{{ subpage.title }}

Omotransfobia Ddl Zan, Pro Vita e Famiglia: «E adesso pensano di chiudere anche la bocca agli italiani?»

Omotransfobia Ddl Zan, Pro Vita e Famiglia: «E adesso pensano di chiudere anche la bocca agli italiani?»
iStock

«Il Ddl Zan non è urgente. Sono queste le emergenze del Paese? Temi che tra l'altro il premier Mario Draghi non ha toccato in nessuno dei due discorsi programmatici, né al Senato né alla Camera? Sono ben altre le priorità del Paese. Esprimiamo la nostra contrarietà e la contrarietà delle famiglie italiane già vittime di una crisi senza precedenti. Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio come bene aveva rilevato la Cei, la legge c'è e basta applicarla». Così Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, alla notizia che oggi la capigruppo di maggioranza della commissione giustizia del Senato sia stata chiamata a calendarizzare il Ddl Zan sull'omotransfobia.

«La deriva liberticida, in un'Italia già allo stremo e sottoposta a continue restrizioni e limitazioni a causa del Covid, appare più che colpevole, una vera e propria violenza che chiuderebbe definitivamente anche la bocca dei cittadini introducendo de facto il reato di opinione. Tra l'altro non si segnala alcuna modifica significativa nella formulazione del testo modificato alla Camera e ora proposto al Senato. E' lampante il rischio di indottrinamento per i nostri bambini mediante le teorie del Gender propagandate da questa legge» ha continuato il vice presidente della onlus, Jacopo Coghe.

«È bene che chi sta in Parlamento sappia che con #restiamoliberi siamo pronti a scendere nuovamente in migliaia in tutte le piazze d'Italia. Via i bavagli e viva la libertà» ha concluso la nota di PVeF.

MasterChef, un rito televisivo che non invecchia
Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri al photocall di MasterChef (Ansa)

La quindicesima stagione di MasterChef Italia, al via ieri su Sky, conferma la forza di un format immutabile: giudici rodati, prove iconiche e una scrittura autoriale che bilancia tradizione, ritmo e personaggi, rendendo il talent un appuntamento ormai rituale.

Come il Natale, parte di un rituale che, di anno in anno, si ripete identico a se stesso. MasterChef Italia, la cui quindicesima stagione è partita ieri su Sky nella prima serata di giovedì 11 dicembre, è l'usato sicuro, quello che vince. Di più, convince. Senza, per giunta, avere bisogno di colpi di scena. Il talent show, alla cui giuria siederanno, ancora una volta, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, è riuscito nella mirabile impresa di bastare a se stesso, elevando quel che avrebbe potuto essere un triste effetto già-visto a chiave del proprio successo.

Continua a leggereRiduci
Reso invalido dalla pistola di un ladro. Ma a lui lo Stato nega i risarcimenti
(iStock). Nel riquadro, Andrea Furlan e la madre Cristina Calore
Andrea Furlan, impiegato in un supermercato nel Padovano, è paralizzato da quando, 12 anni fa, un rapinatore (mai trovato) gli sparò in testa. La giustizia italiana, prodiga coi malviventi, non gli ha riconosciuto un euro.

Come se non bastassero le tragedie che ti sconvolgono la vita improvvisamente, ecco i tempi della giustizia che sono anch’esse una tragedia ma di quelle che si potrebbero evitare. La vera tragedia, per Andrea Furlan, è avvenuta 12 anni fa nel suo posto di lavoro, il supermercato Prix di Albignasego, in provincia di Padova. È lì che uno dei due banditi, armato, fa partire un colpo di pistola che perfora la testa del ragazzo riducendolo in stato vegetativo. Tragedie che ti sconvolgono la vita e ti domandi: perché? Perché a me? L’altra tragedia - quella che invece si dovrebbe evitare - è ritrovarsi con lo Stato che latita, che non riesce a dare un nome e una fisionomia al killer e che soprattutto si presenta nella veste del temporeggiatore.

Continua a leggereRiduci
Dimmi La Verità | Alessandro Da Rold: «Sviluppi dell'inchiesta sull'urbanistica di Milano»

Ecco #DimmiLaVerità del 12 dicembre 2025. Il nostro Alessandro Da Rold ci rivela gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sull'urbanistica di Milano e i papabili per il dopo Sala.

Milano svetta ai Giochi dell’illegalità. Sigilli ad altri due palazzi in centro
Beppe Sala (Ansa)
Sequestrato il cantiere della Torre «Unico-Brera», in via Anfiteatro 7, che prevede appartamenti di lusso. I pm: «Nuova costruzione spacciata per restauro». Ma il Comune aveva ammesso la Scia: 27 indagati.

A Milano, nel cuore di Brera, un’area venduta per 20,9 milioni di euro è diventata un affare capace di sfiorare i 50 milioni di ricavi. Il progetto «Unico-Brera» dei costruttori Carlo Rusconi e Stefano Rusconi si reggeva su permessi comunali concessi come ristrutturazione e non come nuova costruzione. Una classificazione che ha aperto la strada a risparmi sugli oneri, tempi più rapidi e un aumento del margine operativo.

Continua a leggereRiduci
Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy