2024-02-11
Panetta strappa con la Lagarde: «La Bce non ritardi i tagli ai tassi»
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta (Imagoeconomica)
Il governatore di Bankitalia chiede il cambio di rotta. «Fisiologico aumentare i salari».La Bce non ritardi il taglio dei tassi di interesse, i timori sull’inflazione si stanno rivelando infondati. È uno dei messaggi lanciati ieri dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo discorso sul palco del Forex riunito a Genova. Un monito per i falchi del rigore ma anche per i vertici di Francoforte. Secondo Panetta, il processo di disinflazione è «in fase avanzata». Se però la politica monetaria tardasse troppo ad accompagnare la disinflazione in atto «potrebbero emergere rischi al ribasso per l’inflazione che contrasterebbero con la natura simmetrica dell’obiettivo stabilito dal Consiglio della Bce. Nell’ultimo biennio», ha poi ricordato il governatore, «la politica monetaria della Bce è passata in modo repentino da un orientamento molto espansivo a uno nettamente restrittivo. A fronte degli shock inflazionistici di proporzioni storiche generati dalle strozzature nelle catene di produzione globali e dal rincaro dell’energia, questo cambio di passo è stato necessario». Ora però «l’esame delle condizioni macroeconomiche indica che la disinflazione è in una fase avanzata e che il cammino verso l’obiettivo del 2% prosegue con speditezza. Si sta rapidamente avvicinando il momento di un’inversione di rotta nell’orientamento della politica monetaria». Bisognerà, dunque, procedere verso un allentamento della stretta monetaria, ma tempi e modalità non sono ancora definiti. «L’esercizio di previsione che la Bce effettuerà in marzo offrirà utili elementi per valutare le prossime azioni di politica monetaria. Sarà opportuno vagliare non solo la prima mossa, ma anche le diverse opzioni per l’intero sentiero di normalizzazione monetaria. Andranno soppesati benefici e controindicazioni di un taglio dei tassi tempestivo e graduale rispetto a un allentamento tardivo e aggressivo, che potrebbe accrescere la volatilità dei mercati finanziari e dell’attività economica». E ancora: «I conflitti in Medio Oriente sollevano rischi per l’inflazione» anche se «il trasporto marittimo genera tuttavia solo una piccola parte dei costi di produzione complessivi».Panetta sembra, quindi, voler interrompere quella coazione a ripetere avviata da Christine Lagarde. Perché già nei mesi scorsi la Bce aveva ammesso che si era sbagliata, che ad alimentare la fiammata dei prezzi negli ultimi anni è stata solo in parte la bolletta energetica e che la vera responsabilità era da attribuire ai famigerati colli di bottiglia lungo la filiera dell’offerta emersi dopo i lockdown. I colli di bottiglia e i rincari delle bollette hanno generato la greedflation, ovvero la cosiddetta avidità di profitti che ha spinto le aziende ad alzare i prezzi finali per mantenere o aumentare i margini. Una sorta di legittima difesa da parte delle imprese, soprattutto grandi, che si tutelano dai rincari che a loro volta subiscono riversando l’aumento dei costi sugli utenti. Una corsa dei prezzi che la Bce non aveva visto, tanto che ha iniziato ad alzare i tassi solamente a luglio del 2022 restando ostaggio di una bolla statistica (fino a quel momento aveva sostenuto che il rialzo dei prezzi era solo un fenomeno transitorio destinato a rientrare presto). Ieri il governatore di Bankitalia ha però toccato molti altri punti. E ha, seppure indirettamente, lanciato una stoccata anche alla tassazione degli extraprofitti bancari, poi rivista, dal governo Meloni. Le banche siano attente alla salvaguardia della solidità del capitale, ha detto alla platea del Forex: «Siccome è nei periodi di relativa tranquillità che si formano gli squilibri che poi emergono nelle fasi di debolezza congiunturale, già oggi dobbiamo interrogarci sui rischi che potremmo trovarci a fronteggiare domani». Secondo Panetta «l’esperienza passata indica che un aumento dei tassi di interesse ha effetti positivi sui bilanci bancari nel breve periodo, ma che su orizzonti estesi finisce spesso per ripercuotersi negativamente sulle condizioni finanziarie di famiglie e imprese, con effetti di retroazione sul credito». In base alle stime di Bankitalia, «la qualità dei prestiti peggiorerebbe nel prossimo biennio. L’incidenza dei crediti deteriorati si manterrebbe ben inferiore ai picchi raggiunti dopo la crisi dei debiti sovrani, ma eventi imprevisti potrebbero condurre a scenari più sfavorevoli». Dunque, «alle banche è richiesta prudenza nella classificazione dei prestiti e una scrupolosa applicazione dei principi contabili internazionali, secondo cui occorre riconoscere le perdite attese ed effettuare le relative rettifiche di valore anche quando le perdite non si sono ancora materializzate». Infine, un passaggio sui salari: un recupero del potere d’acquisto dei salari «dopo le perdite subite», grazie agli aumenti «è fisiologico e potrà sostenere i consumi e la ripresa dell’economia», ha sottolineato Panetta. Aggiungendo che «oggi la probabilità che un ipotetico rafforzamento della dinamica salariale dia il via a una tardiva rincorsa salari-prezzi è esigua» e «se si leggono i dati con attenzione» le «preoccupazioni si attenuano».
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