sacra della sua città.Studioso di don Milani e seguace della Chiesa pauperista tanto da titolare un suo libro Benedetta crisi!, Castellucci è percepito come progressista riflessivo nel solco del cardinale Matteo Zuppi. Secondo i suoi concittadini è un surfista del «ma anche». Ha preso le distanze dal Modena Pride ma anche da chi lo strumentalizza; sostiene che la cristianità si fonda sulla fede nella parola di Dio ma anche sull’accoglienza; è del parere che gli animali non debbano entrare in cattedrale ma anche sì, se non danno fastidio. Con un’uscita in contropiede, in un giorno storto, si è lasciato scappare: «La Chiesa non è una Ong». Poi, per espiare, è corso a versare una lacrima da 10.000 euro all’oste dello Sbirro Morto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.