2023-02-13
Lo «Zan Remo» degli scandali programmati
Fedez e Rosa Chemical (Ansa)
L’ennesima edizione del Festival arcobaleno finisce con un bacio gay tra Fedez e Rosa Chemical. Il siparietto, studiato, è l’emblema dell’imposizione della fluidità di genere. Già pronto il copione da vittima di Amadeus: «Se mi cacciano, me ne vado per le mie idee».Lo spottone della fluidità gender è finito. Il Festival di Zan Remo ha chiuso il sipario. Rimettete negli armadi gli abiti scapezzolati e lo stupore di facciata. Era tutto programmato. Nessuno sconcerto. Dopo l’elogio della Costituzione con annesso avvertimento a Giorgia Meloni, le accuse di razzismo agli italiani, i piagnistei di Paola Egonu e la polemica sulla commemorazione delle foibe, nell’ultima serata ha finalmente trionfato il messaggio rimasto comunque, fino allora, poco subliminale: libertà per l’amore omosex. È l’eredità finale lasciata dal 73° Festival di Sanremo. Amadeus l’aveva teorizzato un paio di giorni fa: «Ai bambini va spiegato che esiste una persona diversa da un’altra, un uomo che ama un uomo, una donna che ama una donna, aveva detto in conferenza stampa. «E questo va portato ovunque, anche nello spettacolo, con il massimo rispetto di tutti». È ciò che è accaduto. Se le polemiche si soffermeranno sulla limonata tra Rosa Chemical e Federico Leonardo Lucia alias Fedez trasmessa poco dopo le 23 davanti a una decina di milioni telespettatori si deve sapere che era tutto calcolato. In scaletta da giorni. L’unica rimasta spiazzata è sembrata Chiara Ferragni: «Sono senza parole», le è scappato. «È meglio», ha sussurrato Amadeus. Durante il provvidenziale stacco pubblicitario si racconta di una lite tra i Ferragnez: «Ma che cos’hai fatto?», avrebbe chiesto lei, chissà, magari pensando ai figli ancora davanti alla tv. Difficile averne conferma e, in fondo, interessa relativamente. Alla ripresa, dopo l’esibizione di Achille Lauro («In confronto sembrava Cristina D’Avena», parole di Fiorello), Fedez è apparso contrariato e, mentre il conduttore gli faceva da scudo, ha rifiutato l’invito di Ornella Vanoni a risalire sul palco.«Non è nostra volontà turbare il pubblico a casa», ha risposto ieri Amadeus in conferenza stampa provando a prendere le distanze dall’episodio e a trincerarsi dietro la solita libertà artistica: «Le cose non vengono preventivate. Rientra nella totale libertà degli artisti che fa parte di una diretta: ci si affida al buon senso di tutti». Dal canto suo, esaurito l’abituale risentimento vittimista per presunti ma inesistenti attacchi omofobi, il capo dell’Intrattenimento prime time della Rai, Stefano Coletta, evocato in diretta da Fiorello («Fatemelo vedere per l’ultima volta. Avevi controllato i testi di Gino Paoli?»), ha risposto: «Quel bacio? Dico solo che ho amato molto di più quello tra Anna (la moglie, ndr) e Gianni Morandi». Insomma, un messaggio molto rassicurante, forse perché, dribblato da tutto e tutti, sente vacillare la poltrona…Checché si dica, anche stavolta, con buona pace della co-conduttrice che, presa dall’onda virale delle sue discutibili mise, si muoveva serafica sul palco, il disegno era preordinato. Qualche giorno fa, quando Rosa Chemical era stato ospite di Fedez a Muschio selvaggio, il podcast che fa flop su Rai 2, il marito della Ferragni lo aveva avvisato che durante l’ultima serata sarebbe stato in prima fila: «Vieni a salutarmi mentre canti. Ci possiamo dare un bacino… Con la lingua, con la lingua», aveva suggerito. «Sì, ma se dici tutto adesso», aveva replicato Rosa Chemical, provando a stoppare lo spoiler.Tutta la faccenda risulta ancora più ipocrita se si pensa che, mentre la limonata è andata in onda in fascia protetta, a Mr. Rain, che si era sempre esibito con un coro di bambini, una volta entrato nella cinquina vincente, è stato vietato di riproporre Supereroi con loro perché si era dopo la mezzanotte. In poche parole: se si deve esibire un innocuo coro di bambini, parte integrante di un brano, le regole sono ferree, ma se c’è da inscenare un bacio gay davanti a un pubblico infantile non ci si fanno scrupoli. «Questa è una gabbia di matti», ha sentenziato, ancora prima della discutibile performance, Gino Paoli, dall’alto dei suoi 88 anni. Stefania Sandrelli possiede una gazza che ripete in continuazione «gabbia di matti, gabbia di matti», ha raccontato l’autore di Sapore di sale: «Volevo portarla qui e metterla su un microfono…».Dopo la bagarre, da ieri Amadeus ha già pronto il copione da martire: «Se chiunque dovesse dirmi che il mio mandato finisce qua, ne prenderei atto conservando quattro anni bellissimi per tutta la mia vita, con il piacere di aver fatto quello che desideravo fare», ha premesso. «Nella vita, al di là dei festival, dipende tutto da un risultato. Qualsiasi allenatore è forte finché la squadra vince, se la squadra perde anche i più grandi sono a rischio esonero. Ecco perché devo portare quello che sento», ha concluso: «Bisogna sbagliare con le proprie idee». Tra le quali, evidentemente, c’è l’insistente promozione dei diritti Lgbtq, ben oltre la reale consistenza di queste minoranze. Da specchio del Paese, durante la sua direzione artistica, il Festival si è trasformato in un potentissimo influencer. Il cui manifesto è proprio l’imposizione della fluidità gender. Sarà un caso che i vincitori delle ultime quattro edizioni sono Mamhood, i Måneskin e il pur bravo Marco Mengoni?