
La sinistra difende da sempre, e spesso in modo irrazionale, ogni minoranza. Eppure considera chi rifiuta la puntura meritevole di ogni discriminazione: la libertà può esercitarsi solo nei limiti imposti dai progressisti. Se sconfina, è bollata come egoismo.Sono partiti gli Hunger Games del vaccino, la gara senza esclusione di colpi per domare finalmente la riottosa minoranza superficialmente ribattezzata No vax. Repubblica ci informa che il governo ha iniziato a «dare la caccia ai non vaccinati», utilizzando un termine che tradisce l'ideologia sottostante all'operazione: di solito si dà la caccia alle bestie, e infatti chi rifiuta il vaccino viene di fatto trattato come un subumano, destinatario di un rispetto minore di quello che si concede a un simpatico cagnolino. Non importa se chi non si è vaccinato lo abbia fatto per scelta ideologica (qualificandosi come no vax in senso stretto), per timore, per motivi di salute o problemi tecnici. Nella narrazione dominante tutte le vacche sono nere, e il non immunizzato è, nel migliore dei casi, presentato alla stregua di un idiota.Come ha scritto il filosofo Byung-Chul Han, «l'idiota è il moderno eretico. Il termine eresia significa, in origine, scelta. L'eretico, dunque, è qualcuno che ricorre a una scelta libera». Una scelta che, nel caso specifico dei vaccini, è consentita dalla Costituzione e dalle leggi vigenti. Ma che viene in tutti i modi demonizzata. C'è chi attacca i non vaccinati definendoli «disertori». Altri - i più - insistono a bollarli come egoisti.E qui assistiamo a un curioso, benché non inedito, paradosso. La libertà, al giorno d'oggi, è tollerata fino a che la si esercita nei limiti stabiliti dal discorso prevalente. Se esce da quegli steccati, è immediatamente ridotta a egoismo. Lo ha scritto molto chiaramente, sempre su Repubblica, Ezio Mauro. Per prima cosa ha accusato la «destra estrema» (e un giorno gli toccherà pure spiegare che cosa sia) di Meloni e Salvini di aver trasformato la lotta al virus in un'occasione di scontro politico, come se il confronto con il Covid non fosse precisamente una questione politica, e come se i progressisti non l'avessero strumentalizzata per tutti questi mesi.Poi, Mauro ha affondato il coltello, spiegando che «la destra» cavalca i peggiori istinti anti vaccino, «come se la sicurezza fosse a carico di una parte del Paese soltanto, e il populismo potesse disinteressarsene, tanto c'è qualcun altro che ne porta il peso». In questo modo, dice Mauro, «la destra separa la responsabilità dalla libertà, mutandone la natura». Insomma, i pericolosi fascisti sostituiscono alla libertà una perversa «egolibertà».È singolare questa insistenza sull'altruismo e sullo spirito comunitario da parte di esponenti di una cultura politica che le comunità ha fatto di tutto per distruggerle, salvo poi fare dell'autodeterminazione una bandiera. Andando con l'accetta, potremmo metterla così: la sinistra italiana difende da sempre ogni minoranza, spesso oltre ogni ragionevolezza. Eppure, la minoranza dei non vaccinati - anche se tutelata dalla Costituzione - viene considerata meritevole di ogni persecuzione.I sinceri democratici, ad esempio, sono pronti a dire che se un uomo «si sente» o si «percepisce» come donna ha diritto a essere considerato tale, persino se non cambia sesso chirurgicamente. Ma se lo stesso uomo non vuole o non «si sente» di farsi somministrare il vaccino, allora è un sabotatore che andrebbe ricondotto all'obbedienza tramite coercizione. Anche se porta la mascherina, rispetta il distanziamento e tutte le altre regole attualmente imposte.Dice l'intellettuale: chi cambia sesso, al massimo, mette a rischio sé stesso, non la comunità. Chi non si vaccina lo deve fare, appunto, per gli altri, per non farli ammalare. Questa impostazione altruistica è senz'altro nobile, e non abbiamo motivo di pensare che non sia sincera. In realtà, però, praticamente tutte le scelte problematiche delle minoranze hanno un impatto sulla vita delle comunità. L'identità di genere rivendicata dai trans, ad esempio, ha conseguenze (e non piccole) sui diritti delle donne.Ma proviamo pure a cambiare prospettiva. La sinistra da anni sostiene l'apertura delle frontiere, e dice di battersi (almeno a parole) per i diritti di minoranze come quella islamica. L'ingresso di irregolari non ha forse un ricasco sulla società italiana nel suo complesso? Il fatto di ospitare una minoranza non esattamente inerte non comporta forse dei rischi? Quando si pongono queste obiezioni, il progressista di solito risponde che le percentuali di rischio sono molto basse: gli stranieri delinquenti sono pochi; i musulmani estremisti o terroristi ancora meno.Assumiamo per un attimo che sia realmente così. Ebbene, se è questione di percentuali, non è forse estremamente esiguo il rischio che una minoranza di non vaccinati danneggi la maggioranza immunizzata? Davvero qualche decimale giustifica la soppressione di diritti fondamentali, la discriminazione conclamata o una repressione al limite della violenza (verbale, se non altro)? Visto che tutti ragionano per paradossi (ad esempio paragonando il Covid del 2021 al vaiolo di altre e diversissime epoche), proviamo a farlo anche noi. Che succederebbe se, per assurdo, creassimo un «muslim pass» utile a isolare i cosiddetti «estremisti islamici»? Scoppierebbe l'inferno, e infatti già adesso i tribunali rigettano regolarmente leggi che impongano maggiori controlli a chi voglia costruire moschee.Il punto è che, almeno nel sistema politico attuale, l'altruismo è prima di tutto il rispetto dell'altro. Di più: dell'alterità, cioè di una differenza che può anche essere radicale, che può addirittura disgustarci, o farci arrabbiare. Se rispettiamo l'altro soltanto quando si adegua alla nostra volontà o alle nostre preferenze, allora l'alterità viene cancellata, e rimane soltanto l'uguale.Chiaro: nelle democrazie esistono dei limiti, che vengono appunto stabiliti (o dovrebbero esserlo) sulla base dei valori condivisi da un popolo. La sinistra questi «valori condivisi» prova a forzarli in ogni modo, e da anni. E adesso li brandisce per accanirsi contro persone la cui scelta - più o meno libera - è tutelata dalla Costituzione, dalle leggi italiane (almeno finora) e addirittura dai regolamenti europei?L'idea di essere «intolleranti con gli intolleranti» è bacata fin dall'inizio: o si è tolleranti o non lo si è affatto. O si rispetta l'alterità, oppure si impone una visione omogenea. È concesso farlo, come no: basta uscire dalla democrazia. Realmente siete disposti a far prendere una decisione del genere agli attuali governanti? Pensateci bene, perché la prossima volta la minoranza oppressa potrebbe essere la vostra.
Ansa
Leone XIV torna a invocare il cessate il fuoco nella Striscia e il rilascio dei rapiti: «Dio ha comandato di non uccidere». L’Ue annuncia sanzioni contro Israele, ma per i provvedimenti più severi servirà l’ok del Consiglio. Decisive Germania e Italia.
(IStock)
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