2025-04-19
Malata per il vaccino, lo Stato fa spallucce
Un’anziana contrae un doloroso morbo autoimmune dopo la terza dose: per la perizia il nesso causale è chiaro. Ma il ministero della Salute non vuole pagare: «Dopo le prime due somministrazioni stava bene». Poi suggerisce che la signora possa aver mentito.Vi siete vaccinati per il Covid e avete avuto danni? Affari vostri. Questa è la risposta che il ministero della Salute ha dato ad una signora marchigiana che dopo la terza dose di vaccino (le prime due con AstraZeneca) è stata costretta a accettare il vaccino con Moderna perché l’Ue aveva disdetto i contratti con la società dell’Università di Cambridge. La Corte europea ha condannato la Commissione di Ursula von der Layen per la mancanza di trasparenza nei contratti relativi ai vaccini anti-Covid ma la sindrome di poca trasparenza pare avesse attanagliato anche il nostro ministero della Salute. Chiamato in causa da Giovanna Cetriolo (ora ha 82 anni) non solo ha rifiutato ogni risarcimento, non solo ha cercato di coinvolgere l’Aifa chiamandola a responsabilità comune ma sostanzialmente ha dato della bugiarda a questa vittima dei vaccini. E che sia così non lo dice lei, ma i periti nominati dal tribunale di Macerata dove si è radicata in un primo momento la causa. Scrivono gli immunologi Giovanni Pioda e Annalisa Gabriele: «Il caso di specie presenta una correlazione causale in termini di elevata probabilità (più probabile che non)» tra la terza dose di vaccino e l’insorgenza di una malattia autoimmune che ha fatto patire alla signora Giovanna tre anni di sofferenze e le ha lasciato il copro devastato. Il perito di parte, il professor Mariano Cingolani, è ancora più drastico nelle sue conclusioni: «Si evidenzia, senza ombra di dubbio, il chiaro e diretto nesso causale tra la vaccinazione e la grave reazione avversa». Andiamo per ordine: la signora Giovanna in perfetta salute a parte un po’ di pressione alta si sottopone alle prime due dosi AstraZeneca in marzo e giugno 2021. Scrive il ministero: «In quanto rientrante in una delle categorie (persone anziane over 80) a cui era fortemente raccomandato». Il 4 febbraio del 2022 si sottopone alla terza dose con l’obbligo vaccinale diventato effettivo nel maggio del 2021. Dopo una settimana dalla terza dose la signora Giovanna sente il corpo invaso da un fortissimo calore e comincia a riempirsi di bolle che crescono sempre di più. All’ospedale e il primario di dermatologia dottor Mario Sigona le diagnostica «Sospetto pemfigoide bolloso». Si tratta di una malattia autoimmune che può portare anche alla morte. Per tre anni la signora Giovanna combatte con queste bolle che le ricoprono le gambe, il torace, il viso, le mani, invasa dal prurito incontenibile con la pelle che viene via a pezzi. Spiega l’avvocatessa Daniela Santoncini, che è la figlia della signora Giovanna e la difende con la collega Filomena Giordano: «Abbiamo esperito un tentativo di conciliazione, ma ci hanno respinto. Non solo, lo stesso avvocato dello Stato che patrocina il ministero ha chiamato in causa se medesimo come patrocinatore anche dell’Aifa che non può rispondere. Tanto basta per definire la volontà dilatoria del ministero». L’avvocato che difende il ministero, la dottoressa Lorenza di Bartolomeo, fa due conclusioni: la signora si è vaccinata per due volte e non ha avuto problemi, oltretutto lo ha fatto quando la vaccinazione era raccomandata e non obbligatoria, dunque non si può stabilire che la terza dose le abbia provocato un danno che era comunque non prevedibile; fior di sentenze dicono che se uno ha avuto reazioni avverse non può chiedere i danni. «Le manovre dilatorie», suggerisce Daniela Santoncini, «sono tali che il ministero ha chiesto di inviare tutto al tribunale erariale e nonostante il presidente del Tribunale avesse assunto il fascicolo la giudice Alessandra Canullo si è spogliata della causa inviandola ad Ancona». Le ragioni? Una, nessuna e centomila, fa intendere la legale. Nelle memorie del ministero ci sono però gravissime ammissioni. La prima è una sentenza del Consiglio di Stato in cui si afferma letteralmente: «Il potenziale rischio di un evento avverso per un singolo individuo è di gran lunga inferiore del reale nocumento per una intera società». Insomma siamo all’ammazzarne uno per salvarne cento! Il secondo è: «Non è dato sapere se la Sig.ra Cetriolo Giovanna abbia effettivamente e compiutamente informato il medico vaccinatore circa il proprio stato di salute». Il ministero che pretendeva assolto il consenso informato semplicemente dai Dpcm di Giuseppe Conte e di Roberto Speranza imputa alla signora Giovanna di non aver comunicato a chi la stava vaccinando se avesse o no patologie (peraltro inesistenti)! La contraddizione è enorme visto che la Corte Costituzionale scrive: «In una situazione pandemica che vede il diffondersi di un virus spesso letale per i soggetti più vulnerabili [...] e dell’età avanzata, si ha il dovere di promuovere e, se necessario, imporre la somministrazione dell’unica terapia - quella profilattica - in grado di prevenire la malattia o limitarne fortemente il contagio». Dunque il ministero si difende prima dicendo che la signora Giovanna si è vaccinata volontariamente, poi che la colpa è sua perché non ha informato il medico, infine si scopre che il vaccino era obbligatorio. «La verità», è la conclusione amara di Daniela Santoncini, «è che non vogliono riconoscere le sofferenze di questa donna per non assumersi la responsabilità dell’inganno della vaccinazione di massa anche perché i casi di malattie autoimmuni post vaccino stanno esplodendo. Noi andremo fino in fondo, fino alla Corte europea se servirà. Non vogliono pagare le cicatrici di mia madre, ma quelle cicatrici restano come lesione permanente del rapporto Stato-cittadini e della nostra democrazia».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.