2024-03-16
L’accordo con la Tunisia funziona: arrivi di clandestini crollati del 70%
Netto calo pure sulla via balcanica. È la prova che l’immigrazione di massa si può limitare.Ieri abbiamo assistito a un piccolo miracolo mediatico. Roba modesta eh, niente di epocale, ma comunque notevole. È accaduto che a Repubblica si sono accorti che in effetti i flussi migratori si possono modificare e persino fermare. La consapevolezza è planata nella redazione del quotidiano progressista suscitando notevole sconcerto, come si evince da un articolo di Alessandra Ziniti. «Seimila migranti in Italia, dodicimila alle Canarie», ha scritto l’autorevole collega. «Basterebbero questi sorprendenti numeri degli arrivi dei primi due mesi dell’anno diffusi nell’ultimo report di Frontex per certificare che nei flussi migratori verso l’Europa qualcosa è cambiato. La rotta del Mediterraneo centrale, l’anno scorso in esplosione, con Lampedusa presa d’assalto e 155.000 sbarchi in Italia, si è improvvisamente svuotata, con un trend (arrivato a toccare il -70%) che sembra essersi consolidato da ottobre ad oggi. E persino la rotta di terra dai Balcani (anche quella in forte crescita nel 2023), segna oggi un -65% con appena 3.000 arrivi dall’inizio dell'anno». Questi numeri sembrerebbero in effetti confermati dal Viminale. L’Agenzia Nova scriveva ieri di aver potuto vedere dati aggiornati del ministero dell’Intarno, secondo cui «sono almeno 6.560 i migranti sbarcati in modo irregolare in Italia dall’inizio dell’anno al 15 marzo, con un calo del 67,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando sulle coste italiane erano arrivate 19.937 persone». Secondo il Viminale, «dall’analisi sui Paesi di partenza delle imbarcazioni emerge che, a differenza dello scorso anno, gli arrivi in Italia dalla Libia sono nettamente stati superiori a quelli dalla Tunisia. Infatti, se tra il primo gennaio e il 15 marzo del 2023 erano stati registrati 11.988 arrivi dalla rotta tunisina e 7.071 dalla quella libica, quest’anno sono arrivati dalla Tunisia “solo” 1.658 migranti (-86,1%), mentre dalla Libia 4.860 (-31,2%)». Che cosa è mai successo perché si verifichi un fenomeno di questo genere, una riduzione degli arrivi così imponente? Gli esperti del Viminale sostengono che il meteo abbia giocato un ruolo. Scrive Agenzia Nova: «Il calo generale degli arrivi in Italia va inserito in un contesto in cui le finestre di bel tempo – ad oggi il principale fattore che favorisce le partenze – nel Mediterraneo centrale sono state relativamente poche in questi due due mesi e mezzo di 2024». Tuttavia non si può attribuire una così netta diminuzione degli sbarchi soltanto al brutto tempo. Rileva infatti Repubblica che la migrazione verso l’Europa non ha rallentato: «Gli arrivi», spiegano da Frontex, «sono sullo stesso livello dello stesso periodo dello scorso anno, intorno alle 31.000 unità. Sono i flussi che hanno trovato un’al-tra strada, sulla pericolosissima rotta dalle coste del Senegal e della Mauritania verso le Canarie». Di nuovo chiediamo: a che cosa si deve tale cambiamento? Voci di Frontex dichiarano a Repubblica che «negli ultimi mesi i gruppi criminali coinvolti nel traffico di esseri umani in Mauritania hanno colto rapidamente le opportunità offerte dall’aumento della domanda da parte dei migranti sub-sahariani in transito nel loro Paese cercando di entrare nell’Unione europea attraverso le Isole Canarie». Il fatto che le organizzazioni criminali abbiano mutato le caratteristiche del loro squallido business dipende anche e forse soprattutto dalle politiche adottate dalla Tunisia. «Con il respingimento verso il deserto di migliaia di migranti lasciati a morire oltre le frontiere meridionali della Tunisia, le organizzazioni criminali si sono rapidamente adeguate, convogliando in Senegal e Mauritania migliaia di persone in fuga dall’Africa subsahariana e stringendo accordi con i pescatori dei due Paesi». Ecco il punto. I trafficanti di vite umane hanno modificato le rotte della morte dopo che la Tunisia ha iniziato a respingere i migranti. Questo ha provocato un cambiamento del tragitto verso l’Europa, e un conseguente calo verticale degli arrivi in Italia. Prima di tutto occorre dire che c’è poco da festeggiare: la macchina assassina della migrazione di massa continua a sbuffare e a macinare vittime, il che non è certo edificante né profittevole per nessuno. Volendo rimanere lucidi, però, si debbono notare almeno due questioni pregnanti. Tanto per cominciare, se i flussi mutano direzione significa - come abbiamo sempre detto e come gli immigrazionisti negano - che la migrazione di massa non è un fenomeno naturale e incontrollabile, ma è un sistema creato ad arte, è uno spostamento indotto di masse umane a fini di profitto. Il secondo elemento da mettere in luce è che, volendo, si può influire sull’operato degli schiavisti, inducendoli a modificare abitudini e rotte. Se sanno che verranno respinti o arginati, i trafficanti sono lesti a cambiare aria, come del resto era già avvenuto anni fa quando le rotte si spostarono verso la Spagna. Intendiamoci: ciò non significa che si debba lasciare morire la gente nel deserto pur di proteggere un confine. Ma se le nazioni europee - magari in accordo con quelle africane - iniziassero a adottare politiche differenti, ad esempio ragionando davvero su soluzioni di blocco coordinate, forse allora si potrebbe tentare di vanificare il lavoro dei trafficanti. Si potrebbero orientare diversamente le rotte, limitando il più possibile le mortifere traversate del Mediterraneo. Insomma, si potrebbe cercare di limitare sul serio la migrazione di massa. Invece in Europa si continua a ondeggiare fra la retorica della accoglienza indiscriminata e le aspettative velleitare su accordi che non si trovano. L’immigrazione non è un fenomeno naturale, ma artificiale, indotto, programmato e sfruttato. Si potrebbe almeno in parte guidare, ma non si vuole farlo, perché l’obiettivo ultimo delle istituzioni sovranazionali e dei paladini dell’accoglienza non è ridurre le morti in mare e i disagi a terra, ma è destabilizzare le nazioni e avere manodopera a basso costo. Lo sappiamo da tempo, motivo per cui ci addoloriamo ma non ci sorprendiamo se dei poveri cristi continuano a crepare tra i flutti.
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