2023-09-17
A Pontida il Carroccio da battaglia. Europee e migranti, alert al premier
Matteo Salvini pronto a rispolverare il modello di lotta e di governo. E sull’emergenza clandestini a Lampedusa schiera Marine Le Pen (che spiazza l’ala istituzionale del partito). Sull’autonomia è corsa contro il tempo.«Adess adoss!». Serve il grido d’assalto dell’Atalanta per riassumere il ritorno in piazza della Lega di lotta e di governo, e per restituire un po’ di sana provincia al sacro pratone di Pontidà. Con l’accento finale, come da pronuncia di Matteo Salvini nel video in francese realizzato con l’intelligenza artificiale. La trovata fa vacillare il militante bergamasco più avvezzo al blues del «pota» che alla Vie en rose, ma serve al segretario per mettere a proprio agio la guest star Marine Le Pen: oggi parlerà alla gente padana subito prima del vicepremier.«Noi prevediamo di continuare con questo governo per i prossimi anni ma bisogna cambiare l’Europa» preannuncia Salvini, come per rassicurare e al tempo stesso mettere in guardia Giorgia Meloni. A cui lancia l’invito: «Lei sta facendo l’impossibile per l’immigrazione, sarebbe un peccato non vincere insieme le Europee». «Quest’anno a Pontida ci sono donne e uomini della Lega provenienti da tutta Italia e da altri Paesi. Sarà una giornata di amicizia, di politica, di futuro. Ci saranno moltissime persone per parlare di scuola, di università, di lavoro, di ambiente e di cultura. Sarà l’inizio di un grande corso di cui la Lega sarà protagonista». È la 35ª volta che il partito fondato da Umberto Bossi si ritrova qui, con i suoi simboli, le sue battaglie, le aspirazioni condivise di coloro che Roberto Maroni chiamava «i barbari sognanti». Qui dove di solito si mettono i punti fermi e si dice pubblicamente dal palco la verità. Questo è un raduno che conta anche perché, al di là della tradizione e del folclore, a Pontida arrivano tre Leghe. La prima è quella del segretario, con i piedi dentro il Palazzo e la testa in mezzo alla gente. È il partito che in questo autunno di sbarchi incontrastati riprende quota nei sondaggi (quasi al 10%) proponendo le ricette che avevano fatto centro quattro anni fa: utilizzo della Marina militare e ripristino dei decreti Sicurezza, più applicazione degli accordi di Malta sulle redistribuzioni obbligatorie. «Con il processo politico di Palermo che ha la funzione di compattare i militanti», spiffera un vecchio colonnello della prima ora.Lo scopo è «svegliare l’Europa una volta per tutte», ripete il segretario ormai impegnato ad annunciare ciò che Meloni non può dire. Mentre la premier si espone con Ursula von der Leyen e Mark Rutte in accordi inapplicati come quello di Tunisi, Salvini ritorna al passato, alle sue percentuali di clandestini zero virgola. E guadagna consensi. La partita interna si gioca anche su Bruxelles, obiettivo la campagna elettorale per le Europee del 6 giugno 2024. La presenza di Le Pen è un segnale lampante: «Con i socialisti mai e con il Ppe a condizione che si allontani dai socialisti». Sarà un punto d’attrito permanente con Forza Italia, Antonio Tajani ha già escluso ogni alleanza con «i nazionalisti lepeniani». Poi c’è la Lega di governo, quella istituzionale di Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, ministri e governatori. È la più felpata, contraria agli strappi e pure alla passerella di Le Pen. Soprattutto in Veneto l’invitata francese non convince e una domanda rimane senza risposta: «Che ci fa una nazionalista sul palco federalista più importante d’Italia?». A precisa domanda il governatore Zaia ha risposto con un distinguo illuminante: «Non sapevo di quell’invito ma a Pontida non sono mai mancato un anno, a prescindere da chi sale sul palco. Io vado per i militanti, vado perché lì c’è lo spirito più profondo della Lega». Per poi aggiungere con un pizzico di malizia in un colloquio con Il Gazzettino: «Credo in una Lega progressista, moderata, che risponda al bisogno dei veneti, ma che è anche la Lega dei confini, della difesa dei territori. Quindi non ho nulla da recriminare rispetto agli ospiti, Pontida è di tutti». Come quel tal calciatore, è d’accordo a metà col mister.Infine c’è la terza Lega, quella che arriva sul prato da 35 anni con gli striscioni, quella pane e mortadella che pedala in sella alla bicicletta e non coglie le sottigliezze del Risiko europeo. Ma sa benissimo, come butta lì un sindaco che ricorda gli exploit di Bossi, che «cominciare la volata adesso per le Europee è un errore, in questi casi il rischio è piantarsi col vento in faccia a marzo». È la Lega del qui e ora, che ha applaudito alla tassazione degli extraprofitti alle banche, tifa per il «Salvini che difende i confini» ma guarda al Ponte sullo Stretto da cantierizzare nel 2024 come a un’eccentricità lontana. E soprattutto attende l’autonomia differenziata come il vero, decisivo ritorno a Itaca. Oggi Roberto Calderoli, memoria storica dell’evento - arrivava sul fango del pratone con gli stivali e non mancò neppure nel duro periodo del tumore -, potrebbe essere costretto a ripetere ciò che aveva già detto l’anno scorso: «Senza autonomia mi sentirei tradito da lombardo e da bergamasco. Guardate al Trentino, si tengono le tasse e investono bene i loro soldi». Per capirci, suo nonno autonomista ante litteram, ripeteva: «Bergamo nazione, tutto il resto è meridione». Oggi la legge è ferma al Senato, la precedenza verrà data al Bilancio e i leghisti sanno che, a un partito centralista come Fratelli d’Italia, la sola parola fa venire la gastrite. La magmatica kermesse sarà tutto questo, ancora una volta. Con la soglia numerica dei 50.000 partecipanti per decretarne il successo e quella dei 25.000 per temerne il flop. E con due totem da celebrare: il Roberto Maroni che fece la storia del partito e quel Silvio Berlusconi che mettendo insieme il centrodestra fece nascere la seconda repubblica mentre la sinistra arruolava le Procure per eternare la prima. Proprio il ricordo dei due leader scomparsi potrebbe smuovere Umberto Bossi assente dal 2017. Un roco e antico «vadaviaiciap» è quello che ci vuole per metabolizzare il Pontidà.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.