2023-02-01
L’ultima battaglia del cardinale Pell: «Ratzinger sia Dottore della Chiesa»
Joseph Ratzinger e George Pell (Getty Images)
Sul «Timone» il pensiero del porporato australiano su Benedetto, inviato il giorno prima della morte: «Nessun Papa ha pubblicato una teologia così alta e variegata. Certe liturgie contemporanee, per lui, erano apostasia».Nessun Papa nella storia ha pubblicato una teologia così alta su una tale varietà di argomenti al pari di Benedetto XVI. Altri Papi hanno dato contributi più importanti per lo sviluppo della dottrina, come Leone Magno al Concilio di Calcedonia e anche Giovanni Paolo II, soprattutto con le due encicliche morali Veritatis Splendor ed Evangelium Vitae, nelle quali però, Joseph Ratzinger, in qualità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ha avuto un ruolo significativo.Quando ero seminarista a Roma, durante il Concilio, Joseph Ratzinger, in qualità di peritus, non era molto conosciuto nella mia cerchia, né considerato particolarmente radicale. È diventato più noto nel mondo anglosassone dopo gli stravolgimenti del 1968. A metà degli anni Sessanta, prima della crisi del Sessantotto, Ratzinger scrisse: «Se la Chiesa si adattasse al mondo in qualsiasi modo che comporti un allontanamento dalla Croce, ciò non porterebbe a un rinnovamento della Chiesa, ma solo alla sua morte». Mentre alcuni degli oppositori di Ratzinger sono cambiati, il suo quadro teologico di base è rimasto invariato senza alcuna inversione di rotta, anche dopo il 1968. I suoi più importanti cambiamenti di posizione riguardano la liturgia e l’ecclesiologia.L’atteggiamento di Ratzinger nei confronti del Tomismo si può ritenere sia stato di opposizione a quello descritto come Tomismo leonino o barocco, che fiorì in molti seminari prima del Concilio, e anche nella sua opposizione a Suarez. Certamente, la maggior parte dei manuali scolastici scritti in latino che studiavamo a filosofia negli anni Sessanta in Australia, erano aridi, obsoleti, impersonali e meccanicistici. Fu proprio questo impersonalismo che spinse il giovane Karol Wojtyla a scrivere una tesi sul personalismo di Max Scheler e sulla sensibilità verso l’esperienza umana nella sua fenomenologia. Lo scetticismo di Ratzinger nei confronti del Tomismo dei manuali era condiviso quasi all’unisono dai seminaristi degli anni Sessanta.Il suo scetticismo non andrebbe letto in modo così esasperato, però, perché Ratzinger, come la maggior parte dei cattolici, è debitore verso l’Aquinate per mille motivi, soprattutto nel campo della morale, e non è ostile al Tomismo classico in generale o allo stesso San Tommaso.Joseph Ratzinger-Benedetto XVI si può ritenere abbia preso da Sant’Agostino la sua concezione della centralità dell’amore (come dimostra la sua prima enciclica Deus caritas est) e il legame essenziale con la verità, la convinzione che la fede non possa essere radicalmente separata dalla ragione e la sua devozione alla bellezza trascendentale, nell’arte, nella musica, nella letteratura, ma soprattutto nella liturgia. Qualcuno ha voluto contrapporre il tomista Giovanni Paolo II all’agostiniano Benedetto. Si tratta di personalità diverse, con doti e formazioni diverse. Giovanni Paolo II proveniva da una Chiesa che ha lottato sia contro il nazismo sia contro il comunismo e ha visto entrambi uscire dal palcoscenico della storia. Studiava legge all’università, era costretto ai lavori forzati, un leader nato e un poeta, un attore e un ottimista. I suoi studi di dottorato sono stati in filosofia e spiritualità.Anche papa Benedetto è cresciuto nella forza comunitaria della Baviera cattolica, ma i cattolici tedeschi non sono stati in grado di impedire l’ascesa al potere di Hitler e hanno condiviso i disastri che ha causato al suo popolo. Benedetto è un uomo dalla profonda spiritualità, dalla genuina gentilezza e dall’enorme cultura sviluppata attraverso una vita di studio e scrittura.Tuttavia, la collaborazione tra Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger è stata tra le più brillanti ed efficaci della storia della Chiesa, in quanto hanno saputo dialogare con il mondo del sapere e hanno affrontato la cultura della morte.Ben prima del Concilio, il giovane Ratzinger si era interessato alla riforma liturgica e molti rimarranno sorpresi da quanto i suoi commenti su alcuni aspetti degli sviluppi liturgici post-conciliari siano schietti e provocatori. Egli ritiene che alcune liturgie contemporanee siano forme di apostasia, simili all’adorazione del vitello d’oro da parte degli ebrei. Secondo lui, il santo sacrificio della messa è un atto di culto, non un pasto in compagnia; e ridurre l’Eucaristia a un’esaltazione della comunità locale è un capovolgimento radicale delle dovute priorità. Il vero rinnovamento liturgico è stato osteggiato da forze burocratiche, filistee e secolariste.In ogni modo, so che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI non avrebbe mai enfatizzato troppo l’importanza di una certa teologia nel produrre la vitalità cattolica perché, in fondo, era in linea con la poesia di Giovanni Paolo II Stanislaw, dove si legge: «Se la parola non ha convertito, sarà il sangue a convertire». Il nostro ideale, ha sempre indicato Ratzinger, deve essere il martire, il testimone: una vita che coincida con la verità. *Cardinale, già prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede (1941-2023)
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
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Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.