2022-06-29
Occhio, la tua auto ti spia. Per conto della Cina
Pechino punta a rendere tutti i veicoli smart in circolazione nel globo dei mezzi di sorveglianza. Così attacca Tesla.Grazie anche all’«alibi» del contenimento della pandemia, la Cina ha creato un enorme occhio invisibile per controllare non solo il presente del suo popolo ma anche il futuro. Una via di mezzo tra il Grande fratello orwelliano e il Minority Report di Tom Cruise. I dispositivi di localizzazione del telefono sono già ovunque nel Paese dove sono accese più della metà del miliardo di telecamere di sorveglianza attive del mondo. Le autorità di Pechino stanno sfruttando la tecnologia di riconoscimento facciale per raccogliere impronte visive in luoghi in cui 1,4 miliardi di persone mangiano, fanno acquisti, viaggiano, si divertono. La vita digitale dei cinesi viene collegata ai loro movimenti fisici attraverso Wechat, la WhatsApp cinese. E la polizia sta creando un gigantesco database di Dna e campioni di scansioni dell’iride che vengono presi indiscriminatamente anche da persone che non hanno alcun legame con la criminalità. Un team di giornalisti del New York Times ha trascorso oltre un anno ad analizzare più di centomila documenti relativi agli appalti del governo scoprendo ad esempio che, nella provincia del Fujian, sono state già memorizzate 2,5 miliardi di immagini facciali. Il sistema Hikvision a Tianjin analizza la probabilità delle persone di presentare una petizione in base alle loro relazioni sociali e familiari, ai viaggi passati e alle situazioni personali. Insomma, aiuta la polizia a creare un profilo di ciascuno, con campi in cui gli agenti possono descrivere il temperamento del manifestante, inclusi «paranoico», «meticoloso» e «irascibile». Quando la polizia di Zhouning, una contea rurale della provincia del Fujian, ha acquistato un nuovo set di 439 telecamere nel 2018, ha elencato le coordinate di dove sarebbe andata ciascuna. Alcune erano appese sopra gli incroci e altre vicino alle scuole ma ben 9 sono state installate fuori dalle case di persone con qualcosa in comune: la malattia mentale. A Shanghai, le autorità hanno utilizzato il software per identificare coloro che superano il normale consumo di acqua ed elettricità: vengono così trovati i lavoratori migranti, che spesso vivono insieme a stretto contatto per risparmiare denaro. Per raccogliere le impronte vocali vengono usati anche i registratori di suoni collegati alle telecamere di riconoscimento facciale: nella città sudorientale di Zhongshan, un bando per le aziende chiede dispositivi in grado di registrare l’audio da un raggio di almeno 300 piedi attorno alle telecamere. Tra i documenti trovati dal Times c’è anche una presentazione interna del colosso cinese Megvii, uno dei più grandi appaltatori di sorveglianza nel Paese, che mostra un software in grado di raccogliere dati su movimenti, tipo di abbigliamento, connessioni sociali e anche sugli spostamenti dei veicoli privati. Sì, perché anche le smart car possono spiare. Oggi un’auto intelligente, soprattutto se ha a bordo le cosiddette «black box», raccoglie e fornisce ai vari attori interessati (dalla casa produttrice all’assicurazione al noleggiatore) una miriade di dati: geolocalizzazione, velocità, consumi, pressione delle gomme, comportamento di guida, ma anche statistiche nell’utilizzo di contenuti del sistema di infotainment, numero di persone trasportate, carichi, eccetera. Non solo. «Oggi una qualunque auto dotata, per esempio, di ausili alla guida e di un livello di autonomia anche basso, dispone di sensori che monitorano anche parzialmente l’ambiente esterno, per esempio telecamere, sensori di prossimità, sensori di umidità», spiega alla Verità Marco Comelli, dello Studio Comelli. «Molte auto cominciano anche a essere dotate di sensori audio, interni ed esterni, per catturare comandi vocali ma anche per il vivavoce del telefono. L’auto inoltre dialoga con altre vetture e trasmette e riceve dati. Una telecamera come quelle presenti sulle Tesla Model 3, possono prendere fotografie ad altissima risoluzione di edifici, gruppi di persone e altro, possono memorizzarle in locale e trasmetterle quando non si trovano più in aree dove sono presenti disturbatori elettromagnetici». Ebbene, il governo cinese è arrivato ad accusare Tesla di potenziale spionaggio a favore di potenze straniere, proibendo il possesso e l’uso delle auto di Musk da parte di militari e dipendenti di aziende di Stato. Tra l’altro, a febbraio 2020, il management di Tesla in Cina era stato convocato da un comitato di governance (composto normalmente dal ministero dell’Industria e dell’Informatica e dall’Autorità dell’Amministrazione e regolazione del mercato, ma per l’occasione stranamente anche dall’ufficio degli Affari cyber centrali) riguardo a presunti problemi di qualità. Risultato: Tesla ha pure dovuto ritirare 36.000 vetture per sostituire i touch-screen. Il piano New energy vehicle (Nev) pubblicato a novembre 2019 (quindi prepandemia) dal governo di Pechino punta a integrare i veicoli elettrici in un «ecosistema di veicoli connessi intelligenti» entro i prossimi 15 anni. L’obiettivo è trasformare la Cina in una «centrale automobilistica globale» mediante il «coordinamento orizzontale e l’integrazione verticale» della singola vettura intelligente in sistemi di comunicazione, traffico, informazioni ed energia altamente interconnessi. In pratica, ogni veicolo elettrico in circolazione o costruito in Cina (dunque destinato all’esportazione) diventerà una centrale di sorveglianza semovente, non solo di chi ci viaggia ma anche del mondo circostante. Ma perché il governo cinese ha messo nel mirino proprio le Tesla? Forse per Starlink, il sistema satellitare di Musk, che permetterà alle sue auto di collegarsi in rete in ogni parte del mondo, saltando completamente l’infrastruttura locale. E che già adesso consente alle zone del fronte ucraino di rimanere connesse.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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