2022-08-01
No Tav scatenati: 14 agenti feriti. Vanno all’assalto anche i bambini
Disordini in Valsusa dopo il corteo ecologista, dal quale sono fuoriusciti i facinorosi. L’ultimo assalto a un cantiere della Tav era costato agli antagonisti del centro sociale Askatasuna di Torino una richiesta di arresto e un rinvio a giudizio per 28 attivisti, 16 dei quali accusati di associazione a delinquere. La scena del crimine questa volta è San Didero, intorno all’area del cantiere per i lavori del nuovo autoporto di Susa, opera collegata alla Torino-Lione. Lì, sabato, dopo il corteo No Tav organizzato durante il Festival Alta felicità, alcuni operatori di polizia sono rimasti contusi dal lancio di oggetti e pietre da parte di manifestanti che sarebbero arrivati da Venaus. Stando ai primi accertamenti della Digos torinese, tra i principali promotori della manifestazione ci sarebbero proprio gli indomiti Askatasuna. L’aggressione sarebbe stata messa in atto con fionde e tubi da lancio per petardi, bombe carta e sassi. Gli investigatori stanno ancora visionando i filmati dei disordini per dare un volto e un nome agli attivisti (circa una cinquantina su un migliaio di manifestanti) che, incappucciati e indossate maschere antigas, hanno cercato di danneggiare l’area e innalzato barricate con tronchi sull’autostrada. Una strategia di guerriglia già vista. E che gli investigatori hanno subito ricondotto all’area antagonista.«Sono giunti a San Didero dal campeggio di Venaus con vari mezzi e hanno da subito cominciato ad assaltare il cantiere sia dal varco posto sul lato della statale sia dalla zona est, a ridosso dell’autostrada, con un fitto lancio di petardi, artifizi pirotecnici e sassi in direzione delle forze di polizia disposte a protezione del sito», hanno spiegato dalla Questura di Torino. C’era anche un bambino al quale era stato affidato un ariete di cemento. In un video viene ripreso mentre, incoraggiato da alcuni manifestanti, colpisce l’ingresso della recinzione. «Il fortino di San Didero non ha diritto di esistere. E lo sanno grandi e piccini», hanno scritto sui social gli attivisti.Ed ecco come si sarebbero mossi: «Un gruppo di alcune decine si è posizionato oltre l’autostrada sul lato opposto del cantiere, effettuando lanci di oggetti contundenti che hanno coinvolto la circolazione autostradale all’altezza di Avigliana». Il flusso di auto è stato interrotto e gli attivisti sono stati respinti e allontanati dalla celere, che è dovuta ricorrere a idranti e lacrimogeni. «Siamo in marcia!», avevano scritto in tempo reale sulla pagina facebook Notavinfo Notav. E sono andati avanti con i soliti slogan: «La lotta per la nostra terra è lotta per il pianeta». Alla fine il bilancio, oltre ai danneggiamenti, è di 14 poliziotti feriti. Dagli organizzatori non è arrivata ancora nessuna condanna per le violenze. Dalle forze di polizia, invece, la denuncia è compatta: «La magistratura non può non tenere conto che si tratta di un’aperta risposta al rinvio a giudizio dei militanti di Askatasuna», ha dichiarato il segretario provinciale dell’Ugl Fsp polizia di Stato Luca Pantanella. «È l’inizio di una nuova estate all’insegna del tiro al poliziotto, sport preferito di noti professionisti del disordine», è il commento di Vincenzo Chianese, segretario generale di Es polizia. «Chiediamo a gran voce un distacco inequivocabile da parte delle istituzioni nei confronti di questi criminali dei quali si conoscono l’identità e i centri sociali di appartenenza», ha espresso in una nota la segreteria regionale del Piemonte del Nuovo sindacato carabinieri. E anche il sindacato dei funzionari di polizia ha alzato la voce: «L’ala estremista del movimento No Tav», ha dichiarato il segretario Enzo Letizia, «invia contro le Forze dell’Ordine i propri black bloc per tessere la loro tela fatta di manipolazioni e strumentalizzazioni».
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