2019-12-03
Mr Ossitocina ci riprova: «La Meloni e Salvini piacciono agli analfabeti»
Gilberto Corbellini, dirigente del Cnr, spiega che i leader delle destre si rivolgono a chi non ha «sufficienti strumenti cognitivi per tenere sotto controllo le pulsioni». Ecco l'ennesimo caso di razzismo intellettuale.Gilberto Corbellini, se non altro, ha il pregio di essere coerente. Se ne frega delle critiche, tira dritto e continua imperterrito a ripetere le sue tesi, per quanto insultanti siano. Storico della medicina, a lungo copresidente dell'associazione Luca Coscioni, docente all'Università La Sapienza di Roma, Corbellini è direttore del Dipartimento di scienze umane e sociali del Cnr, ovvero la più importante struttura pubblica di ricerca del Paese. Poco più di un anno fa si distinse per una singolare proposta: suggerì nemmeno troppo velatamente che si potesse somministrare un ormone chiamato ossitocina ai sovranisti per renderli più favorevoli all'accoglienza. Non che il professore avesse in mente chissà quale piano terroristico. Semplicemente si rammaricava che nessun politico avesse preso in considerazione il fatto che «l'ossitocina contribuirebbe ad aumentare la fiducia e minimizzare l'ansia». Quale «uso politico» si potesse fare di tale scoperta, beh, è facile da immaginare.Secondo Corbellini, a far crescere i consensi dei partiti di destra contribuiva non poco «il fatto che siamo sempre più un Paese di anziani, e anche che l'80% della popolazione è funzionalmente analfabeta». Il messaggio era piuttosto chiaro: i sovranisti vincono poiché gli italiani sono ignoranti. Di recente, Corbellini ha deciso di ribadire il concetto in un libro intitolato Nel Paese della pseudoscienza. Perché i pregiudizi minacciano la nostra libertà (Feltrinelli). Ed è proprio presentando la sua opera all'Huffington Post che Corbellini ha pensato bene di offrire agli italiani un'altra splendida lezione di tolleranza, rispetto e democratica convivenza. Nella conversazione con Nicola Mirenzi lo studioso parte da un presupposto sacrosanto, e cioè che «la xenofobia è nel nostro Dna». Nulla di più vero: «Per decine di migliaia di anni, i nostri avi hanno vissuto in bande di cacciatori che interagivano tra di loro scontrandosi, picchiandosi, uccidendosi. E uno dei criteri per distinguere immediatamente l'amico dal nemico era il colore della pelle, la fisionomia del volto, l'aspetto fisico». Corbellini aggiunge un'altra verità: nel corso degli anni la cultura ha per lo più prevalso sulla natura, quindi le pulsioni xenofobe sono state via via soppresse. Il problema, però - continua il luminare - è che «quando il benessere e l'istruzione vacillano, le persone tornano a essere quelle che sono state per millenni: uomini guidati dall'istinto che esercitano la violenza per proteggersi». Ed eccoci finalmente al punto. Secondo Corbellini, manco a dirlo, oggi viviamo in un momento in cui benessere e istruzione vacillano. Il cronista dell'Huffington Post domanda: «La propaganda di Meloni e Salvini si rivolge all'antenato che è dentro di noi?». Risposta di Corbellini: «Entrambi parlano all'uomo basico, cioè alle persone che non hanno sviluppato sufficienti strumenti cognitivi e morali per tenere sotto controllo le proprie pulsioni più innate». Per mettersi al riparo da eventuali attacchi, il professore precisa: «Le persone che votano per i partiti e i movimenti populisti hanno le loro ragioni, ovviamente. Il problema della disuguaglianza è un problema reale». Peccato che un secondo prima abbia descritto i potenziali elettori delle destre come uomini basici, senza strumenti cognitivi sufficienti a tenere sotto controllo le pulsioni. Non pago, Corbellini si sente in dovere di chiarire i motivi del successo di Salvini e della Meloni: «L'Italia è un Paese nel quale il cinquanta per cento dei cittadini è analfabeta funzionale. Cito i dati dell'Ocse sul livello di alfabetizzazione degli adulti nel mondo occidentale. L'Italia è l'ultima della classifica. Salvini e Meloni parlano in maniera talmente chiara che riescono a farsi capire anche da loro. Mentre, invece, un politico come Zingaretti risulta per queste persone troppo complesso, oscuro». Già: il popolo non vota Zingaretti perché non lo capisce, non perché non apprezza le sue idee. Giusto per non farsi mancare nulla, poi, Corbellini se la prende con il «passatismo» di cui sono affetti gli italiani (di destra come di sinistra), in particolare gli anziani. Da lì ad appoggiare l'idea di togliere il voto ai nonni il passo è breve: «Credo che Grillo sia una delle persone più distanti da me sia politicamente, sia culturalmente», dice il professore. «Eppure, penso che in questo caso abbia ragione, almeno in parte. Su alcune cose che riguardano il futuro, noi anziani - mi ci metto dentro pure io, che ho 62 anni - non dovremmo influenzare decisioni che non capiamo».L'intervista si conclude con uno spot alla sinistra: «Gli emiliani non possono dirsi in nessuno modo insoddisfatti dal modo in cui ha governato Stefano Bonaccini», dice Corbellini. E aggiunge che le sardine non bastano per vincere nella regione rossa (che è pure la sua) poiché i pesciolini sono forti nelle città, ma nelle campagne rischia di vincere Salvini.Intendiamoci: Corbellini ha tutto il diritto di avere le sue idee e di esprimerle. Fa riflettere, tuttavia, l'insistenza sulla presunta ignoranza degli elettori di destra. Le sue parole fanno venire in mente le speculazioni di Gad Lerner sulle «classi subalterne» o le teorie di Massimo Recalcati sul sovranismo come malattia psichica. E viene da chiedersi: ma non è che gli intellettuali progressisti hanno un problema di razzismo nei confronti degli elettori di destra? Chissà, magari la commissione Segre può intervenire.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)