Parole Testarde | Il populismo non esiste

Prima che si parlasse di populismo con i toni da fine del mondo, prima cioè della Brexit e di Trump; prima che il termine passasse a codificare come impresentabile un’intera offerta politica, accomunando anche partiti, movimenti e idee che non c’entravano nulla l’uno con l’altro; prima di tutto questo le istanze alla base del cosiddetto «populismo» erano state perfettamente descritte e indagate da un grandissimo storico, Christopher Lasch. Il suo «La ribellione delle élite», pubblicato in America nel 1995, è un condensato di acume profetico che non squalifica con etichette ma indaga le ragioni profonde del malessere delle nostre democrazie. L’America degli anni Novanta assomiglia molto da vicino a tanti Paesi europei degli anni Dieci: impoverimento del ceto medio, disagio esistenziale, calo di benessere e sicurezza, senso di distanza dai centri di potere reale (le «élite», appunto), crisi delle comunità e dei corpi intermedi, insicurezza diffusa. Oggi l’epiteto «populista» è già passato di moda: paradossalmente, molti dei temi così etichettati sono passati sotto le insegne di partiti «di sistema», complici anche gli anni del Covid: proprio per questo rileggere Lasch permette di tornare alla radice dei problemi e non alla loro superficiale negazione. E di interrogarsi sul ruolo dello stato, delle comunità, sui limiti della democrazia, delle istituzioni sovranazionali e del liberalismo: non per improbabili istinti di ripulsa, ma per capire che, in fondo, il populismo non esiste. E, con ogni probabilità, non è mai esistito.

«Non ho mai sentito la magistratura lontana dalla polizia così come oggi»
Domenico Pianese (Imagoeconomica)
  • Il capo del sindacato Coisp Domenico Pianese: «Inaccettabile il racconto di certi media che parlano di “persona inerme uccisa a sangue freddo”».
  • Il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo: «Con l’emendamento la cifra salirà a 10.000 euro».

Lo speciale contiene due articoli.

Incarichi al compagno gay. Si è dimesso l’uomo di Giuli
Francesco Spano (Imaoeconomica)
Salta Francesco Spano, imposto come capo di gabinetto 10 giorni fa, contro ogni buon senso e senza spiegazioni, dal neo ministro: avrebbe mischiato soldi pubblici e affari privati, come nel 2017. Una figuraccia che si poteva evitare.
Avvertite Vendola e i giornaloni. L’utero in affitto era già proibito
Nichi Vendola (Imagoeconomica)
Il mondo progressista grida all’allarme democratico per il fatto che il governo ha dichiarato reato universale la maternità surrogata. Giova ricordare che la pratica era considerata abietta dal legislatore anche prima.
Immatricolazioni di settembre: perdite ridotte per Renault e Mercedes, guadagnano Toyota e Volkswagen. L’ad chiede sussidi e incolpa il green Ue per il flop, ma se le altre case fanno meglio il responsabile è lui.
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