2023-09-06
Cambia l’aria sui porti. A Taranto arriva il primo foglio di via agli amici dei cinesi
Il porto di Taranto (IStock)
Niente piattaforma logistica alla srl legata al governo di Pechino. A Brindisi monta la protesta contro Edison e Ugo Patroni Griffi.Contrordine, compagni cinesi. L’autorità portuale del mar Ionio che gestisce il porto di Taranto ha rigettato la richiesta per la concessione della piattaforma logistica presentata da Progetto internazionale 39. Ve la ricordate? Si tratta della società su cui aveva acceso un riflettore La Verità a novembre 2022, rivelando che tra gli azionisti c’è anche un delegato del governo di Pechino in Italia, Gao Shuai, con il 33%, mentre un 1% è posseduto dall’Associazione per lo sviluppo economico e culturale internazionale. Shuai è presidente della Aseci, fondatore del Dragon Business Forum, responsabile di progetti per favorire rapporti tra imprese italiane e cinesi. L’oggetto principale della srl - che evoca nel nome sia la presenza di investitori stranieri sia il prefisso telefonico dell’Italia -è «l’assunzione e la gestione di partecipazioni operanti nei settori energetico, trasporti, concessioni, logistica, servizi in genere». Attività ben diverse da quelle di cui si occupava fino all’11 agosto 2022 quando ha cambiato nome e oggetto sociale: prima, infatti, si chiamava Pumma Brand e si occupava di gestire il marchio di una catena di pizzerie nella Capitale. Nell’aprile e settembre 2020, in piena emergenza Covid, quando le mascherine venivano vendute (e comprate) a peso d’oro, in Puglia arrivò direttamente dalla Cina un carico da 50 tonnellate di dispositivi. Secondo quanto ricostruito all’epoca, fu proprio l’imprenditore Shuai a fare da facilitatore con le grandi piattaforme distributive dei materiali sanitari che in quel momento tutto il mondo cercava. All’inizio di marzo 2023 la Progetto internazionale 39 ha vinto la gara per aggiudicarsi la piattaforma logistica del porto pugliese dopo l’uscita di scena della società Taranto Logistica, in cui era presente il gruppo Gavio. Ne avevamo scritto ricordando anche che a Taranto i cinesi hanno già messo un piede nel 2020 con l’insediamento di Ferretti, il costruttore di barche di lusso controllata dalla società statale cinese Weichai. A fine febbraio l’autorità portuale presieduta da Sergio Prete (che tra l’altro compare, unico italiano, tra gli esperti dello Shangai International Shipping Institute) aveva individuato la proposta della srl quale più idonea a proseguire l’iter istruttorio preferendola a quella presentata dai danesi di Vestas. Shuai e i suoi meno noti compagni di viaggio miravano a svolgere «attività di movimentazione e stoccaggio di merci e container, ed attività di ricerca e sviluppo nei settori dell’energia e delle scienze della vita». Il tutto «impegnandosi a mantenere le attività in area Zes per almeno 10 anni, con possibilità di estensione successiva, avvalendosi del regime di Zona franca doganale». Ieri, però, il Corriere di Taranto ha scritto che l’autorità ha respinto e archiviato l’istanza di Progetto internazionale 39 per la piattaforma logistica. Il motivo? La mancata capitalizzazione e la mancata modifica dei soci. L’istanza presentata mesi fa dall’srl italocinese risultava codificata con il codice Ateco 70.21 che riguarda aziende che si occupano di pubbliche relazioni e comunicazione, svolgendo «attività per conto terzi» (attività per altro ben diverse da quelle di cui si occupava fino all’agosto 2022). Questo dettaglio, lasciava già intendere che Progetto internazionale 39 fungeva da veicolo per una società di scopo con altri soci. Tanto che a marzo La Verità si era chiesta se dietro l’operazione ci fosse la manina del colosso cinese di Stato, Cosco, che ha investito anche sui porti di Amburgo, Anversa, Rotterdam e Atene. Era una possibilità, considerando che servirà un vettore per portare le merci e che Cosco possiede una flotta di oltre 400 navi portacontainer. Di certo, l’srl avrebbe dovuto modificare la compagine sociale ma non è avvenuto e quindi l’istanza per la piastra logistica di Taranto è stata respinta. L’ultima presa cinese sul porto viene dunque sventata, mentre è tornato d’attualità il tema delle privatizzazioni di queste infrastrutture strategiche e proprio mentre il governo Meloni prepara l’uscita soft dalla Via della seta.Nel frattempo, a Brindisi monta la protesta nei confronti di Ugo Patroni Griffi e del progetto della italofrancese Edison. Ricordiamo che oggi il porto di Taranto è gestito dall’autorità presieduta da Prete mentre i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli sono gestiti dall’autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale presieduta appunto da Patroni Griffi (nominato nel 2017 dall’allora ministro Graziano Delrio e confermato dal primo governo Conte). In questi giorni, il Pd di Brindisi ha chiesto la sospensione della concessione portuale rilasciata a Edison per la realizzazione di un deposito costiero di gnl. Aggiungendo così un tassello alle polemiche scaturite dalla pubblicazione del progetto definitivo, da cui emerge l’inserimento di una torcia alta 45 metri, al posto della torcia a terra prevista nella prima stesura. Il caso si inserisce in una partita non solo politica: in Puglia si stava studiando l’unificazione in una sola autorità portuale di tutte le strutture al cui timone avrebbe puntato Patroni Griffi. Anche lui considerato tra i «fan» della Via della seta, almeno a giudicare dalle dichiarazioni pubbliche fatte negli ultimi anni dall’avvocato barese che, tra l’altro, non è solo presidente di un porto ma è anche console onorario della Svizzera a Bari. Nel marzo 2019, ad esempio, Patroni Griffi scriveva su Facebook di essere convinto che le Zes fossero «il biglietto per i porti meridionali per la Via della seta».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.