{{ subpage.title }}

Parole Testarde | Il populismo non esiste

Prima che si parlasse di populismo con i toni da fine del mondo, prima cioè della Brexit e di Trump; prima che il termine passasse a codificare come impresentabile un’intera offerta politica, accomunando anche partiti, movimenti e idee che non c’entravano nulla l’uno con l’altro; prima di tutto questo le istanze alla base del cosiddetto «populismo» erano state perfettamente descritte e indagate da un grandissimo storico, Christopher Lasch. Il suo «La ribellione delle élite», pubblicato in America nel 1995, è un condensato di acume profetico che non squalifica con etichette ma indaga le ragioni profonde del malessere delle nostre democrazie. L’America degli anni Novanta assomiglia molto da vicino a tanti Paesi europei degli anni Dieci: impoverimento del ceto medio, disagio esistenziale, calo di benessere e sicurezza, senso di distanza dai centri di potere reale (le «élite», appunto), crisi delle comunità e dei corpi intermedi, insicurezza diffusa. Oggi l’epiteto «populista» è già passato di moda: paradossalmente, molti dei temi così etichettati sono passati sotto le insegne di partiti «di sistema», complici anche gli anni del Covid: proprio per questo rileggere Lasch permette di tornare alla radice dei problemi e non alla loro superficiale negazione. E di interrogarsi sul ruolo dello stato, delle comunità, sui limiti della democrazia, delle istituzioni sovranazionali e del liberalismo: non per improbabili istinti di ripulsa, ma per capire che, in fondo, il populismo non esiste. E, con ogni probabilità, non è mai esistito.

L’Unione europea assomiglia sempre di più alle autocrazie che dice di osteggiare
Ppalazzo Berlaymont (Getty Images)
Confiscare i beni congelati alla Russia è una deriva da «capitalismo di Stato» anti libero mercato.

Le intenzioni della Commissione europea riguardo all’utilizzo degli asset sovrani russi attualmente trattenuti dall’Unione europea, in Belgio, sono alquanto pericolose e altamente rischiose. Proprio ieri, la presidenza danese ha informato che il Coreper - il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue, ha approvato l’avvio di una procedura scritta per la decisione formale del Consiglio entrooggi alle 17. La mossa prevede il rinnovo a tempo indeterminato delle sanzioni che immobilizzano gli asset russi in Europa usando l’articolo 122 del Trattato che consente di procedere a maggioranza qualificata.

Continua a leggere Riduci
Ue sul precipizio: avviato il blocco degli asset russi
Ursula von der Leyen (Ansa)
Via libera alla procedura che permette di utilizzare i capitali russi senza l’unanimità dei Paesi. Ungheria e Slovacchia contrarie. Ursula von der Leyen: «Oggi il primo passo, il Consiglio deciderà come usarli». Rutte intanto soffia sul fuoco: «Siamo il prossimo obiettivo di Mosca».

Come se le tensioni che ruotano attorno al piano di pace in Ucraina non bastassero, il generale della Nato, Mark Rutte, ha voluto rincarare la dose, avvertendo che «il conflitto è alle porte. La Russia ha riportato la guerra in Europa».

Continua a leggere Riduci
Zelensky non si scolla dai terreni da cedere: «Deciderà il popolo»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Kiev fa muro sul Donbass, mentre Trump perde la pazienza: «Frustrato da Ucraina e Russia, voglio azioni non chiacchiere».

Prosegue il processo diplomatico ucraino. Kiev ha infatti inoltrato agli Stati Uniti le proprie correzioni al piano di pace. «Non si tratta di una nuova versione, si tratta degli stessi 20 punti, solo che alcuni sono stati leggermente ripensati», ha riferito ieri un funzionario ucraino ad Abc News, sottolineando che la bozza contiene «alcune nuove idee» sul destino dei territori e della centrale nucleare di Zaporizhia.

Continua a leggere Riduci
Edicola Verità | la rassegna stampa del 12 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 dicembre con Carlo Cambi

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy