2025-05-18
Il Pd requisisce le case per non alzare i salari
Roberto Gualtieri (Imagoeconmica)
I sindaci Gualtieri, Sala e Lepore trovano la sponda della Commissione: molte persone non possono permettersi un’abitazione quindi è giusto attaccare la proprietà privata. Non li sfiora neanche l’idea che ad aumentare dovrebbero essere le buste paga.Lo schema non è difficile da comprendere. A Roma c’è un governo di centro destra che sulla casa e le politiche abitative magari non ha un’idea compatta ma certamente ha avuto il merito di bloccare la pericolosa riforma del catasto che avrebbe spostato la tassazione sul livello patrimoniale. E sul tema delicato degli affitti brevi mantiene un concetto di base: il rispetto della proprietà privata. Di conseguenza la sinistra da tempo cerca di spostare le competenze su Bruxelles. Forse nella speranza che le leggi italiane e la politica nostrana possano essere bellamente bypassate. Così si formano nuove alleanze tra i sindaci dem e la Commissione. L’altro giorno Roberto Gualtieri ha partecipato a un evento per la presentazione del piano comune europeo per l’emergenza casa. Ha invocato il sostegno Ue per creare nuove abitazioni infilando nel discorso il solito, e alquanto pericoloso, ritornello sulla limitazione degli affitti. «La regolamentazione degli affitti brevi e la limitazione degli accessi è fondamentale», è stato detto durante l’incontro pur ammettendo che non basta a risolvere i problemi. D’altronde in una recente intervista al Venerdì di Repubblica il sindaco di Roma si è fatto scappare tra le righe la verità. Ha spiegato che gli affitti brevi non sono la causa dell’aumento dei canoni lunghi. Ma il problema è che in Italia solo il 5% del totale degli immobili rientra nel perimetro dell’edilizia popolare. Contro il 40% di Vienna, per fare un esempio. Poi, però, il sindaco ha reingranato la marcia e ha aggiunto che con la lotta agli affitti brevi si risolverà il tema del sovraffollamento turistico. Viene il dubbio che è quasi una certezza che il racconto sia utile anche all’Europa per mettere a terra la rivoluzione dell’housing sociale che si incastra perfettamente con le grandi manovra sulle case green. Il patrimonio immobiliare, essendo illiquido, è quello più difficile da tassare (soprattutto in Italia) e quindi anche se in modo progressivo gli immobili di classe più bassa si svaluteranno a tal punto che si creerà un obbligo alla svendita e un subentro dei fondi. Molti cittadini avranno bisogno di agevolazioni e altri passeranno alle case non di proprietà. Inutile dire che i fondi possono efficientare il mercato guadagnando e garantendo flussi di gettito costante. Nel frattempo, come sempre fa l’Europa, è necessario avviare lo schema dell’emergenza. «L’Europa è nel mezzo di una crisi abitativa in troppe città», ha dichiarato il commissario europeo all’Housing, Dan Jorgesen, seduto vicino a una sfilza di sindaci visto che oltre a Gualtieri a rappresentare l’Italia c’erano anche Matteo Lepore di Bologna e Beppe Sala di Milano. «Troppe persone non possono permettersi una casa dignitosa. Questo è, ovviamente, inaccettabile. È inaccettabile che persone con lavori normali ma molto importanti per le nostre società, come agenti di polizia, infermieri o insegnanti, non possano permettersi di vivere nelle città in cui operano», ha aggiunto il Commissario per poi concludere: «Pertanto, una priorità fondamentale per questa Commissione è contribuire a risolvere questa crisi». Stupisce, anzi lascia un po’ basiti che non passi per la testa di Jorgensen che l’impegno dovrebbe essere quello di portare gli stipendi delle forze dell’ordine, dei sanitari e di altre figure chiave a un livello che consenta non solo di ambire a una casa, ma anche di costruire una sicurezza patrimoniale che consenta di ricostruire la borghesia che anno dopo anno sta scomparendo dalle nostre città. Non può essere accettabile né la ridistribuzione della ricchezza (che altro non è che impoverimento) né che la soluzione alla fallacia della politica sul lavoro debba essere la violazione della proprietà privata. A chiudere il cerchio del pensiero socialista sempre in occasione del medesimo convegno è stata infatti proprio la vice presidente Teresa Ribera felice di essere al lavoro per regolare, normare e vincolare i rapporti tra piattaforme digitali e i piccoli proprietari del mattone. Eppure l’housing sociale è importante e andrebbe implementato. La percentuale, citata sopra, del 5% è però stabile da anni. Non cresce perché si fa propaganda. Il sindaco di Milano sostenne la farse della protesta delle tendine (universitari che lamentavano di non poter avere una casa in centro) ma non ha fatto nulla per creare in periferia alloggi destinati a chi studia. Magari creando anche collegamenti efficienti di trasporto pubblico locale. Insomma, un sistema complesso che trovi risposte a problemi complessi. L’esatto opposto a quanto stiamo assistendo da ormai due anni a questa parte. A questo punto c’è da tenere monitorata con attenzione la progressione dell’alleanza tra sindaci e Commissione Ue. Il patrocinio della Ribera può creare una doppia morsa. La spallata sulle case green non è riuscita grazie all’Europarlamento?Allora, ecco che si studia il modo di sommare le limitazioni agli affitti e gli obblighi sulle classi ambientali per dare potere a un regolatore che non risponde ai Parlamenti, ma alle filiere politiche che esprimono gli amministratori locali e i piani alti di Bruxelles. A chi osserva e racconta deve però rimanere sempre acceso un principio: se cade il principio della proprietà privata viene meno la democrazia come l’abbiamo conosciuta negli ultimi decenni.
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