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Prodi flop, agli italiani non piace il vessillo Ue

Prodi flop, agli italiani non piace il vessillo Ue
Ansa
C'è un limite anche all'autolesionismo. Nonostante i ripetuti appelli del Professore, di qualche capobastone Pd e dei sindacati, la gente non ne ha voluto sapere di esporre ai balconi la bandiera dell'Europa. È impossibile entusiasmarsi per questa Unione.
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Del Vecchio junior diventa editore: è a un passo da rilevare il «Qn»
Leonardo Maria Del Vecchio (Imagoeconomica)
Shopping del figlio di mister Luxottica che voleva Gedi. Preso pure il 30% del «Giornale».

Leonardo Maria Del Vecchio entra clamorosamente nel mondo dell’editoria italiana. Il figlio del fondatore di Luxottica entra nel capitale de Il Giornale e, in parallelo, si prepara a chiudere la trattativa esclusiva per con la famiglia Monti-Riffeser per la maggioranza di QN, il gruppo che riunisce Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino. L’obiettivo è quello di costruire un polo dell’informazione, con capitale italiano e ambizioni di sviluppo. Il primo passo è sato ufficializzato ieri. Lmdv Capital, la cassaforte personale di Del Vecchio, ha rilevato il 30% de Il Giornale da Finanziaria Tosinvest, la holding della famiglia Angelucci.

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Spioni, sos e accessi abusivi della Gdf. Ora Legnini si difende e «assolve» Zafarana
Giovanni Legnini e Giuseppe Zafarana (Imagoeconomica)
Equalize, l’ex dem indagato nega la rivelazione di segreto: «Nessuna intermediazione presso la Finanza per Lorenzo Sbraccia».
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Panorama condannato per aver definito “pirati” gli attivisti delle ONG, anche se sono proprio loro a rivendicare violazioni e forzature delle leggi. È un attacco alla libertà di stampa, ma le anime belle non si scandalizzano. E mentre si difende la presunta libertà di violare i confini, si infierisce su chi fa scelte davvero controcorrente come la famiglia del bosco.

Hanno delocalizzato la Serie A per due soldi
Nomi dei giocatori del Milan scritti in arabo (Getty)
Alla Supercoppa a Riad non ci sarà l’arbitro Marco Guida: era designato per la finale, ma rifiuta di gestire i match del Napoli. Intanto i nomi dei giocatori sulle maglie sono in arabo. E su Milan-Como in Australia con fischietto asiatico incombono ricorsi.

Ed arbitro s’assise in mezzo a loro. La visione manzoniana del ruolo non ha più senso nei tribunali, figuriamoci a pelo d’erba dove rotola il pallone, nel delirio collettivo del football. Ma è proprio dall’arbitro che parte il giudizio del mondo sportivo, è ancora lui il termometro più attendibile per valutare lo stato di salute di un sistema. Ecco, se vale l’assunto, quello italiano è profondamente malato, quasi in coma. Lo si comprende da due vicende di questi giorni. Due storie, due anomalie: il caso Marco Guida e il caso Milan-Como a Perth, partita di campionato che sarà diretta da un fischietto asiatico.

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