
Opposizioni in trincea: «Mancano coperture, gli emendamenti l’hanno stravolta impossibile esaminarla». Le detrazioni per le scuole paritarie salgono a 1.000 euro.È scaduto ieri alle 20.30 il termine per la presentazione dei sub-emendamenti ai nuovi pacchetti di modifiche della legge di Bilancio depositati sabato: sei emendamenti dei relatori e un fascicolo di riformulazioni di emendamenti parlamentari. Oggi verranno discussi e votati alla Commissione Bilancio della Camera (probabilmente i lavori proseguiranno anche nella notte), con l’obiettivo di arrivare a un testo definitivo entro domani alle 10, quando il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è attesa a Montecitorio per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. L’approdo in Aula della manovra, originariamente previsto per oggi, dovrebbe dunque slittare a mercoledì. Oltre alle novità già emerse sabato e presentate - gli incrementi ai fondi per le scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità, la web tax al 3% destinata solo a chi ottiene ricavi maggiori di 750 milioni, la tassa sulle cripto che scende al 26% nel 2025 e al 33% nel 2026 (dal 42% iniziale), i tagli all’Ires per chi investe gli utili e assume, l’aumento dei fondi per la Zona economica speciale del mezzogiorno, l’ampliamento da 30.000 a 35.000 euro del tetto di reddito da lavoro dipendente sotto al quale si può accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo, i nuovi prelievi sulle scommesse, il bonus elettrodomestici - si aggiungono ulteriori modifiche sostanziali. Tra queste, un emendamento depositato dai relatori prevede, a partire dal primo di gennaio del 2025, che i lavoratori che hanno dato dimissioni volontarie da un lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento da un nuovo impiego solo se hanno almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego, perso il quale si richiede l’indennità. Secondo quanto viene spiegato, la modifica intende limitare il cosiddetto fenomeno dei «furbetti della Naspi», ovvero dimissioni e rioccupazioni molto spesso di breve durata o intermittenti, per ottenere la Naspi o evitare alle aziende di pagare il ticket di licenziamento. Con un altro emendamento, sempre dei relatori, si intende innalzare da 800 a 1.000 euro all’anno le detrazioni delle spese per la frequentazione di scuole paritarie. Con questa modifica, il contributo in favore delle paritarie viene incrementato di 50 milioni di euro per il 2025 e di 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2026. Un’altra novità è l’equiparazione del personale medico dell’Inail a quello del Servizio sanitario nazionale, con il via libera di una spesa di 960.000 euro all’anno a partire dal 2025.Luigi Sbarra, il segretario della Cisl, ha invece espresso «grande soddisfazione per l’emendamento che istituisce un fondo per incentivare la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati delle imprese, in coerenza con il progetto di legge Cisl in commissione alla Camera». A tale iniziativa sono stati destinati 70 milioni di euro per l’anno a venire. Come spesso accade nella dialettica politica che precede la fine dell’anno, le opposizioni sono insorte contro il modus operandi della maggioranza sulla manovra. A parte Azione, tutte le forze politiche di opposizione hanno inviato una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per chiedergli di valutare l’inammissibilità di un emendamento alla manovra presentato sabato sera. «Appare evidente», scrivono, «come la struttura estremamente eterogenea dell’emendamento comprometta significativamente la possibilità per i deputati di esprimere una scelta libera e consapevole sulla volontà legislativa». L’emendamento in questione, insieme con altri due presentati dal governo e «dal contenuto ugualmente eterogeneo», «riscrivono una buona parte della legge di bilancio», senza permettere una compiuta istruttoria legislativa». Per il Pd i conti non tornano: «La manovra manca di coperture adeguate ed è basata su una stima di crescita del Pil che l'Istat ha dimezzato».
Imagoeconomica
Altoforno 1 sequestrato dopo un rogo frutto però di valutazioni inesatte, non di carenze all’impianto. Intanto 4.550 operai in Cig.
La crisi dell’ex Ilva di Taranto dilaga nelle piazze e fra i palazzi della politica, con i sindacati in mobilitazione. Tutto nasce dalla chiusura dovuta al sequestro probatorio dell’altoforno 1 del sito pugliese dopo un incendio scoppiato il 7 maggio. Mesi e mesi di stop produttivo che hanno costretto Acciaierie d’Italia, d’accordo con il governo, a portare da 3.000 a 4.450 i lavoratori in cassa integrazione, dato che l’altoforno 2 è in manutenzione in vista di una futura produzione di acciaio green, e a produrre è rimasto solamente l’altoforno 4. In oltre sei mesi non sono stati prodotti 1,5 milioni di tonnellate di acciaio. Una botta per l’ex Ilva ma in generale per la siderurgia italiana.
2025-11-20
Mondiali 2026, il cammino dell'Italia: Irlanda del Nord in semifinale e Galles o Bosnia in finale
True
Getty Images
Gli azzurri affronteranno in casa l’Irlanda del Nord nella semifinale playoff del 26 marzo, con eventuale finale in trasferta contro Galles o Bosnia. A Zurigo definiti percorso e accoppiamenti per gli spareggi che assegnano gli ultimi posti al Mondiale 2026.
Elly Schlein (Getty images)
I dem vogliono affondare la riforma Nordio ma dimenticano che alle ultime elezioni politiche assicuravano la creazione di un nuovo «tribunale» disciplinare per i magistrati. Se lo fa il governo, però, è da boicottare.
«Proponiamo di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta corte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate». La citazione sopra riportata non proviene da un documento elettorale del centrodestra o da un intervento pubblico del guardasigilli Carlo Nordio, bensì dal programma elettorale del Pd alle elezioni politiche del 2022. Eppure, nonostante questo, durante l’approvazione della riforma della giustizia varata dal centrodestra, i dem, contrari al pacchetto di modifiche varato dalla maggioranza, hanno lanciato strali anche contro questo punto, dimenticandosi che era parte del loro programma. «Si vuole costituire una magistratura giudicante e una magistratura requirente come due corpi separati e culturalmente distanti, selezionati da due concorsi diversi, con due Csm distinti e con un’Alta corte disciplinare che risponde a logiche esterne alla magistratura stessa.
Papa Leone XIV (Ansa)
Nel commentare la dichiarazione dei vescovi Usa sull’immigrazione, il pontefice ha ribadito il diritto a controllare i confini. I media francesi hanno omesso il passaggio.
Papa Leone XIV ha risposto ai giornalisti che si trovavano a Castel Gandolfo martedì sera e si è espresso su vari argomenti: la pace in Ucraina, le stragi in Nigeria, i suoi progetti di viaggi apostolici per il 2026 e anche delle sue abitudini quando soggiorna a Villa Barberini. Tra temi trattati c’era anche la gestione dell’immigrazione negli Stati Uniti. Come scritto da Vatican News, il Santo Padre ha commentato la dichiarazione sui migranti pubblicata, giovedì scorso, della Conferenza episcopale statunitense.






