Pro Vita e Famiglia: «Su omofobia timori della Cei sono fondati»

Pro Vita e Famiglia: «Su omofobia timori della Cei sono fondati»
Ansa

«Era bello e semplice, come lo sono le vere grandi truffe, diceva lo scrittore O. Henry. È proprio così. Il testo base del Ddl su l'omotransfobia divulgato a mezzo stampa dall'Espresso per fugare ogni preoccupazione, non cambia in alcun modo anzi conferma i pericoli segnalati dalla Cei e da tanti di noi. Si tratta di una proposta pericolosa per la libertà di tutti e incostituzionale» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus. «Cari Zan & Co, il problema più grave per la libertà di espressione e di religione rimane l'estensione del reato di istigazione alla discriminazione per motivi fondati sul genere, l'orientamento sessuale o l'identità di genere» ha proseguito PV&F.

«Infatti, - continua la nota - qualsiasi discorso o atto che presuppone, esprime o sollecita una disparità tra orientamenti sessuali o identità di genere potrebbe essere interpretato come istigazione alla discriminazione omotransfobica. Questo potrebbe valere, ad esempio, per un sacerdote che predicasse sulla sessualità, chiedendo ai fedeli di evitare atti "disordinati"; per una campagna di un'associazione a sostegno del diritto dei bambini ad una mamma e un papà (cioè contro le adozioni omosessuali); per tutte le donne che si opponessero all'ingresso negli spogliatoi, nei bagni o nelle carceri femminili di un maschio transgender che si auto-definisce 'donna'». «In Inghilterra e nel Galles, vi sono stati diversi stupri in prigioni femminili commessi da presunte 'donne' transgender (ad esempio, la transgender Karen White ha confessato violenze sessuali contro due donne detenute). Anche la madre di Harry Potter, J.K. Rowling, in questi giorni si è apertamente schierata contro il transgenderismo, denunciando i pericoli che corrono tutte le donne «quando apri le porte dei bagni e degli spogliatoi a qualsiasi uomo che crede di essere o si sente una donna». Eppure, la legge anti omotransfobia di Zan & Co. obbligherebbe tutti a trattare un maschio "che si sente donna" come una donna vera» hanno ricordato Brandi e Coghe.

«Per capire cosa potrebbe accadere - si spiega nella nota - basta informarsi su ciò che è accaduto in altri Paesi dove tali leggi sono passate: negli Usa Jack Phillips è stato processato più volte perché, in ragione della sua fede, non voleva preparare torte per matrimoni gay. L'arcivescovo cardinale di Valencia Antonio Cañizares Llovera di Valencia è stato denunciato per aver preso posizione contro la diffusione dell'ideologia gender in una lectio magistralis». «Peraltro c'è un rischio ulteriore - aggiungono Brandi e Coghe - ossia il testo base, all'art 6, dice espressamente: 'La Repubblica italiana riconosce il giorno 17 maggio quale «Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia» (...) con cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile, anche da parte delle amministrazioni pubbliche, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado». Insomma, c'è l'obbligo dell'educazione gender nelle scuole. Il progetto di legge, quindi, obbligherebbe anche i bambini delle scuole dell'infanzia a "celebrare" la transessualità e il transgenderismo. «Che l'Italia e gli Italiani restino liberi!» hanno concluso.

«Mamma mi strozza», ma il giudice archiviò
La casa del delitto, a Muggia, Trieste (Ansa). Nel riquadro, Olena Stasiuk
Emergono nuovi, incredibili particolari sulla morte del piccolo Giovanni, sgozzato da Olena Stasiuk a Muggia. Nell’esposto del 2023 del padre contro la ex, c’è la testimonianza della vittima sulla madre: «Mi ha infilato un dito nel sedere». Il pm: «Beghe tra coniugi».

Il piccolo Giovanni aveva paura della mamma e non riteneva una «buona idea» trascorrere del tempo con lei. Sono sempre più inquietanti i particolari che emergono sulla morte del bimbo di nove anni sgozzato dalla mamma Olena Stasiuk nel suo appartamento a Muggia, in provincia di Trieste.

Merz: l’Europa sono io (più Parigi)
Friedrich Merz (Ansa)
Il cancelliere conferma che alla guida del continente devono esserci solo i tedeschi e i transalpini. E per avere un’Unione più utile a Berlino, punta a sopprimere il veto.

L’Unione europea non funziona più? Facciamone un’altra, più piccola e maneggevole, in tandem con la Francia. Questo il senso profondo di quanto dichiarato ieri dal cancelliere tedesco, Friedrich Merz, nel corso di un convegno organizzato dalla Süddeutsche Zeitung.

Con i soldi che gli abbiamo regalato Zelensky fa fare gli affari a Macron
Volodymyr Zelensky ed Emmanuel Macron (Ansa)
Il presidente vola in Francia e compra 100 Rafale, 8 contraeree, radar, bombe e treni: con i caccia svedesi, il conto supera i 30 miliardi (nostri). E Ursula vuol dargliene altri 70, per coprire il «deficit enorme» di Kiev.

Ai grandi magazzini Lafayette, Volodymyr Zelensky ha comprato 100 caccia, otto contraeree, quattro sistemi radar, sei di lancio di bombe e 55 treni. Così, senza aver ancora spedito manco un legionario straniero al fronte, Emmanuel Macron ha raccolto, per conto della sua industria bellica, i dividendi delle passerelle dei volenterosi.

L’Italia si mette all’erta per la guerra ibrida
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni durante il Consiglio supremo di Difesa (Ansa)
Al Consiglio supremo di Difesa, con Mattarella, c’era la Meloni con mezzo governo. La nota del Colle: «Vigilare sugli attacchi cyber, adeguarsi alla sfida dei droni russi. A Gaza cessi l’occupazione, però Hamas va disarmata. Ignobile l’antisemitismo».

Un appuntamento fisso che in questo caso, visto il contesto, assume un’importanza diversa. Si tratta del Consiglio supremo di Difesa, che si tiene periodicamente al Quirinale e che ieri ha visto all’ordine del giorno, oltre all’evoluzione dei conflitti in corso, anche le minacce ibride, con riferimento alle possibili ripercussioni sulla sicurezza dell’Italia e dell’Europa. Cina e Russia, in particolare, sono state portate all’attenzione del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che appena due giorni, fa al Bundestag, ha fatto riferimenti al rischio nucleare.

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