2021-07-08
L’Ue segue un pornoricattatore per negare soldi agli ungheresi
La risoluzione per bloccare i finanziamenti al governo di Viktor Orbán, accusato di omofobia, ha tra i primi firmatari un laburista gay condannato per aver diffuso foto hard dell'ex fidanzato. Un tipico esempio di doppia morale. Il triste spettacolo che sta andando in scena nei palazzi dell'Unione Europea si presenta come una surreale fiera delle contraddizioni. Già sarebbe sufficiente l'incredibile faccia tosta con cui i progressisti italiani, dopo aver berciato per giorni contro le presunte «ingerenze» dello Stato pontificio sul ddl Zan, continuano a sostenere una pesante intromissione dell'Ue nelle faccende di uno Stato sovrano, ovvero l'Ungheria. Ma l'esplosione di assurdità non si esaurisce certo nella schizofrenia della sinistra nostrana. C'è, infatti, una vicenda incredibile, che merita d'essere raccontata poiché svela la fenomenale ipocrisia delle istituzioni europee e dei sedicenti «buoni» che le popolano. Come noto, oggi verrà votata all'Europarlamento una risoluzione ufficiale il cui scopo è quello di sollecitare la Commissione europea ad avviare una causa legale contro il governo di Viktor Orbán. L'idea è quella di bloccare il Pnrr ungherese in virtù di «gravi violazioni dello Stato di diritto». In buona sostanza, l'Europa vuole sospendere il versamento di 7,2 miliardi di euro all'Ungheria poiché non rispetterebbe i diritti arcobaleno. L'uomo che, per i socialdemocratici, ha guidato la stesura della risoluzione (è tra i primi firmatari, il suo nome appare subito dopo quello di Simona Bonafè) è un esponente del partito laburista maltese. Si chiama Cyrus Engerer, e si è fatto notare per una serie di dichiarazioni piuttosto pesanti nei confronti dell'Ungheria. «L'Unione europea non è posto per la politica dell'odio», ha dichiarato al Times of Malta. «Il fatto che Orbán abbia introdotto una legge omofoba in stile russo nel quadro legislativo dell'Unione europea deve essere condannato e punito. Tutti gli esseri umani devono essere protetti». Già: tutti meritano protezione. Piccolo problema: l'europarlamentare così impegnato a dar lezioni di diritti umani a tutti, in passato, ha avuto qualche guaio con la giustizia, riguardante proprio la dignità e il rispetto di una persona omosessuale. Nel 2014, infatti, Cyrus Engerer è stato condannato a due anni di reclusione da un tribunale maltese per aver «distribuito foto pornografiche del suo ex fidanzato nel tentativo di screditarlo» (così riporta sempre il Times of Malta). Si tratta di un caso che rientra nella categoria del «revenge porn», e che sull'isola fece molto discutere. Tutto ha avuto inizio nel 2009, riassume il Times of Malta, «quando l'ex fidanzato del signor Engerer ha presentato una denuncia alla polizia lamentando che sue foto private e compromettenti fossero state inviate al suo datore di lavoro giorni dopo che aveva rotto con il signor Engerer il giorno di Natale». Engerer e il suo compagno stavano insieme da anni e vivevano nella stessa casa a Floriana. Dopo la rottura, è partita la diffusione di materiale pornografico. Una prima sentenza, nel 2013, ha mandato assolto Engerer. «Il presidente del tribunale aveva inizialmente concluso che avesse effettivamente fatto circolare le immagini in questione, ma riteneva che le prove non fossero sufficienti per portare a una condanna», scrive il Times of Malta. Subito dopo, però, c'è stato un ricorso in appello. E la decisione della Corte è stata ribaltata: dall'assoluzione si è passati a due anni di condanna. La pena, tuttavia, è stata sospesa, e la legge maltese in casi come questo permette comunque ai condannati di candidarsi. In seguito, Engerer è stato eletto al Parlamento europeo. Nella sentenza di condanna definitiva, il giudice Michael Mallia ha fatto anche notare come Engerer, nel 2012, avesse «minacciato» il suo ex, chiedendogli di «rinunciare alla causa per evitare che venissero rivelate cose più compromettenti e imbarazzanti». In pratica, a dare lezioni di rispetto per i gay all'Ungheria è un signore condannato per un pornoricatto ai danni del suo ex fidanzato. È sulla base di questa doppia morale che si vogliono togliere miliardi a Orbán? «Budapest viene criticata per aver approvato una legge sulla protezione dei minori e sul diritto dei genitori di decidere sull'educazione sessuale dei propri figli. Chi critica questa legge non l'ha probabilmente nemmeno letta e si limita a valutarla sulla base dei soliti pregiudizi», dice Carlo Fidanza di Fratelli d'Italia. «Utilizzare le nuove regole sulla condizionalità di bilancio come strumento per fare pressione sui governi non allineati con Bruxelles è un ricatto inaccettabile. L'Ue non deve interferire nelle scelte educative dei suoi Stati membri, una competenza che i trattati vigenti assegnano chiaramente alle autorità nazionali». Secondo Fidanza, «continuare a ricattare e minacciare l'Ungheria nella speranza di provocare un cambio di governo o di spingerla fuori dall'Ue è una follia, non fa altro che avvicinarla a potenze come la Cina, che dovrebbe preoccupare gli europei molto di più di chi, come Orbán, vuole continuare a difendere i valori, la cultura e i confini d'Europa». Per altro, tra chi «ricatta» l'Ungheria c'è anche un eurodeputato condannato proprio per un ricatto… Della storia allucinante di Engerer si occupò anche Daphne Caruana Galizia, la celebre giornalista maltese uccisa in un attentato nel 2017 dopo aver firmato numerose inchieste sulla corruzione nell'isola. In un pezzo infuocato datato 2014, la reporter scrisse che il «crimine di Cyrus Engerer è stato quello di rubare fotografie private dal computer della sua vittima dopo essere entrato in casa sua senza permesso, usando poi quelle fotografie per ferirlo agli occhi del suo datore di lavoro e dei suoi colleghi, sperando che perdesse il lavoro o addirittura almeno il loro rispetto». L'articolo si concludeva così: «Se non riuscite a capire che si tratta di un crimine grave, allora dovreste mettere in discussione i vostri valori. E dovreste anche sperare che qualcosa di così angosciante non vi accada mai per mano di un ex amante o coniuge vendicativo».
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