2020-05-25
Giorgio Cremaschi: «Il Pd ormai difende solo i padroni»
Giorgio Cremaschi (Simona Granati - Corbis/Getty Images)
Il sindacalista dei metalmeccanici, portavoce di Potere al popolo!: «Fca è come Amazon, una multinazionale con sede all'estero: no al prestito statale. Chi l'avrebbe detto? Sono d'accordo con Calenda e non con Landini».«Una volta difendevano i lavoratori, adesso i padroni. Servirebbe la rivoluzione». Alla sinistra della sinistra, c'è Giorgio Cremaschi. Il duro e puro del sindacato metalmeccanici, oggi portavoce di Potere al popolo!, sulla delicata pratica del prestito alla Fiat sfodera l'animo battagliero dei tempi d'oro, quando guidava le occupazioni in fabbrica. «Se quei soldi partono, diventeremo la Repubblica delle banane». Quindi dà ragione a Carlo Calenda, quando dice che il governo si è «appecoronato» alle grandi imprese? «Come cambia il mondo. Mai avrei pensato di essere più d'accordo con Calenda che con Landini. In realtà quello della Fiat è un partito trasversale, che in Italia ha sempre contato moltissimo».Ma perché dovremmo bloccare il prestito di 6 miliardi richiesto da Fca? «Per decenza e dignità dello Stato, prima ancora che per ragioni politico-economiche». Ma i posti di lavoro, l'indotto da tutelare…«Basta con il ricatto dei posti di lavoro. Ho condotto contrattazioni collettive per una vita. Prometteranno mari e monti, poi ci verranno a dire che il mercato gli ha impedito di tenere fede alla parola data». E se poi chiudono gli stabilimenti?«Quel rischio ci sarebbe comunque. Stiamo regalando soldi agli Elkann per garantire i loro dividendi». Comunque le tasse sulla produzione vengono pagate in Italia…«E vorrei vedere. Le tasse le pagano anche i lavoratori con le loro buste paga. Ma la ricchezza della proprietà viene tassata all'estero in regime agevolato. La Fiat va trattata come Amazon: una multinazionale con sede legale all'estero». Anche la holding dei Benetton valuta di chiedere aiuto alle casse pubbliche. «Dovremmo togliergli subito le autostrade. Non può esserci guadagno privato su un bene collettivo». Cambiano i partiti, e cambiano i giornali. Che ne pensa del nuovo corso di Repubblica? Gad Lerner ha abbandonato la nave. «Non è cambiata molto. Prima aveva il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. Adesso si è spostato a destra anche il cuore. Un'operazione di alta chirurgia, dove la linea è diventata più sfacciata. Se la Stampa è la “Busiarda", Repubblica è diventata la “Busiarda due"». Non è proibito cambiare idea, e linea editoriale. O no? «Io faccio un ragionamento più profondo: trovo inaccettabile che l'editoria sia in mano al potere economico».E a chi mai dovrebbe essere in mano?«Abbiamo bisogno di editori puri. Quando l'editore è impuro, anche ciò che manda in stampa diventa impuro di conseguenza».Con questo decreto Rilancio il governo non sta difendendo il lavoro? «Noi stiamo dalla parte del lavoro, loro del profitto. “Andrà tutto bene", sì: ma solo per i ricchi. Siamo entrati in questa crisi pandemica socialmente indeboliti da anni di ingiustizie e tagli alla sanità pubblica». Teme ribellioni sociali?«No aspetti: io mi auguro ribellioni sociali. Anzi, sogno una vera rivoluzione socialista». Lei non si smentisce mai. «Quest'epoca ha mostrato che il capitalismo non funziona. Il 3 giugno lanceremo la nostra campagna di tesseramento rilanciando uno slogan leggendario dei primi del novecento: “Socialismo o barbarie"». Se voi siete i rivoluzionari, il premier farebbe la parte di Maria Antonietta? «Ma no, la ghigliottina per Conte è sprecata. Sono i ricchi che dovranno scendere a compromessi quando vedranno palesarsi l'ombra della ghigliottina». Conte sarebbe solo un portatore di interessi altrui, dunque?«Un onesto funzionario del potere economico. È incolore, mi sembra una reincarnazione di Giulio Andreotti. E ovviamente non è un complimento».Addirittura?«Sì, lo stampo è quello: ma senza avere le abilità del Divo Giulio. Ho la fortuna, decenni addietro, d'aver conosciuto politici veri. Quelli di mezza tacca si notano, e oggi non salvo davvero nessuno».Quindi questo non è un governo di centrosinistra? «Figuriamoci. Al governo c'è Matteo Renzi, un puro trasformista cui non pare vero di gestire tutte quelle poltrone col 2% di consensi. Uno che ha distrutto lo Statuto dei lavoratori con la riforma dell'articolo 18. Al governo c'è chi ha votato la Fornero, una legge ingiusta e feroce. Mettiamola così: in Italia la destra è sempre la destra, ma la sinistra non è più sinistra». Cioè?«Tutta la classe politica è subalterna al mondo delle imprese. In fin dei conti lo scontro politico in Parlamento è tra due destre: il Pd è una destra liberista, la Lega è una destra reazionaria e fascista. Due facce dello stesso partito».E i Cinque stelle? La rivoluzione del «vaffa» ha sconvolto il quadro politico. «All'inizio condividevamo alcune battaglie. Poi hanno ceduto al richiamo del potere. Prima di loro ci cascò anche il Pd. Ma è sempre stato così: in Italia si è combattuto contro il potere solo nel 1945 e nel 1968». Però lei e Nicola Zingaretti avevate in tasca la tessera dello stesso partito comunista italiano. «Zingaretti è molto più giovane di me, e il Pci è finito con la morte di Enrico Berlinguer». Poi si iniziò a rinnegare il passato? «Walter Veltroni dice di non essere mai stato comunista avendo fatto tutta la trafila professionale nel Pci. Io invece ero e resto comunista. A me la coerenza, a loro la carriera». Parliamo dei lavoratori. La cassa integrazione autorizzata ad aprile aumenta del tremila per cento rispetto all'anno scorso. «Conosco tanti operai che aspettano ancora i soldi. Se lavori in una grande azienda che ti anticipa la Cig, te la cavi. Altrimenti devi aspettare il pagamento diretto dell'Inps, con lentezze burocratiche vergognose. C'è gente che non vede una lira da metà febbraio». Lo Stato deve entrare nel capitale delle aziende per contribuire a gestirle? «Lo Stato non deve mettere soldi e poi cedere il profitto alle imprese. Promuoviamo l'intervento pubblico. Distruggere l'Iri è stato un crimine». Dobbiamo allevare aziende decotte a spese del contribuente? «Le aziende pubbliche funzionavano, ma sono state smantellate. Per questo oggi non siamo competitivi in settori strategici come l'acciaio e la tecnologia». Vuole la moltiplicazione delle poltrone e del malaffare? «Va bene, abbiamo una classe dirigente che ruba. Ma è come un condominio: se l'amministratore è disonesto lo cacci, ma non butti giù la casa. Magari costruisci un sistema democratico per controllare il management». Ha scritto che l'Unione europea è reazionaria, e per questo non è solidale con l'Italia. «Io rifiuto tutti i nazionalismi, e anche quello più grande di tutti: il nazionalismo europeo. In Olanda raccontano ai pensionati che perderanno i soldi per colpa nostra. Un vero razzismo antitaliano portato avanti dai paesi nordici, un pensiero marcio frutto dell'ideologia liberista».Ci siamo inchinati? «Il servilismo della nostra classe dirigente è evidente. Cambiare la costituzione, inserire il pareggio di bilancio, introdurre l'austerità: sono tutti gesti criminali. Da Mario Monti in poi, abbiamo vissuto controriforme che hanno messo in ginocchio il Paese». Ai tempi del Covid, viviamo in uno stato di polizia sanitaria? «Avrei preferito un controllo maggiore negli ospedali e nelle fabbriche, piuttosto che minacciare la fucilazione per chi fa la corsetta al parco. Anche qui, il problema è sempre quello: chi governa è debole con i forti, e forte con i deboli». Una dittatura dei virologi? «Una dittatura sconclusionata peraltro, perché dicono tutto e il contrario di tutto. È evidente che stiamo andando a tentoni. Il motto è: “Io speriamo che me la cavo"». In Parlamento è scoppiata la rissa sulla gestione lombarda dell'emergenza. «Spero in una commissione d'inchiesta per sapere cosa è successo, e gli amministratori regionali dovranno risponderne. Anzi, in ambito sanitario è il caso di togliere il potere alle regioni e restituirlo allo Stato centrale. Per ricostruire la sanità pubblica». Sul virus la Cina ci sta nascondendo qualcosa?«È vero che all'inizio Pechino ha sottovalutato, ma a differenza nostra poi ha preso delle decisioni rapide, sacrificando una quantità enorme di produzione economica. Parlare di complotti è una stupidaggine». Non è che sogna un modello cinese da applicare in Italia? «Cinese no. Magari cubano».