2021-06-11
«Odio e manipolazione nei nostri manifesti a Como! La verità vi fa male lo sappiamo»

Ansa
«La verità vi fa male lo sappiamo. E quindi avete bisogno di diffondere bugie, cara Rifondazione Comunista e cari Giovani Comunisti. I nostri manifesti non hanno 'il vergognoso scopo di diffondere odio verso le persone che fanno parte della comunità LGBTQIA+', ma condannano la teoria gender che viene diffusa, per esempio, nelle scuole e noi vogliamo difendere i nostri bambini da ogni manipolazione ideologica e intima» così ha replicato alle polemiche sorte a Como, Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus autrice della campagna 'diciamo no al Ddl Zan' con manifesti che raccontano i casi choc di indottrinamento arcobaleno da cui non si potrà più difendersi.
«Non è vero che il Ddl Zan serve a tutelare le persone LGBTQIA+, - ha continuato e concluso Jacopo Coghe, vice presidente di PV&F - serve solo a condannare chi non la pensa come loro, a tappargli la bocca, a legarci le mani per impedire una propaganda immorale sui nostri figli. L'odio è quello che hanno loro nei confronti dei nostri bambini e delle donne, che non saranno più rispettati per come sono, ma dovranno subire le decisioni sportive o scolastiche che vorranno loro senza diritto di replica. Proprio mercoledì abbiamo presentato un Report con i casi choc che dove sono passate certe leggi si sono verificati: padri condannati, pastori a processo per aver letto la Bibbia... se lo leggano i nostri detrattori e ci rispondano sui fatti».
Chinatown a Yaowarat Road, una delle vie principali di Bangkok (iStock)
La capitale della Thailandia rimane una delle mete preferite per i turisti: dai quartieri caratteristici come Chinatown, ai templi più famosi, come il Wat Pho, conosciuto soprattutto per la statua del Buddha Sdraiato (o Dormiente), passando per i mercati galeggianti, come quello di Khlong Lat Mayom.
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Nella battaglia contro l’utero in affitto va tenuto conto anche di questo aspetto: con i figli alle «famiglie» gay si nega la natura.
Anna Arecchia (iStock)
Anna Arecchia è presidente del Comitato per il diritto alle origini biologiche: «Tutti avvertono la necessità di risalire alle proprie radici. La maternità surrogata è una mercificazione, un passo indietro per le donne».