2020-08-25
Giuseppi sparge bugie sulle macerie del sisma
Detesto gli anniversari delle tragedie. Che si tratti di disastri naturali o di stragi, l'appuntamento si risolve sempre con cerimonie inutili, dove le autorità ripetono frasi stereotipate, facendo promesse che sanno già di non poter rispettare o, peggio, di non avere alcuna intenzione di mantenere. Non ha fatto eccezione la commemorazione del terremoto di Amatrice. Dal giorno in cui il sisma seppellì, uccidendole, 299 persone sono trascorsi quattro anni e la ricostruzione dei 138 paesi che tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria furono sconvolti dalle scosse non è mai praticamente iniziata. Ai 40.000 sfollati furono promessi rapidi interventi e due anni fa, poco dopo essersi insediato, Giuseppe Conte si recò di persona nell'epicentro del terremoto, promettendo l'inizio dei lavori. Risultato, dopo altri 700 giorni il presidente del Consiglio è tornato sul luogo del misfatto, pronto a ripetere la solita litania, ma questa volta non ha trovato la claque che si aspettava, bensì tante persone arrabbiate che non hanno lesinato critiche. La cerimonia, causa Covid, prevedeva una messa all'aperto nel campo sportivo con le sedie opportunamente distanziate. Ma quei (...)(...) posti attrezzati per accogliere le autorità e i famigliari delle vittime sono rimasti in gran parte desolatamente vuoti. Non nella parte riservata ai rappresentanti delle istituzioni, ma in quella che avrebbe dovuto ospitare chi ha perso i familiari e la casa. È stato questo il modo di protestare dei terremotati che lo Stato ha lasciato soli. Una manifestazione silenziosa, senza insulti e violenza, ma comunque un modo per rappresentare la rabbia di una popolazione che si sente abbandonata. Il silenzio ha lasciato lo spazio anche a qualche contestazione, perché la passerella del premier ha comunque ottenuto di scaldare gli animi. Così, chi da quattro anni attende che sia fatto ciò che era stato promesso, si è rivolto direttamente al capo del governo, chiedendo conto dei ritardi. Le frasi del presidente del Consiglio sono state di circostanza, con le solite rassicurazioni e un elenco di progetti che nessuno sa dire quando vedranno la luce, visto che a oggi, nei Paesi colpiti dalle scosse di terremoto, non sono state rimosse neppure le macerie.Del resto non c'è da stupirsi. Meno di un mese fa, sia il capo dello Stato che Giuseppe Conte cinguettarono le loro prese di posizione in vista del quarantesimo anniversario della strage di Bologna. Sergio Mattarella, commemorando gli 85 morti e i 200 feriti dell'attentato alla stazione del capoluogo emiliano, ribadì «l'esigenza di piena verità e giustizia», aggiungendo «la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia». Il presidente del Consiglio non fu da meno e via Twitter dichiarò di essere «al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità. Lo dobbiamo alle 85 vittime innocenti, lo dobbiamo a noi stessi». Peccato che pochi giorni dopo aver annunciato l'intenzione di alzare il sipario sui misteri d'Italia, il governo presieduto da Giuseppe Conte abbia confermato il segreto di Stato sugli atti top secret di quella stagione. I messaggi dei nostri 007 che potrebbero svelare i misteri della strage di Bologna e probabilmente dell'abbattimento dell'aereo dell'Itavia nel cielo di Ustica, per effetto dello stesso premier che dice di voler squarciare il velo, dovranno dunque rimanere riservati. Sì, da un lato, di fronte ai familiari delle vittime, Conte invoca la verità e dall'altro, lui che si è tenuto la delega sui servizi segreti, contribuisce a occultarla.Così, per tragedie e stragi, agli anniversari le istituzioni si presentano con due volti. Da un lato c'è quello che recita la parte afflitta e versa pure una lacrima in ricordo delle vittime, dall'altro c'è il volto arcigno e cinico dell'uomo politico che le lacrime se le è già opportunamente asciugate e interpreta l'interesse del potere.No, mi spiace. Detesto gli anniversari e le celebrazioni delle disgrazie, perché ogni volta mi appaiono per quel che sono, ossia una spregiudicata messa in scena, dove capi di governo, ministri e rappresentanti delle istituzioni si prestano alla commedia dell'ipocrisia. Risparmiatevi e risparmiateci le cerimonie. Gli anniversari li celebreremo solo quando ci racconterete la verità sulle stragi e la verità sulla ricostruzione. Presentatevi al prossimo appuntamento con qualche cosa di concreto: diversamente, per quanto mi riguarda, preferirei che vi teneste alla larga, sia fisicamente che con le formule liturgiche e false con cui riempite il web di dichiarazioni.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)