Detesto gli anniversari delle tragedie. Che si tratti di disastri naturali o di stragi, l'appuntamento si risolve sempre con cerimonie inutili, dove le autorità ripetono frasi stereotipate, facendo promesse che sanno già di non poter rispettare o, peggio, di non avere alcuna intenzione di mantenere. Non ha fatto eccezione la commemorazione del terremoto di Amatrice. Dal giorno in cui il sisma seppellì, uccidendole, 299 persone sono trascorsi quattro anni e la ricostruzione dei 138 paesi che tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria furono sconvolti dalle scosse non è mai praticamente iniziata. Ai 40.000 sfollati furono promessi rapidi interventi e due anni fa, poco dopo essersi insediato, Giuseppe Conte si recò di persona nell'epicentro del terremoto, promettendo l'inizio dei lavori. Risultato, dopo altri 700 giorni il presidente del Consiglio è tornato sul luogo del misfatto, pronto a ripetere la solita litania, ma questa volta non ha trovato la claque che si aspettava, bensì tante persone arrabbiate che non hanno lesinato critiche. La cerimonia, causa Covid, prevedeva una messa all'aperto nel campo sportivo con le sedie opportunamente distanziate. Ma quei (...)
Massimo Cacciari (Ansa)
Il filosofo: «Lasciamo stare la parola moralità, dall’inchiesta in Puglia emerge la scarsa qualità della classe dirigente del partito. E noi siamo costretti a parlare di cose miserevoli mentre si va verso la guerra mondiale».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 15 aprile 2024 con Camilla Conti
Droni e missili quasi tutti abbattuti. Ma a Gerusalemme fermarli è costato 1 miliardo.
(Ansa)
Usa e G7 cercano di frenare la reazione di Gerusalemme perché temono l’escalation che conduca alla guerra mondiale. Ma il primo passo è allontanare Mosca da Teheran: l’asse del male si spezza con il cessate il fuoco.