2022-02-23
Nuovi prodotti, cantiere a rilento
Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)
I primi risultati di Pfizer arriveranno a marzo. Il farmaco anti Omicron di Moderna non sarà pronto prima di agosto. Ma Francesco Paolo Figliuolo fa partire la corsa alla quarta dose.Le certezze del dinamico duo Speranza-Ricciardi sulla quarta dose per tutti dopo l’estate sono messe in discussione dall’Ema, da medici e da truppe di virologi che non possono essere di certo accusati di essere no vax. E che sottolineano come siano allo studio nuovi vaccini in grado di agire su tutte le varianti, quindi le nuove risposte dalla scienza potrebbero aiutarci a fare una scelta diversa che non sarebbe la classica quarta dose ma si tratterebbe della somministrazione di un vaccino diverso. E che prima di ipotizzare anche un eventuale richiamo annuale dobbiamo disporre di un prodotto che sia adeguato alla variante circolante predominante (il virus di oggi non è più quello di Wuhan), sullo stile dell’influenza e la cui copertura duri appunto 12 mesi. Ma a che punto sono i cantieri aperti dai colossi farmaceutici sui nuovi vaccini o sull’aggiornamento di quelli attualmente somministrati? Lo scorso 24 gennaio l’ad della Pfizer, Albert Bourla, rispondendo a una domanda durante un’intervista alla tv israeliana N12 aveva dichiarato che «un vaccino annuale per combattere il Covid è preferibile a una serie di booster somministrati ogni quattro o cinque mesi». Il giorno dopo Pfizer-Biontech e Moderna, case madri del vaccino con tecnologia Rna messaggero, hanno poi annunciato l’avvio dei test clinici specifici contro Omicron. La prima aveva avviato il reclutamento dei volontari under 55 anni e stimato i primi risultati dello studio per marzo. La quarta dose di vaccino «potrebbe essere già quella aggiornata. Oppure si potrebbero fare due vaccini contemporaneamente, a seconda della prevalenza della variante nel Paese», aveva dichiarato in un’intervista di metà gennaio Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia. Aggiungendo che rispetto alla possibilità che dosi continue facciano male «il tema esiste e non è scontato ripeterle continuamente. L’Ema stessa ricorda che i richiami vanno fatti nei tempi giusti». Quanto a Moderna, (che nel frattempo ha previsto anche l’apertura di nuove filiali commerciali in numerosi Paesi europei, ma non in Italia) lo scorso 17 febbraio l’ad, Stephane Bancel, ha spiegato all’agenzia Reuters che un richiamo specifico per Omicron potrebbe essere pronto entro agosto, ma l’azienda sta ancora raccogliendo dati clinici per determinare se quel vaccino offrirebbe una protezione migliore rispetto a una nuova dose del vaccino esistente. I risultati iniziali degli studi clinici sulle scimmie mostrano infatti che l’iniezione specifica dell’Omicron potrebbe non offrire una protezione più forte di una nuova dose del vaccino esistente. Mentre Astrazeneca sembra ormai essersi concentrata solo sulle terapie, i cosiddetti treatment (come i monoclonali), il vaccino più nuovo e il primo a base di proteine, ovvero Novavax, arriverà in Italia alla fine di questa settimana. La stessa azienda biotech americana sta sviluppando un vaccino per Omicron ma non si sa quando verrà messo sul mercato. Ieri, intanto, il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha inviato una lettera a Regioni e Province autonome per ufficializzare il via libera dal primo marzo alla somministrazione di «un’ulteriore dose di vaccino» anti Covid «come richiamo (“booster”) a tutti i soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria di età pari o superiore a 12 anni, che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario con tre dosi (di cui la terza addizionale), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla dose addizionale stessa». La platea di soggetti è pari a 889.999 persone.