2020-03-21
Altro che ridurre gli orari: supermercati aperti sempre
Le voci sulle chiusure anticipate fanno subito scattare il panico. Intanto Roberto Speranza chiude i parchi: «Jogging solo sotto casa».Caos nel carrello. Con l'ennesima fuga pilotata di notizie il governo ha combinato un altro gran pasticcio. È bastato far circolare l'ipotesi di un possibile provvedimento di chiusura anticipata dei supermercati a scatenare ieri lunghe code ai negozi, soprattutto in Lombardia. Proprio quegli assembramenti, che per quanto ordinati, sono il rischio principale di propagazione del virus. Poi, nel pomeriggio un'altra «soffiata» dei geni del caos. Prima ancora di emanare a ridosso del weekend l'ennesimo decreto su una nuova stretta agli spostamenti, ecco che le solite «fonti di Palazzo Chigi» hanno fatto filtrare alle agenzie di stampa che super, ipermercati e i negozi di generi alimentari resteranno aperti durante il fine settimana.Poi, in serata, la beffa: con un'ordinanza del ministero della Salute sono state emanate le nuove misure urgenti di contenimento in vigore da oggi fino al 25 marzo: vietato l'accesso a parchi, ville, giardini pubblici e aree gioco; consentito svolgere individualmente attività motoria ma solo in prossimità della propria abitazione e a distanza di un metro da altre persone; vietato lo spostamento verso le seconde case anche quelle usate per vacanza. Infine, verranno chiusi «gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande all'interno di stazioni, nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione degli autogrill in autostrada, che potranno vendere solo cibo da asporto. Restano invece aperti quelli siti in ospedali e aeroporti». Nessun riferimento, dunque ai supermercati. Anche se l'ordinanza sarà valida solo fino al 25 marzo, dando così il tempo a Palazzo Chigi di emanare un decreto ad hoc. Marco Cremascoli Intanto, pasticcio su pasticcio, le catene della grande distribuzione hanno preventivamente già ridotto l'orario di apertura anche per rispondere anche al pressing dei sindacati dei lavoratori. Orari ridotti per Esselunga da oggi fino a venerdì 3 aprile. Nei negozi in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Toscana la chiusura feriale sarà anticipata alle 20 per evitare che le persone stiano fuori la sera fino alle 21-22, la domenica invece i magazzini saranno aperti dalle 8 alle 15. Nel Lazio saranno aperti nei giorni feriali e il sabato dalle 8.30 alle 19 e la domenica dalle 8 alle 15 a seguito di un'ordinanza regionale. A disposizione dei clienti guanti monouso e gel disinfettante agli ingressi di ogni negozio, dove l'accesso sarà contingentato e protetto con misure di distanziamento per le eventuali code. Esselunga ha inoltre istituito canali preferenziali per il personale sanitario e per i volontari designati dai Comuni e dagli enti presenti sul territorio. Anche Carrefour Italia da giovedì ha ridotto gli orari di apertura di tutti gli ipermercati, supermercati e negozi di prossimità diretti, dalle 8.30 alle 19 durante la settimana, e limitato l'apertura domenicale dalle 8.30 alle 15 fino al 29 marzo. La Conad ha suggerito ai propri soci imprenditori di limitare l'apertura dei punti vendita nelle prossime due settimane, dal lunedì al sabato fino alle ore 19 ha suggerito di prevedere per domani e domenica 29 marzo la chiusura dei punti vendita. Domeniche chiuse pure alla Coop «per dare un momento di pausa ai dipendenti». Marco Cremascoli Non solo. In attesa delle misure ufficiali varate dal governo, le Regioni stanno andando in ordine sparso. Il Lazio, per esempio, ha stabilito che i supermercati dovranno adottare l'orario 8.30-19 da lunedì al sabato e l'orario 8.30-15 la domenica. Le aziende della grande distribuzione del Mezzogiorno hanno deciso la chiusura domenicale. A Nordest, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ieri ha firmato un'ordinanza per tenere chiusi i negozi la domenica fino al 3 aprile, salvo proroghe. Mentre in Lombardia l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha detto che ridurre gli orari del supermercati sarebbe «un grave errore. Io li lascerei aperti sempre» per evitare assembramenti e resse nei negozi di alimentari. Persino il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ieri su Facebook ha attaccato il governo: «Le cose si fanno e poi si dicono». Sullo sfondo, parlano le statistiche: i dati Nielsen relative agli acquisti della settimana compresa tra lunedì 9 marzo e domenica 15 marzo registrano un +16,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 e a parità di negozi. Il vero e proprio boom lo ha registrato l'e-commerce: l'aumento delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 9 a domenica 17 marzo è stato del 97,2%. Una forte pressione sulla logistica, tanto che si fa sempre più critica la situazione dei servizi di spesa online a domicilio. Nel giro di pochi giorni quasi nessuna piattaforma è riuscita a fare fronte alla domanda, quanto meno in tempi ragionevoli. Urge una seria riprogrammazione della filiera con incentivi per prolungare gli orari di apertura piuttosto che ridurli. Meglio garantire una maggiore turnazione del personale e nuove assunzioni, contingentare il numero di persone che possono stare dentro contemporaneamente, rafforzare la distribuzione dei beni di prima necessità. Creare lavoro invece di distruggerlo, potenziando anche il commercio online. E laddove non fosse possibile, affidare all'esercito, che è già operativo in alcune città come Milano, anche il rispetto della cosiddetta distanza sociale davanti ai supermarket. Intanto, nel Regno Unito diverse aziende hanno deciso di razionare le quantità di singole merci che ciascuna persona può acquistare volta per volta e stanno reclutando personale extra: la catena Lidl ha annunciato 2.500 assunzioni immediate straordinarie, Aldi addirittura 9.000. E in Baviera i super spalmano l'apertura su orari molto più lunghi (6-22) tenendo le serrande alzate anche la domenica dalle 12 alle 18.
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