2022-04-07
Scongiurata la quarta dose per tutti. Per ora
Via libera al secondo booster del vaccino ma soltanto per anziani over 80 mentre per tutti gli altri si deciderà in autunno. Uno studio condotto in Israele rivela che il richiamo aggiuntivo riduce il rischio di contrarre la malattia grave ma non l’infezione.È troppo presto per prendere in considerazione l’utilizzo, nella popolazione in generale, di una quarta dose di vaccini (il Comirnaty di Pfizer e lo Spikevax di Moderna). Lo hanno comunicato ieri l’Ecdc e la task force Covid-19 dell’Ema, aggiungendo, tuttavia, che una quarta dose (o un secondo richiamo) può essere somministrata agli adulti di età pari o superiore a 80 anni. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e l’Agenzia del farmaco europeo hanno, inoltre, osservato che attualmente non ci sono prove chiare, nell’Ue, che la protezione del vaccino contro malattie gravi stia diminuendo, sostanzialmente, negli adulti con sistema immunitario normale, di età compresa tra 60 e 79 anni, e quindi nessuna chiara evidenza a sostegno dell’uso immediato di una quarta dose. «Per gli adulti under 60 con sistema immunitario normale, non ci sono attualmente prove conclusive che la protezione del vaccino contro malattie gravi sia in diminuzione o che vi sia un valore aggiunto di una quarta dose», aggiungono le due agenzie. «Poiché le campagne di rivaccinazione» contro Covid-19 «potrebbero iniziare in autunno, le autorità valuteranno il momento migliore per» la somministrazione di «dosi aggiuntive, possibilmente sfruttando i vaccini aggiornati», è un altro dei passaggi delle raccomandazioni emesse ieri dalle autorità europee. Quanto alla campagna di somministrazione, in Europa, «alla fine di marzo, l’83% degli adulti aveva completato il ciclo primario di vaccinazione» anti Covid «e solo il 64% aveva ricevuto una dose di richiamo», è stato specificato.Si passa quindi da una vaccinazione di massa a una vaccinazione riservata solo ad alcuni soggetti, valutando caso per caso. «Parliamo degli over 80, e neanche tutti, perché ci sono persone che, seppur avanti con l’età, hanno una risposta immunitaria ancora solida. Dobbiamo pensare che questa è, dunque, un’indicazione generale e ora spetta alle società scientifiche e ai medici raccomandare o meno il nuovo booster», ha commentato l’infettivologo Matteo Bassetti. Resta da capire come si muoverà il ministero guidato da Roberto Speranza. «Saranno le autorità medico scientifiche a stabilire come e quando intervenire. Ma non sarà una quarta dose: è giusto iniziare a parlare di richiamo, come si fa per tanti vaccini», ha precisato ieri il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Nel frattempo, però, sul New England Journal of Medicine è stato pubblicato un nuovo studio israeliano che aggiunge informazioni sull’efficacia del secondo booster. Dallo scorso 2 gennaio, infatti, Israele ha iniziato a somministrare agli over 60 una quarta dose di vaccino anti Covid (quello a mRna di Pfizer/BioNTech). Il team di ricercatori ha, dunque, esaminato le cartelle cliniche di oltre 1,25 milioni di over 60 vaccinati tra il 10 gennaio e il 2 marzo, un momento in cui la variante Omicron era il ceppo dominante. Ebbene, i risultati mostrano che il tasso di infezione grave, nella quarta settimana dopo una quarta dose, è stato inferiore rispetto alle persone che hanno ricevuto solo tre dosi. Tuttavia, l’efficacia dello scudo contro le malattie gravi non sembrava diminuire nelle sei settimane successive al quarto shot, anche se il periodo di studio non era abbastanza lungo per determinare esattamente la durata di questa protezione. Detto in altri termini, se il tasso di malattia grave era tre volte inferiore tra i vaccinati con quarta dose, e la protezione non è diminuita durante il periodo di otto settimane dello studio, diverso è il discorso per l’infezione: il tasso di casi verificati tra i vaccinati con quarta dose era due volte più basso del gruppo con tre dosi, ma la protezione contro il contagio confermato è sembrata diminuire.La protezione fornita da qualsiasi vaccino diminuisce naturalmente, ma quelli attualmente disponibili sono stati realizzati per proteggere dal ceppo originale del virus. Omicron è significativamente diverso e, pertanto, i vaccini hanno perso parte della loro efficacia. Come ha fatto notare già ieri La Verità, il virus è sempre meno letale anche se aumenta la contagiosità. Se stiamo davvero andando verso una situazione di tipo endemico, possiamo cominciare a pensare di combattere il Covid come l’influenza, che c’è anche durante l’anno e poi ha i noti picchi stagionali. L’approccio allo sviluppo dei vaccini sta, quindi, cominciando a cambiare. La Food and drug administration americana sta valutando di mettere in campo un processo di aggiornamento del vaccino simile a quello usato per gli antinfluenzali. Ovvero, si sceglie il ceppo da utilizzare in base alle varianti che circolano maggiormente. La più grande preoccupazione degli esperti riguarda, però, l’accettabilità di continui booster di fronte a nuove varianti che sono spesso più infettive, trasmissibili e distinte dai precedenti ceppi virali. La stessa Fda ha precisato che per qualsiasi modifica ai prototipi di base dei vaccini di Pfizer, Moderna e J&J, ossia quelli approvati in Usa, saranno necessari d’ora in avanti dati clinici indipendenti, ossia non solo forniti dalle case farmaceutiche.