2023-07-26
«Mediterraneo torrido». Pur di toglierci i turisti Bloomberg usa la canicola
Dopo Karl Lauterbach contro Roma, la testata denigra le mete meridionali, paventando perdite da 2.000 miliardi nel settore. E delira: «La gente preferirà il Galles alla Grecia».Follie estive che possono fare danni immensi perché l’onda mediatica è sempre lunga e ogni tipo di allarmismo ha sempre effetti collaterali indesiderati. A parte le sciocchezze di herr Karl Lauterbach, che vorrebbe far aprire le chiese per refrigerare i turisti in questo scampolo di basso medioevo, a misurare l’impatto della campagna sull’Italia allo spiedo arriva un reportage di Bloomberg, uno dei brand che fanno tendenza. Il risultato è catastrofismo puro, disaster movie stile Hollywood, senza Bruce Willis a salvare il pianeta e neppure la Sardegna.Nel rispetto della regola aurea del giornalismo anglosassone, «i fatti separati dalle opinioni», il media americano propone un minestrone indigesto dove tutto è indirizzato a promuovere la tesi: si salvi chi può dall’inferno italo-greco. Svolgimento: andate in vacanza a Trondheim perché da quelle parti sono ecologisti e voltate le spalle a questi negazionisti del clima. Contesto: vanno puniti i Paesi che non vogliono assoggettarsi al pensiero unico mondiale delle élite, di Moody’s, di Greta e degli amici del World economic forum. Conclusione: se questo provoca il collasso della loro economia turistica, peggio per loro, ci penserà Bruxelles con la troika. Tutto già visto, basta sintonizzarsi sulla sindrome greca. Parte la replica in bermuda.È l’autombustione perfetta. Bloomberg non fa altro che prendere la delirante frase di Lauterbach su Twitter («Qui il turismo non ha futuro») e declinarla in chiave apocalittica mettendo insieme gli incendi di Rodi, previsioni da sciamani travestite da «evidenze scientifiche», l’afa italiana, i 100 turisti rifugiati in costume da bagno a Faliraki e l’uscita autolesionistica del premier Kyriakos Mitsotakis: «La crisi climatica è già qui e siamo in guerra». Tutto questo senza mai un dubbio. Senza domandarsi se i 160 incendi di Rodi non siano stati causati da piromani come spesso accade, se i 46 gradi nell’entroterra fra Vignola Mare e Castelsardo non siano quasi normali a luglio, se i Canadair che prelevano acqua dal mare non siano già stati visti migliaia di volte da Alassio a Porto Rotondo dai bagnanti con il Calippo. Mai mettere in dubbio i dogmi con la realtà.Così Bloomberg annuncia, come se fosse una minaccia, che il caldo estremo farà perdere all’industria turistica europea 2.000 miliardi. Attenzione, il caldo estremo, non la sua strumentalizzazione folle. A supporto della tesi ecco Catharina Martinez-Pardo del Boston consulting group: «C’è ancora una parte consistente dell’industria turistica che si sta svegliando solo adesso, non credo che laggiù siano davvero pronti al fatto che cambieranno gli itinerari turistici». Ed ecco uno studio del 2019 planato ad hoc sulle scrivanie, che prevede per il 2050 a Madrid le temperature di Marrakech, a Londra quelle di Barcellona, a Stoccolma quelle di Budapest. Morale del reportage: «Sarebbe un cambiamento epocale perché gli itinerari turistici verrebbero ridisegnati».A supporto degli allarmi arriva un rapporto della Commissione europea, la stessa che sta spingendo per la transizione green: «In un mondo che dovesse raggiungere i quattro gradi in più di riscaldamento, insieme a un collasso ecologico ci sarebbe un calo pesante (del 9%) del turismo verso le isole della Grecia. Nello stesso scenario si vedrebbe una crescita del turismo (+16%) nel Galles occidentale». Neppure l’ipotetica transumanza da Santorini a Cardiff fa sorgere qualche dubbio ai giornalisti con l’elmetto da vigili del fuoco, perché «questo cambiamento sarebbe un duro colpo sui paesi che contano sul turismo per la crescita economica. Il comparto contribuisce per il 14,9% al Pil della Grecia, del 9,1% a quello italiano, dell’8,5% a quello spagnolo».Non si fatica a temere dietro i roghi la manina degli ecoterroristi. Perché non incendiare i boschi per accelerare l’emergenza? Non si fatica a individuare, dietro gli scenari spintanei (non è un refuso), l’intervento a gamba tesa della politica. Nell’articolo compaiono solo voci catastrofiste. Come quella di Moody’s, agenzia di rating che più volte ha minacciato l’Italia di trasformare i Btp in spazzatura: «Le ondate di caldo possono ridurre l’attrattività dell’Europa del Sud e nel lungo termine ridurre la domanda di vacanze in estate». Via da Italia e Grecia, lontano da un territorio meraviglioso con una crescita media turistica del 3,3% da qui al 2032, per privilegiare la parte settentrionale del continente. Tutti in Danimarca o nella triste isola svedese di Öland sul Baltico, dove pure Ingmar Bergman faticava a ispirarsi per i suoi film. Lo spiega a Bloomberg Eduardo Santander, direttore dell’European travel commission (sede casuale a Bruxelles): «Alcune destinazioni europee soffriranno in estate dove è impossibile sfuggire al caldo. Per i viaggiatori potrebbe significare spostarsi a Nord invece che nel Sud o viaggiare in primavera e in inverno invece che in estate». Gli effetti del catastrofismo sono già visibili: le ricerche online per andare in vacanza in Irlanda sono aumentate del mille per cento. Per fortuna, in questo inferno virtuale, a decidere sono ancora i turisti. La loro autocombustione parietale non è ancora avvenuta; fra Cardiff e le scogliere del Connemara preferiscono Mykonos e la Romagna, le Cicladi e la Sicilia. Lo confessa Tom Jenkins, ceo della European tourism association: «È improbabile che per l’anno prossimo i player turistici cambino strategia. Se la gente continua ad andare lì, proporranno vacanze lì». La compagnia aerea Easyjet e quella turistica tedesca Tui confermano: «Abbiamo visto poca reattività al caldo estremo, nonostante l’emergenza le prenotazioni non sono state cancellate». Tutti negazionisti.
Robert Kennedy Jr e Orazio Schillaci (Ansa)
Pierluigi Bersani e la t-shirt Frocia Italia