2023-10-08
Parisi ha trovato il prossimo Covid: il caldo
Il Nobel che fece censurare Ratzinger loda Bergoglio, che bacchetta i «negazionisti» del riscaldamento globale. Se gli fanno da grancassa, pure i religiosi vanno a genio al fisico, che intanto si affretta a battezzare la futura emergenza: dopo il virus, il clima.A quanto sembra, non tutti i Papi riescono col buco. Ce ne sono alcuni che risultano indigesti, al punto che si rifiuta di farli parlare. E altri che, al contrario, si possono celebrare con entusiasmo, spellandosi le mani. Joseph Ratzinger, ad esempio, nel 2007 fu duramente contestato da un gruppo di autorevoli docenti della Sapienza di Roma, i quali firmarono una feroce letterina per chiedere che l’allora Pontefice non presenziasse alla inaugurazione dell’anno accademico. La richiesta fu rivolta al rettore dai luminari «in nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia». Tra i firmatari vi era Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021. Curiosamente, trattasi dello stesso Parisi che adesso s’illanguidisce pensando a papa Francesco. Ne incensa l’esortazione apostolica Laudate Deum e ne riecheggia le posizioni sul cambiamento climatico. Ne condivide le idee parola per parola. Quel testo, argomenta Parisi, è un «intervento estremamente necessario visto che i governi se ne infischiano del cambiamento climatico e che la voce di quelli che sostengono l’importanza di combatterlo è una voce che grida nel deserto. L’esortazione apostolica», insiste il Nobel, «si rivolge non solo ai fedeli ma a tutte le persone di buona volontà, perché, come dice spesso il Papa, nessuno può salvarsi da solo». Singolare, no? Da antipapista a chierichetto il passo - con tutta evidenza - è brevissimo e Parisi lo ha rapidamente compiuto. Un tempo voleva silenziare il Papa, censurarlo. Ora lo porta in palmo di mano e lo riverisce. Che il fisico sia stato illuminato sulla via di Damasco? Forse gli è apparso l’angelo Gabriele annunciandogli una lieta novella? No, non risulta. Risulta invece che adesso la montagna è andata a Maometto, e cioè che Francesco dice esattamente ciò che Parisi vuol sentirsi dire. Cioè se la prende con «certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica». Il riferimento è ovviamente ai cosiddetti negazionisti del clima, cioè coloro che sono scettici non tanto riguardo al cambiamento climatico, bensì alle soluzioni che vengono calate dall’alto - da governi e istituzioni sovranazionali - per fronteggiarlo. Già, ora il Papa precisa che le «emissioni pro capite negli Stati Uniti sono circa il doppio di quelle di un abitante della Cina e circa sette volte maggiori rispetto alla media dei Paesi più poveri», e spiega che «un cambiamento diffuso dello stile di vita irresponsabile legato al modello occidentale avrebbe un impatto significativo a lungo termine». Sembrano parole uscite dalla bocca di Parisi medesimo, il quale si dice convinto che «bloccare il cambiamento climatico richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti». Va detto che il metodo del nostro Nobel risulta interessante. Se i leader religiosi non gli vanno a genio, bisogna osteggiarli. Se gli fanno da grancassa, però, lui se li coccola e li imbroda. Oddio, non stupisce troppo che lo stimato fisico ragioni così: segue alla lettera la linea stabilità dalla centrale ideologica che un tempo chiamavamo Cattedrale sanitaria e che ora è divenuta più genericamente Cattedrale scientifica. Se a criticare il discorso dominante è una personalità autorevole - un Nobel, un Papa, un filosofo geniale - il reprobo va immediatamente sminuito, contestato, denigrato. Se sostengono la versione prevalente, invece, anche le mezze tacche, i vippetti e i cantanti sono trattati da eroi. Parisi, non da oggi, intende presentarsi come il perfetto ministro della Cattedrale scientifica. Il peso del Nobel gli conferisce una aura di santità: egli è l’unto della Scienza e può discettare di quel che gli aggrada anche se privo di specifiche competenze. Ha potuto ad esempio girare spot a sostegno del vaccino pur non essendo un virologo, e ha propagandato l’inoculazione in lungo e in largo senza che si potesse contraddirlo: dopo tutto lui è la Ragione personificata, mica un Ratzinger qualsiasi. Non soddisfatto, ultimamente Parisi balza da una emergenza all’altra, con la medesima, granitica sicumera. Dopo aver tirato in ballo i morti per invitare a vaccinarsi, adesso scrive: «Si stima che l’anno scorso in Italia ci siano stati 18.000 morti dovuti alle ondate di caldo e probabilmente quest’anno ne avremo più di 20.000, il doppio circa dei morti da Covid». Formidabile: pure la peste del secolo passa in secondo piano ora che c’è da pompare la nuova minaccia apocalittica. E Parisi è sempre lì, in prima fila, alzato sulla barricata a speculare sui defunti e a fare l’esperto in materie che non sono le sue. Si vede che, una volta vinto il Nobel, si può serenamente perdere ogni ritegno.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.