2024-08-19
Per neutralizzare le sanzioni Usa Xi offre a Putin lo scudo di Hong Kong
Xi Jinping e Vladimir Putin (Ansa)
In cinque mesi, dall’isola sotto controllo cinese sono arrivati in Russia beni per 2 miliardi di dollari. Tra questi, molto materiale ad alta tecnologia prodotto in Europa e in America e impiegato nello sforzo bellico in Ucraina.«Le triangolazioni contro l’Occidente erano già rodate». L’esperta Irina Tsukerman: «Pechino e Mosca mantengono interessi differenti, le intese commerciali potrebbero essere rimesse in discussione».Pure l’Iran se ne giova per armarsi. Teheran usa l’ex colonia britannica per proseguire il suo programma missilistico, rifornirsi di aerei senza pilota e acquistare mezzi che poi distribuisce ai suoi alleati.Lo speciale comprende tre articoli.Il flusso di spedizioni da Hong Kong verso la Russia - successivo all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022 - mette in evidenza il ruolo cruciale della città nel sostenere i nemici degli Stati Uniti nell’eludere le sanzioni internazionali. Questo è quanto emerge da una recente analisi pubblicata negli ultimi giorni dalla Committee for Freedom in Hong Kong Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Washington che si batte per l’autonomia, i diritti e le libertà della città sotto il dominio cinese.Il rapporto di 62 pagine intitolato «Sotto il porto: il ruolo guida di Hong Kong nell’elusione delle sanzioni» illustra come le imprese di Hong Kong abbiano facilitato l’esportazione di prodotti inclusi nelle liste degli articoli prioritari di Stati Uniti e Unione europea, conosciuti come «Common High Priority Items», evidenziando l’uso di queste tecnologie chiave da parte dell’apparato bellico russo. L’indagine si è focalizzata su una dozzina di aziende precedentemente non identificate, che secondo l’agenzia avrebbero contribuito a esportare milioni di dollari in chip ad alta tecnologia verso la Russia - oltre a componenti per droni destinati all’Iran - e avrebbero facilitato trasferimenti illeciti di petrolio da nave a nave per la Corea del Nord.Il report ha esaminato i dati raccolti dall’organizzazione non profit per la sicurezza globale C4ADS, rivelando che i mittenti di Hong Kong hanno spedito beni per un valore di 1,97 miliardi di dollari a compratori russi tra agosto e dicembre 2023. Di questi beni, il 40% del valore era rappresentato da 11 articoli classificati come ad alta priorità, tra cui semiconduttori utilizzati come ricevitori di dati, unità di archiviazione digitale, processori e controller per computer. L’analisi ha inoltre evidenziato che 206 aziende di Hong Kong hanno partecipato alla spedizione di articoli di alta priorità, prodotti da aziende negli Stati Uniti, nell’Unione europea o da alleati democratici asiatici, che sono arrivati in Russia a dicembre. Ad esempio, Piraclinos, che si autodefinisce «un fornitore di fertilizzanti e carbone», ha inviato milioni di dollari in circuiti integrati alla società russa Vmk, la quale è stata sanzionata dagli Stati Uniti a settembre, come indicato nel rapporto. Piraclinos avrebbe inoltre spedito chip amplificatori per un valore di 2,03 milioni di dollari, provenienti da vari produttori di tecnologia statunitensi, tra cui Onsemi e Dell Emc. I documenti aziendali esaminati dal comitato di Hong Kong indicano che Piraclinos ha cambiato spesso amministratori e proprietari. La Onsemi ha affermato di non avere alcuna traccia di vendite a Piraclinos: «Onsemi non vende direttamente o indirettamente a Russia, Bielorussia o Iran, né a organizzazioni militari non alleate. Collaboriamo con le forze dell’ordine e le agenzie governative, se necessario e appropriato, per dimostrare come Onsemi conduce gli affari in conformità con tutti i requisiti legali applicabili e che ci atteniamo ai più alti standard di condotta etica», ha affermato un portavoce dell’azienda. Al quotidiano giapponese Nikkei Asia il colosso tecnologico Dell ha respinto le accuse: «Dell rispetta le normative globali, compresi tutti i controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti. I nostri distributori e rivenditori sono tenuti a rispettare tutte le normative globali e i controlli sulle esportazioni applicabili. Se veniamo a conoscenza di un distributore o rivenditore che non rispetta questi obblighi, adottiamo misure appropriate, inclusa la risoluzione del nostro rapporto». Il quadro normativo di Hong Kong facilita la creazione di società fittizie, sia da parte di residenti locali che di cittadini stranieri. Hong Kong ha mantenuto il suo status di hub di libero scambio anche dopo essere tornata sotto il controllo cinese nel 1997 e continua a posizionarsi in alto negli indici aziendali grazie alle basse imposte, alla totale mancanza di controlli sui capitali e a una valuta locale ancorata al dollaro statunitense. Il rapporto sottolinea anche che le sanzioni si sono concentrate principalmente sulle aziende coinvolte nelle spedizioni illecite di merci, piuttosto che sui singoli individui. Nell’aprile 2023, l’Office of Foreign Assets Control degli Stati Uniti ha sanzionato tre società di Hong Kong per i loro legami con la fornitura di beni elettronici all’Iran per programmi sui veicoli aerei senza pilota. Tuttavia, Li Jianwang e Liu Jin, i proprietari di Attronix, una delle tre società sanzionate, hanno presentato istanza di cessazione delle operazioni e un anno dopo hanno costituito una nuova società di Hong Kong, Ets International. Sebbene le attività di Ets International siano del tutto sconosciute, il caso evidenzia quanto sia molto semplice per gli individui eludere le sanzioni semplicemente creando nuove società. A questo proposito, Samuel Bickett, autore del report intervistato da Nikkei Asia, afferma: «Gli attuali schemi di applicazione hanno dei limiti e, nonostante l’uso di nuove sanzioni secondarie, le spedizioni di tecnologia occidentale in Russia continuano. Le banche non sono state soggette a sanzioni secondarie, nonostante tali politiche per colpire le istituzioni finanziarie siano state introdotte a dicembre». Infine, lo scorso 11 luglio è emerso il caso di Agu Information Technology, un distributore basato a Hong Kong, che sul proprio sito dichiara di fornire «hardware per server, apparecchiature di rete e componenti direttamente dal produttore (Intel e Samsung, nda)». Tra settembre e dicembre 2022, Agu (fondata solo nell’aprile 2022) ha effettuato sei transazioni di valore pari o superiore a 100.000 dollari con la società russa di vendita all’ingrosso di macchinari Mistral, come riportato dai dati doganali russi ottenuti da Cybex Exim, un’azienda di ricerca indiana. In totale, Agu ha esportato oltre 60.000 semiconduttori Intel per un valore complessivo di circa 18,7 milioni di dollari, inclusi microprocessori il cui costo unitario è di 13.000 dollari. Quando i giornalisti di Nikkei Asia si sono recati all’indirizzo indicato come sede centrale di Agu nei registri aziendali non hanno trovato nessuno. Nemmeno un cassetta della posta. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/per-neutralizzare-le-sanzioni-usa-xi-offre-a-putin-lo-scudo-di-hong-kong-2668983629.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-triangolazioni-contro-loccidente-erano-gia-rodate" data-post-id="2668983629" data-published-at="1724011104" data-use-pagination="False"> «Le triangolazioni contro l’Occidente erano già rodate» Irina Tsukerman è un avvocato e ricercatore presso l’Arabian Peninsula Institute di Washington D.C. Si può dire che senza Cina e Iran la guerra in Ucraina sarebbe già finita? «Iran e Cina hanno fornito alla Russia droni, missili, munizioni leggere e armi non letali provenienti dalla Cina. Hanno fornito assistenza logistica e di intelligence, aiutando il commercio di energia e l’elusione delle sanzioni. Cina, Iran e Russia fanno anche parte di una lobby politica all’interno delle Nazioni Unite, che contrasta le spinte alla responsabilità da parte del blocco occidentale. La Cina e l’Iran hanno aperto le porte alla Russia in Medio Oriente e nel Sud globale, dandole accesso a flussi di reddito. Queste collaborazioni sono intrinsecamente limitate. L’Iran è sottoposto a pesanti sanzioni, mentre la Cina teme un ulteriore controllo da parte dell’Occidente e ha un conflitto di interessi con la Russia su diversi fronti, come lo sviluppo tecnologico. Il fattore più importante che ha prolungato la guerra in Ucraina è stato il successo della propaganda russa nel rallentare l’assistenza degli Stati Uniti». Come funzionano queste triangolazioni? «Gli accordi politici tra questi regimi possono variare in risposta alle mosse dei loro avversari, ma in genere hanno una dinamica intrinseca più strettamente legata alle loro agende indipendenti e collettive. Se da un lato le sanzioni possono accelerare gli accordi finanziari, dall’altro i meccanismi per aggirare e isolare l’Occidente - come gli accordi commerciali indipendenti, la spinta alla dedollarizzazione e le esercitazioni militari - si sarebbero probabilmente verificati a prescindere e in alcuni casi prima delle crisi attuali. Tali accordi potrebbero essere messi in discussione da obiettivi concorrenti, come la rivalità tra Cina e Russia, o da interessi contrastanti ma anche complementari tra Russia, Cina e Iran nel perseguimento di obiettivi geopolitici nei punti caldi globali. I Paesi imparano l’uno dall’altro e cooperano su questioni come la sicurezza informatica e l’hacking, la guerra dell’informazione e misure attive assortite, ma perseguono anche interessi indipendenti nell’economia, nel lobbismo politico o nelle operazioni di intelligence. La Russia non si fa scrupolo di pestare i piedi alla Cina per rivitalizzare le sue relazioni con il Vietnam attraverso progetti energetici che ostacolano le rivendicazioni territoriali di Pechino». Alcuni commentatori hanno affermato che le nuove sanzioni statunitensi aumenteranno solo i costi delle transazioni in valuta estera per finanziare gli acquisti russi legati alla guerra, ma non li impediranno. È così? «Le sanzioni statunitensi hanno un certo peso, ma anche dei limiti. Dovrebbero essere più coerenti, mirate, meglio applicate, coordinate con la comunità internazionale, compresi i Paesi non occidentali, e integrate da efficaci controlli sulle esportazioni-importazioni. Attualmente, esistono fonti di reddito alternative per il finanziamento della guerra, come le incursioni nelle miniere in Africa, la vendita di oro e il finanziamento di criptovalute in luoghi come Dubai, Singapore e Hong Kong, imprese criminali assortite, il commercio sul mercato nero e gli investimenti diretti da parte dei principali attori internazionali come gli Stati del Golfo». Oltre a Hong Kong, quali Paesi si prestano a queste triangolazioni? «Singapore, Dubai (Emirati Arabi Uniti), Cipro, Kazakistan, Armenia e molti altri Paesi dell’Asia centrale e dell’Eurasia sono punti primari per gli scambi illeciti, il riciclaggio di denaro, la miscelazione di petrolio e gas e altre forme assortite di cooperazione finanziaria clandestina, come le società di comodo utilizzate per spostare denaro». Secondo la stampa israeliana, la linea di produzione del drone suicida iraniano Shahed-136 è stata stabilita nella Repubblica del Tatarstan, in Russia. È possibile che anche i cinesi stiano spostando le fabbriche nelle ex repubbliche sovietiche? «Per anni, la Cina ha utilizzato il discorso del separatismo uiguro per indurre una dimensione militare all’interno dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, sfruttando la sua perenne ossessione per il terrorismo, il separatismo e l’estremismo religioso per promuovere l’espansione militare nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, dove la Cina sta superando la Russia per quanto riguarda l’influenza militare, soprattutto sotto forma di droni, missili e altre forniture mascherate da donazioni. Recenti rapporti evidenziano una potenziale base militare cinese in Tagikistan, che potrebbe portare l’influenza militare della Cina nella regione a un nuovo livello. Il governo cinese non ha detto molto su questa base, se non che ha costruito diversi edifici per la lotta al traffico di droga in altre zone lungo il confine afghano del Tagikistan. Ma la crescente cooperazione con l’Afghanistan continuerà a giustificare una presenza cinese a presidio del confine con il Tagikistan, soprattutto nell’estremo oriente. Altre ragioni per la scelta di quest’area per una probabile espansione sono il crollo della presunta divisione economico-militare sino-russa del lavoro, il crescente interesse economico per l’Asia centrale come corridoio principale della Belt and Road Initiative e la continua lotta contro il traffico di droga». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/per-neutralizzare-le-sanzioni-usa-xi-offre-a-putin-lo-scudo-di-hong-kong-2668983629.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="pure-liran-se-ne-giova-per-armarsi" data-post-id="2668983629" data-published-at="1724011104" data-use-pagination="False"> Pure l’Iran se ne giova per armarsi Lo scorso 11 luglio l’Office of Foreign Assets Control (Ofac) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato cinque individui e sette entità con sede in Iran, nella Repubblica popolare cinese e a Hong Kong, per aver facilitato degli acquisti per conto di subordinati del Ministero della Difesa e della Logistica delle Forze Armate (Modafl) dell’Iran. Tra i materiali inviati in Russia ci sono accelerometri e giroscopi, che servono come input chiave per il programma iraniano di missili balistici e per i veicoli aerei senza pilota (Uav). L’acquisizione da parte dell’Iran di componenti missilistici e Uav continua a consentire la proliferazione dei suoi sistemi d’arma ai suoi delegati in Medio Oriente e alla Russia. Il sottosegretario del Tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, Brian E. Nelson, ha affermato: «La sconsiderata proliferazione da parte dell’Iran dei suoi missili balistici e degli Uav rischia di aumentare ulteriormente l’instabilità e mette a repentaglio le vite dei civili, sia nella regione che nel resto del mondo. L’azione di oggi espone altre importanti società di facciata e agenti fidati attraverso i quali l’Iran ha cercato di acquisire questi componenti. Gli Stati Uniti continueranno a imporre costi a coloro che facilitano la capacità dell’Iran di produrre queste armi mortali». Tra le aziende sanzionate ci sono anche la Beijing Shiny Nights Technology Development Co., Ltd. (Beijing Sntd), con sede in Cina, una società di facciata del Modafl che ha acquistato elettronica e apparecchiature per conto di utenti finali iraniani, la Electro Optic Sairan Industries Co. (Sapa), con sede in Iran, ha acquistato equipaggiamento militare e sviluppato tecnologie per il Modafl e ha contribuito separatamente allo sviluppo di Uav che vengono utilizzati dalle forze russe in Ucraina della serie Shahed da parte del Shahed Aviation Industries Research Center (Sairc), designato dall’Ofac. Mohammad Abdollahi, con sede in Iran, è un responsabile commerciale e funzionario degli acquisti per Sapa che lavora a stretto contatto con Thomas Ho Ming Tong, con sede a Hong Kong, per acquistare componenti ottici per conto di Sapa. Tong si coordina direttamente con Abdollahi per facilitare i preventivi, effettuare ordini e creare fatture per componenti ottici, tra cui reticoli, espansori di fascio riflettenti e array di lenti montate. Tong utilizza le sue società con sede a Hong Kong e nella Repubblica popolare cinese -Tas Technology Company Limited, Cloud Element Company Limited e Btw International Limited - per acquistare e organizzare il pagamento dei componenti da Sapa. Bright Shore Inc Limited, con sede a Hong Kong, è una società per la quale Tong è direttore. Altre aziende nel mirino dell’Ofac sono la Azmoon Pajohan Hesgar Limited Liability Company (Aph), un produttore di apparecchiature di prova coinvolto nella progettazione di test di sensori e sistemi di navigazione inerziale con sede in Iran, e la Shenzhen Rion Technology Co., Ltd. con sede in Cina, una società tecnologica che ha fornito, o tentato di fornire, articoli a supporto della società di facciata del Modafl Beijing Sntd.