Pubblicata finalmente la replica al report di Umanità e ragione L’ente però minimizza: «Decessi causati dal virus e dall’afa».
Pubblicata finalmente la replica al report di Umanità e ragione L’ente però minimizza: «Decessi causati dal virus e dall’afa».Lo scorso aprile, l’associazione Umanità e ragione presieduta dall’avvocato Olga Milanese ha fornito un fondamentale contributo al dibattito pubblico sul Covid. Lo ha fatto promuovendo la realizzazione di uno studio intitolato «Mortalità totale in eccesso anni 2021 e 2022 - Dati ufficiali dall’Italia e dal mondo». Si tratta di un lavoro molto approfondito che partiva da un innegabile punto di realtà. E cioè che «gli anni 2021 e 2022 registrano un eccesso di mortalità complessiva rispetto alla media storica del periodo 2015-2019, molto superiore alle normali fluttuazioni: l’eccesso di mortalità dell’anno 2022 è di 67.879 decessi, mentre la deviazione standard del quinquennio 2015-2019 è di 12.960 decessi».Di fronte a questi dati sulla mortalità in eccesso, anche il nostro giornale ha chiesto che le istituzioni si decidessero a prendere posizione, esaminando i numeri nel dettaglio, e sottoponendoli a serio esame da parte di esperti che non fossero del tutto sottomessi ai dettami della Cattedrale sanitaria.«Il report è stato inviato per rendere edotte le istituzioni di ciò che sta accadendo a livello nazionale ed europeo. Lo scopo è far chiarezza ed evitare che il problema sia frettolosamente liquidato con scuse risibili e del tutto infondate», ci disse all’epoca l’avvocato Milanese. «Chiediamo che vengano ufficialmente rilasciati i dati relativi alla mortalità generale (con distinzione tra vaccinati e non vaccinati, cause di morte, sesso e fasce di età), informazioni facilmente reperibili nelle banche dati gestite dagli Enti nazionali, regionali e locali. Sollecitiamo un confronto aperto e trasparente da parte delle istituzioni anche con chi opera a livello non istituzionale, ritenendo tale confronto indispensabile per la risoluzione delle problematiche rilevate in questo report».Ebbene, mesi dopo possiamo dire che qualcosa si è mosso, anche se in maniera al solito singolare. Le istituzioni italiane, in effetti, hanno preso in esame il documento e hanno fornito una risposta. Per la precisione, è stato l’Istituto superiore di sanità a leggere il lavoro di Umanità e ragione e a valutarlo. Il che è già piuttosto sorprendente: dopo anni in cui qualsiasi ragionamento sui numeri del Covid era sostanzialmente proibito o comunque sottoposto alla più rigida ortodossia sanitaria, ora finalmente un organismo ufficiale è stato costretto a muoversi.«Abbiamo trasmesso all’Iss il nostro report con la relazione esplicativa allegata a mezzo Pec, evidenziando l’anomalia dell’eccesso di mortalità riscontrato nel 2021 e nel 2022 in Italia, ma anche in altri Paesi dell’Europa e del mondo», di dice l’avvocato Milanese. «Il riscontro dell’eccesso di mortalità in tutti i mesi dell’anno e il raffronto con la situazione estera (tutti Paesi con alti tassi di vaccinazione) ci consentivano di escludere ragionevolmente alcune cause (quali il caldo record o il mal funzionamento del sistema sanitario nazionale). Abbiamo quindi chiesto l’invio dei dati sui decessi con distinzione per cause di morte e status vaccinale. In prima battuta l’Iss ci ha risposto di non avere questi dati». Già, sulle prime sembrava essersi alzato un muro. Poi, però, l’Istituto superiore pare abbia pensato di affrontare la questione di petto e ha pubblicato una relazione che dovrebbe rispondere allo studio di Umanità e ragione. È un segnale importante, non c’è che dire: significa che forse su questo tema è possibile aprire una seria discussione scientifica. Certo, le esternazioni dell’Iss lasciano comunque spazio ad alcune perplessità.problema negatoTanto per cominciare, la relazione dell’Istituto superiore di sanità è datata 31 luglio 2023, ma l’annuncio della sua pubblicazione è apparso sul sito dell’Iss soltanto il 6 ottobre scorso. «È online il documento di risposta a uno studio dell’associazione Umanità e ragione, “Mortalità in eccesso negli anni 2021 e 2022 dati ufficiali dall’Italia e dal mondo”, che l’associazione ha inviato sia agli enti che hanno redatto la nota che a diverse istituzioni, tra cui Parlamento e governo», recita il comunicato stampa dell’Iss. «Il documento di risposta è stato redatto da un gruppo di esperti di Iss, Istat, Infn e del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio (che monitora settimanalmente gli eccessi di mortalità in alcune delle principali città italiane)».Il comunicato riporta anche alcune risposte fornite dal gruppo di esperti che ha esaminato i dati sull’extramortalità. In sostanza, l’Istituto superiore di sanità sostiene che non ci sia alcun problema. «Per gli anni 2021 e 2022 si è effettivamente osservato un eccesso di mortalità rispetto alla media del quinquennio 2015-2019», dice il comunicato dell’Iss. «L’andamento della mortalità è però in linea con quanto atteso a seguito degli effetti dell’epidemia Covid-19, delle ondate di calore, dell’incidenza molto elevata (soprattutto a fine 2022) delle sindromi simil influenzali. Si sottolinea l’aumento della popolazione dei grandi anziani come ulteriore elemento da considerare». E ancora: «Le nostre analisi evidenziano, per il 2021 e 2022, una forte correlazione dell’eccesso di mortalità con i picchi epidemici di Covid-19 e di altri virus respiratori come, ad esempio l’influenza. Inoltre, c’è una forte correlazione anche con le ondate di calore confermata anche in altri Paesi europei».Riassumendo, l’Iss ha dovuto considerare i rilievi mossi da Umanità e ragione, ed è senz’altro una buona notizia. Tuttavia replica con una certa superficialità.tempi lunghi sui vaccini«Abbiamo saputo per puro caso della pubblicazione della loro relazione di risposta lo scorso 6 ottobre perché non ci era stata comunicata a mezzo Pec, ma riteniamo significativo il fatto che si siano sentiti in dovere di incaricare una squadra per dare riscontro alla nostra segnalazione», spiega Olga Milanese. «Certo, avendo impostato il nostro report su dati ufficiali ci aspettavamo una risposta fondata su dati altrettanto ufficiali, che loro, più di noi, dovrebbero possedere, e invece è fondata prevalentemente su pubblicazioni scientifiche, studi settoriali e limitati, che in realtà non sono idonei a giustificare le cause che loro attribuiscono al fenomeno. Nei fatti confermano i nostri dati sull’eccesso di mortalità ma li imputano a fattori non dimostrati, basandosi su mere ipotesi».C’è poi un altro punto da considerare, forse il più rilevante, che riguarda - manco a dirlo - i vaccini. Gli esperti di Umanità e ragione hanno chiesto di avere dati relativi alla campagna vaccinale che sarebbero utili a indagare l’eventuale esistenza di un legame fra l’inoculazione e la mortalità in eccesso. Ebbene, l’Iss ha risposto che questo tipo di numeri saranno disponibili più o meno nel 2025. Per la serie: prendiamocela con calma.«Dichiarano di aver proposto un’indagine sull’efficacia delle vaccinazioni nell’ambito del Psn 2023-2025 all’esito della quale saranno in grado di effettuare una valutazione anche in merito all’impatto della vaccinazione, tenuto conto dei dati sulle infezioni Sars-Cov-2 e sugli accessi ospedalieri», spiega l’avvocato Milanese. «Peccato che, al di là delle tempistiche inaccettabili previste, questo non sia il dato che abbiamo chiesto. È importante per noi sapere gli effetti (eventualmente avversi) delle vaccinazioni sulla popolazione (un monitoraggio in tal senso nell’uso dei farmaci peraltro è obbligatorio), non l’effetto delle vaccinazioni in relazione alle infezioni Sars-Cov-2. Una valutazione di questo genere rischia di non darci alcun tipo di informazione utile a spiegare le cause dell’eccesso di mortalità».In sintesi, Umanità e ragione ha posto sul tavolo dati rilevanti e incontrovertibili. L’Istituto superiore di sanità ha dovuto rispondere, e lo ha fatto con modalità ampiamente discutibili (per dirne una: danno importanza alle ondate di calore ma evitano abbastanza accuratamente il tema vaccini). Intanto però lo ha fatto, ha riunito una commissione e ha messo nero su bianco una serie di valutazioni che potranno essere contestate e commentate. Nelle prossime settimane gli esperti di Umanità e ragione produrranno a loro volta una replica da indirizzare all’Iss e, in un modo o nell’altro, il risultato di questo difficoltoso scambio sarà il primo embrione di serio dibattito scientifico sulla mortalità in Italia. Non è abbastanza, certo che no. Ma è qualcosa. Se non altro è un piccolo motivo di speranza: prima o poi, la verità dovrà uscire.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





