2020-01-29
L’idillio fra Pd e sardine è una recita. In Calabria sono in guerra per il flop
Nicola Zingaretti ha ringraziato il movimento di piazza, dandogli il merito della vittoria strappata da Stefano Bonaccini. Nella regione del Sud, invece, fra dem e attivisti è polemica. Però non se ne parla per non guastare la festa.«Un immenso grazie alle sardine», ha detto Nicola Zingaretti in piena eccitazione per la vittoria del Pd a Bologna. E i giornali di area progressista l'hanno seguito a ruota, celebrando gli scambi di tenerezze fra i pesciolini di piazza e la sinistra istituzionale. Eppure non tutti, nel Partito democratico, sembrano pensarla come il segretario. Perché se in Emilia Romagna si festeggia, in Calabria volano coltellate, anche se nessuno lo raccontava. Nicola Irto, presidente uscente del consiglio regionale calabrese e consigliere dem più votato domenica, ha affidato al Corriere della Calabria dichiarazioni rabbiose. Il movimento delle sardine, ha detto, non è riuscito a intercettare «lo stare insieme, il capire, il dire qualcosa, il manifestare». Affermazione sibillina e anche un po' contorta che subito si tramuta in una staffilata: «In Calabria tutto questo non è partito. Io spero che le sardine possano dare, anche in Calabria, un contributo. Perché anche quello potrebbe aiutare la nostra democrazia, la nostra Regione a non essere relegata agli ultimi posti, soprattutto nella partecipazione al voto e nella partecipazione al dibattito politico». Insomma, per farla breve, Irto lamenta che «in Calabria sono mancate le sardine». Come a dire che la colpa, se il Pd è stato sconfitto, è dei pesciolini.In effetti, i capetti del movimento non si sono spesi molto per la Regione. Quasi non ne hanno parlato nelle scorse settimane. Mattia Santori e il gruppetto bolognese dei fondatori hanno disertato perfino la manifestazione a Riace con Mimmo Lucano, lasciando la rappresentante locale Jasmine Cristallo sola a metterci la faccia. Nel grande evento bolognese di chiusura della campagna elettorale - una sfilata di artisti e musicisti - della Calabria a malapena si è citato il nome. Lo ha fatto notare con una certa decisione Salvatore De Siena, cantante del celebre gruppo calabrese «Il parto delle nuvole pesanti». In una lettera aperta ha confidato la sua frustrazione: «Da calabrese, che da 30 anni vive a Bologna, consentitemi di esprimere la mia amarezza per la chiusura d'orizzonte di questa iniziativa. Infatti, avere lasciato fuori la Calabria da questo grande evento significa avere fatto un errore politico, significa averla abbandonata a sé stessa», ha scritto il musicista. «Noi, come Parto delle nuvole pesanti, storico gruppo calabro-bolognese, abbiamo cercato di farvi comprendere che la nostra presenza sul palco sarebbe stata importante per unire la Calabria all'Emilia Romagna e al resto d'Italia. Non ci avete ascoltato. E così sul palco non solo non c'è stato il Parto delle nuvole pesanti ma nemmeno Mimmo Lucano, eroe dell'accoglienza di Riace, nemmeno Vito Teti, il più grande antropologo che sta spendendo la sua vita per cercare di dare un senso alla Calabria, né qualsiasi altro testimone di una regione lontana, forse troppo lontana… E allora se la Calabria verrà consegnata alla Lega, se quei venti di cattiveria e malapolitica prevarranno, forse un indiretto contributo l'avranno dato tutti quelli che si sono dimenticati dell'estrema regione italiana». Questo a pochi giorni dal voto. In effetti, tra il Pd calabrese e le sardine non c'è mai stata grande intesa. Pippo Callipo, il candidato democratico alla presidenza della Regione, già a dicembre aveva manifestato un certo disappunto nei confronti dei pesciolini: «Il mio tonno è nato molto prima, ma una volta lavoravamo sotto sale anche le sardine. Quindi siamo pronti ad affrontarle. E comunque è più buono il tonno maturo e ben stagionato che le sardine». Il motivo di tanto astio è probabilmente da rintracciarsi nelle dichiarazioni di Jasmine Cristallo, che non le ha certo mandate a dire, chiedendo a ripetizione l'azzeramento della classe dirigente locale. Attacchi più che motivati, che però non sono piaciuti ai notabili regionali del Pd. Risultato: i vertici nazionali del movimento sardinesco in Calabria non si sono visti, di Calabria non hanno parlato quasi mai e adesso il Pd se la prende con le sardine calabresi (la Cristallo) per il mancato supporto. Il fatto curioso è che di queste tensioni nessuno stia parlando. Ci ha provato la Cristallo medesima con un post su Facebook pubblicato appena dopo l'uscita dei risultati elettorali: «Solo per rammentarvi che le sardine in Calabria non hanno fatto campagna elettorale e questo perché non sono state messe in condizione di farla visto il quadro frammentario», ha scritto. «Questo risultato era scontato fin da principio: si chiama matematica e non è un'opinione. Per settimane abbiamo lanciato accorati appelli all'unità perché non ci consegnassero a questa disfatta senza neppure la possibilità di competere degnamente. [...] E vi prego, smettetela di prendervela con “La Calabria" : il problema non è la nostra terra, ma una classe dirigente senza coscienza che la mortifica e svilisce. L'astensione è il risultato di un totale disincanto. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e non provi minimamente ad addossarle ad altri».Sono parole piuttosto pesanti. Ma nessuno le ha riprese. Dopo la sconfitta del Pd, Santori e gli altri capetti hanno accuratamente evitato di parlare della Calabria. Anzi sembra proprio che abbiano imposto una consegna del silenzio, dichiarando che per un po' nessuno andrà in tv o parlerà con i giornali. Un po' stupisce: come mai la Cristallo, che fino a ieri ha affrontato apertamente tutte le magagne calabresi, adesso non va in video ad approfondire le ragioni della sconfitta e a ribadire le critiche al Pd? La ragazza, nelle settimane passate, ha affrontato a muso duro Matteo Salvini, e la sua lettera aperta è finita su tutti i giornali. Non si è risparmiata nemmeno quando si è trattato di insistere sul malaffare calabrese. Adesso, però, se ne sta silente, sui «democratici» calabresi non proferisce verbo. Come mai? Forse gli altri leaderini sardineschi le hanno imposto di tacere? Il sospetto viene, e anche parecchio forte. Il malcontento monta, ma farlo esplodere non sarebbe conveniente dal punto di vista politico. Facile vincere in Emilia Romagna, facile accettare gli applausi di Zingaretti. Ma quando si tratta di mettere il dito nella piaga e di far emergere le schifezze dei dem calabri, tutti zitti. Già: mica si può danneggiare il Pd proprio durante la festicciola...