2021-12-13
Manifesti natalizi choc a Messina: «Non entrate nelle case dei no vax»
Bufera sul commissario Covid locale Alberto Firenze, che però si dissocia: «Non li ho ordinati io».No, non è uno scherzo: anzi, è tutto tragicomicamente vero. Giudicate voi stessi dalle immagini, che mostrano inequivocabilmente i manifesti che sarebbero stati fatti affiggere a Messina dal commissario Covid, Alberto Firenze, con in bella evidenza la scritta: «A Natale non entriamo nelle case dei non vaccinati». Per la cronaca, il commissario sostiene di non averli fatti stampare né affiggere. Ma i manifesti, comunque, sono lì. Ecco, si sentiva proprio l’esigenza di un’ennesima campagna di divisione, di un’altra faglia aperta artificiosamente per separare la società tra «buoni» e «cattivi», tra «salvati» e «dannati», per seminare altra diffidenza e altro rancore, per lacerare anziché suturare. Per i distratti, giova ricordare almeno tre cose. La prima: in termini scientifici, non c’è alcuna ragione per ritenere che i non vaccinati siano di per sé soggetti pericolosi, da trattare alla stregua di «untori». Chi lo dice - temiamo - non ha ancora compreso nemmeno la natura e le modalità di questo contagio, che - vale la pena di ripeterlo un’altra volta - può essere trasmesso anche da e tra persone vaccinatissime. E con una carica virale non inferiore a quella che può raggiungere i non vaccinati o partire da loro. Quando qualche scienziato amante della verità osa ripetere questa evidenza in uno studio televisivo, improvvisamente cala il gelo, e i volti dei pasdaran del green pass, dei legionari della carta verde, dei guerriglieri del lasciapassare, si fanno tesi, segnati da smorfie di imbarazzo. Il vaccino - ripetiamolo ancora - è un ottimo strumento (per il vaccinato) per contenere il suo rischio personale di morte o di finire in terapia intensiva, ma non elimina affatto la possibilità di risultare contagiati e quindi anche potenzialmente contagiosi. E lo testimonia il fatto che per accedere a qualunque studio televisivo (o alle stesse conferenze stampa del governo) venga richiesto un tampone fresco, altro che semplice green pass. La seconda cosa da tenere a mente: dal punto di vista legale, chi non si vaccina non ha violato e non viola alcuna legge dello Stato. Ha semmai esercitato (a torto o a ragione) un suo diritto. Se lo Stato avesse voluto, avrebbe potuto scegliere la strada dell’obbligatorietà della vaccinazione, assumendosene però le relative responsabilità. Cosa che non ha fatto, preferendo la via dell’imposizione surrettizia tramite green pass, con relativa riduzione mediatica dei dissenzienti a capri espiatori da colpevolizzare e sacrificare. Terza e ultima osservazione, in termini culturali e oseremmo dire morali. Ricordavamo il Natale come festa dell’amore, della famiglia, dell’accoglienza. E ognuno di noi - laico o credente - ricordava un Gesù che non esitava ad avvicinarsi ai lebbrosi e a guarirli. Qui invece si trattano proprio come se fossero lebbrosi cittadini che sono sanissimi, e si arriva a un passo dal tracciare un segno sulle loro case, indicandole come luoghi infequentabili e pericolosi. Caro commissario Covid di Messina, ci dia retta e faccia una cosa, a maggior ragione se - come dice - non è stata una sua idea. Faccia togliere quei manifesti, e solleciti le autorità comunali e regionali a provvedere alla rimozione. Quelle immagini non fanno onore a nessuno, e sono semmai un clamoroso spot contro le iniezioni. La campagna vaccinale dovrebbe infatti rassicurare e incoraggiare i favorevoli, e non certo additare al pubblico ludibrio i contrari. I quali - non si stupisca, gentile commissario - sono cittadini italiani come lei, che pagano le tasse e meritano di essere rispettati né più né meno degli altri.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)