2020-12-09
L’infornata dem fa crollare gli ascolti di Rai1
Per la prima volta «Uno mattina» è stato superato da «Mattino 5». I telespettatori della rete ammiraglia non sembrano gradire la sterzata a sinistra dopo il cambio di cast voluto dal direttore Stefano Coletta. E anche i redattori del programma sono sulle barricate.«Il Papa non sarà in piazza di Spagna», lanciava la notizia con perentoria certezza il Tg1 delle otto. E invece c'era già stato, un'ora prima, a rendere omaggio alla colonna dell'Immacolata (che peraltro è in piazza Mignanelli a Roma, lì accanto) e aveva deposto una corona di fiori ai piedi della statua della Vergine Maria. Una tradizione che sembrava dovesse saltare per via del virus cinese, ma che Papa Francesco ha voluto rispettare a dispetto del Tg1. Chiamato Giggi1 per la devozione nei confronti di Luigi Di Maio. Hanno bucato il Papa. Per fortuna dei telespettatori, il Pontefice ha trovato sul posto alle sette una troupe del Tg Regione (Buongiorno Lazio) che ha rilanciato la news con tanto di immagini. Per completare la Waterloo dell'ammiraglia Rai, il servizio è andato in onda pochi minuti prima che il vaticanista del Tg1 insistesse nel confermare la cancellazione dell'evento. Alessandro Casarin (direttore della TgR) batte Giuseppe Carboni (direttore del Tg1) due a zero. L'episodio contiene in sé una buona dose di cattiva sorte ma è anche indicativo di una deriva che negli ultimi mesi la rete principale della Tv di Stato sta mostrando; così sensibile al potere piddino e alle fibrillazioni pentastellate (senza per questo dimenticare le fregole renziane) da disunirsi e perdere di vista le notizie più istituzionali, quelle da calendario. In questo caso anche il Santo Padre ci ha messo del suo presentandosi a sorpresa. Per tutti, non per il TgR.La giornata nera è stata completata da una gaffe di un giornalista di Rai Sport, che a Monza per una gara di rally non ha trovato di meglio che giocare sul nome del campione Ott Tanak per lanciare una pessima battuta sessista: «Donna nanak tutta tanak», aggiungendo che per ripeterla in diretta aveva vinto una scommessa da 100 euro. Era lo stesso che due anni fa aveva fatto gli auguri di compleanno ad Adolf Hitler. Tristezza infinita.La vicenda del Papa ha scatenato la reazione del segretario della commissione di Vigilanza, il renzianissimo Michele Anzaldi che vorrebbe da tempo veder sostituito Carboni con Mario Orfeo. E che su Facebook ha scritto: «Questa sarebbe l'informazione pagata con i soldi dei cittadini? Sono urgenti non solo le scuse ai telespettatori e a Papa Francesco, ma provvedimenti ai responsabili». Anche Massimiliano Capitanio (Lega) ha stigmatizzato lo scivolone: «Il Tg1 non si fa remore ad essere zerbino di Giuseppe Conte quando deve parlare della scorta della fidanzata ma snobba il Papa nel giorno dell'Immacolata. L'incidente è la riprova della necessità di un'audizione urgente del direttore Carboni in Vigilanza Rai. La gaffe è un insulto al pontefice e a chi paga il canone. Anche il Tg2 era presente. Il direttore di Raiuno Coletta e l'ad Salini smettano di fare nomine politiche e valorizzino le preziose risorse interne».Il malessere dentro Rai1 è confermato da una lettera inviata all'Usigrai, il potente sindacato aziendale, da parte di 15 giornalisti di Unomattina che sottolineano la disorganizzazione, il sottoutilizzo, la prevaricazione perché «troppo spesso le figure demandate a occuparsi dell'informazione non sono neanche giornalisti. Non è una questione di forma, ma una serissima questione di capacità ed esperienze mancanti o inadeguate». Lo scenario è di grande tensione, i redattori minacciano di ritirare le firme e gli ascolti sono pessimi. La bomba finisce direttamente sulla scrivania di Stefano Coletta, direttore di Rai1, che nel settembre scorso ha fortemente voluto portare avanti un'operazione strutturale: fare piazza pulita a Unomattina a dispetto dei buoni ascolti e del successo di simpatia di Valentina Bisti e Roberto Poletti, per immettere nel contenitore più importante della settimana il dna di Rai3, rete da cui lui proveniva. Così ha affidato il volante all'aggressiva radical chic Monica Giandotti (ex Agorà Estate), moglie del giornalista della Repubblica Stefano Cappellini, testimone di nozze l'attuale direttore del Tg3 Orfeo. Coletta ha costruito un cerchio magico molto sbilanciato a sinistra, con Giovanni Anversa, Federica Lentini, Raffaelle Sallustio e ha piazzato a coordinare tutti Isabella Angius, figlia dell'ex senatore del Pci. Come se la task force dovesse rieducare le massaie sulle note di Bella Ciao. A bilanciare il programma non basta l'ecumenismo molto professionale di un lupo di mare come Marco Frittella. Risultato, le massaie stanno cambiando canale. Abbandonano Unomattina, si tuffano sul telecomando e premono il tasto numero cinque. Infatti dopo anni di spasmodico inseguimento, Mattino 5 ha operato il sorpasso. Sembrava impossibile, il programma di Canale 5 era sempre rimasto sotto di due punti di share, adesso è sopra di uno. Nell'ultima settimana Unomattina ha lasciato sul terreno due punti rispetto all'anno scorso. È questa la conseguenza dell'occupazione militare della sinistra, con una gestione a senso unico degli ospiti, una costante perdita di identità, uno sfaldamento progressivo di quel patrimonio culturale plurale costruito a fatica e con molti buchi. Anche se non grandi come quello del Tg1 sul Papa.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)