2020-02-13
Prodi si sente già al Colle e sposa l’Italia con la Cina «Uniti in corpo e anima»
Tragicomico messaggio sottotitolato dell'ex premier, che ha sempre smentito legami stretti col Dragone: «Siamo assieme in un'unica struttura mondiale».Almeno Dolce e Gabbana avevano una buona scusa, quando si prostrarono al governo cinese: dovevano pur sempre rimediare a qualche dichiarazione un po' ruvida. Ma Romano Prodi che scusa ha? Il suo video messaggio sul coronavirus, rilanciato ieri con grande risalto dai media cinesi, è imbarazzante prima di tutto per lui, poi per l'Italia. Dopo tutto, stiamo pur sempre parlando di un ex presidente del Consiglio, che per altro nutre grandi ambizioni quirinalizie. Con una tenuta tra il verde e marrone in stile impiegato del catasto (quello della Ddr, però), Prodi si mostra alla telecamera accomodato in uno studio piuttosto spoglio. Alle sue spalle si intravede un dipinto raffigurante un tramonto nel deserto, con tanto di cammelli. In sovrimpressione scorrono i sottotitoli in cinese. In pratica, sembra un filmato di propaganda, solo girato molto male. Visto quanto ci tiene ogni volta il caro Romano a smentire i legami con il Dragone che gli vengono attribuiti, diciamo che realizzare un messaggio del genere non è stata proprio un'idea felicissima.Peraltro, guardando il prodotto finale, viene da pensare che in nessun caso convenga ricevere messaggi di sostegno da parte di Prodi. Passi la proverbiale lentezza nello scandire le parole, ma il tono della voce (pare che abbiano registrato in una caverna) metterebbe tristezza a chiunque, figuriamoci a un Paese provato da un'epidemia o, peggio, a chi si trova in quarantena… Anche il contenuto, va detto, non è esattamente incoraggiante.«Proprio nei giorni della festa annuale di tutti i cinesi, la Cina si è trovata di fronte a un dramma», annuncia Romano, tanto per rigirare il coltello nella piaga. E dettaglia: «Lo scoppio di quelle improvvise pestilenze che hanno accompagnato la storia dell'umanità per tanto tempo». Siamo ai livelli del ministro Speranza che, per rassicurare i cittadini italiani, tira in ballo la peste e il colera. Ma come, per rincuorare gli amici cinesi tiri in ballo i flagelli medievali? Del tipo: cari ragazzi, state allegri, siete semplicemente sferzati da una pestilenza, tutto andrà per il meglio!Non finisce qui, però. Adesso arriva il meglio. Dopo aver inquadrato la situazione con toni manzoniani, Prodi passa a elencare gli aspetti positivi della faccenda. «La Cina ha reagito in modo straordinario», spiega. «Ha reagito con grandi sacrifici, ha reagito come reagisce un grande popolo».Se la prima parte era angosciante per i cinesi, questa è vagamente umiliante per noi. La Cina ha reagito in modo straordinario? E come, di grazia? Li Wenliang, il medico di Wuhan (ora purtroppo defunto) che per primo ha cercato di dare l'allarme sull'epidemia, è stato addirittura redarguito dalle autorità tramite il seguente messaggio (diffuso nei giorni scorsi da La Stampa): «Stai diffondendo parole non veritiere in rete. Il tuo comportamento ha gravemente disturbato l'ordine sociale. Hai violato il regolamento dell'amministrazione della pubblica sicurezza».La preoccupazione del regime, soprattutto all'inizio, è stata quella di mettere a tacere ogni voce sgradita, cosa che non ha esattamente agevolato la diffusione di informazioni a livello globale per circa un mese. E per questo dobbiamo congratularci con Pechino? O forse dobbiamo festeggiare per come hanno gestito le comunicazioni riguardo il numero di morti? Tra l'altro ci ha già pensato il presidente Sergio Mattarella, qualche giorno fa, a inchinarsi alla Repubblica popolare per conto del popolo italiano, gesto piuttosto imbarazzante pure quello. Va bene che Prodi vorrebbe respirare aria quirinalizia, ma davvero c'era bisogno pure della sua genuflessione? Verso la fine, il suo messaggio diventa addirittura grottesco. «Certamente il problema è serio e grave e non è terminato, ma io sono fiducioso che questa reazione così corale e così forte possa portare alla soluzione rapida del problema», spiega l'ex presidente del Consiglio. «Ne abbiamo bisogno perché la Cina è uno dei punti di riferimento dell'economia mondiale». E fin qui, vabbè, l'abbiamo capita: visto che i cinesi sono potenti dobbiamo cercare di lasciarli e non farli irritare all'eccesso per la chiusura dei collegamenti aerei con l'Italia. Ma sentite come conclude Prodi: «La Cina è integrata in tutto il mondo quindi siamo uniti nell'anima e nel corpo, siamo uniti in un'unica struttura mondiale e insieme dobbiamo affrontare il futuro. Auguri per tutto quest'anno difficile e per il vostro avvenire. Coraggio Cina, coraggio Wuhan» (l'ultima frase è ripetuta pure in cinese, e purtroppo non siamo in grado di valutare se, quanto a conoscenza della lingua, siano raggiunti i livelli di Renzi con l'inglese). Siamo «uniti nell'anima e nel corpo»? Ma di quale congiungimento carnale parla, il nostro Romano? Di quale «unica struttura mondiale»?Certo, coraggio Wuhan, massima solidarietà al popolo cinese (un po' meno al regime). Detto questo, non siamo parte di un'unica struttura, non condividiamo l'anima e tantomeno il corpo con chicchessia. Non siamo, in sostanza, una provincia della Repubblica popolare: il fatto che Mortadella possa auspicarlo, non significa che sia vero. Per fortuna.