Leonardo, si avvicina il voto sull’ad Profumo. Fondi divisi sull’azione di responsabilità

Si avvicina il voto sull’ad di Leonardo, Alessandro Profumo
Glass Lewis ha suggerito agli investitori istituzionali di appoggiare l’azione di responsabilità proposta da Bluebell Partners contro l’ad di Leonardo Alessandro Profumo, Iss di bocciarla.
I proxy advisor, che indirizzano il voto dei fondi, si dividono e rendono così l’assemblea del 23 maggio (la seconda convocazione è per il 31 ) che tra le altre cose dovrà esprimersi sulle accuse al manager ligure - ancor più incerta. Quasi impossibile che passi la nuova richiesta avanzata dal fondatore di Bluebell, Giuseppe Bivona, contro l’ex presidente di Mps - il 30% di Leonardo è nelle mani del Mef che voterà contro e il Cda ha di recente respinto le accuse di Bluebell e confermato la fiducia all’ad - ma è altrettanto vero che i fondi istituzionali pesano per circa il 50% nell’ex Finmeccanica e che un eventuale voto “massiccio” contro l’attuale ad della società della Difesa avrebbe un peso non indifferente.
Ma di cosa stiamo parlando? Secondo Bluebell da anni Profumo starebbe provocando danni reputazionali al gruppo dell’aerospazio per i procedimenti giudiziari legati ad Mps che hanno portato a una condanna del manager in primo grado a sei anni reclusione per la vicenda dei derivati. «Pensiamo che il proponente possa avere delle rimostranze legittime - si legge nelle motivazioni di Glass Lewis - . Mentre la sentenza è soggetta ad appello, riteniamo che rappresenti una sostanziale indicazione che le azioni di Alessandro Profumo possano danneggiare il valore degli azionisti e che un'azione di responsabilità possa essere giustificata».
GIUDIZIO CONTRARIO
Non la vede allo stesso modo l’altro proxy, Iss, che evidenzia come «al momento, in base alle informazioni fornite dal proponente e alle informazioni attualmente disponibili e considerando che la sentenza menzionata da Bluebell può essere ancora rivista, ci sembra che non ci sia sufficiente terreno per rimuovere Profumo dal suo ruolo e intraprendere un'azione legale nei suoi confronti». Il proxy si attende che Leonardo «monitori con attenzione e rigorosamente la situazione e, se necessario, prenda le misure adeguate». La questione, conclude, «merita comunque speciale attenzione e considerazione da parte degli azionisti considerando il potenziale impatto reputazionale per la società e per la continuità della sua leadership».
Manca all’appello l’altro proxy, Frontis, che lo scorso anno aveva consigliato di votare a favore dell’azione di responsabilità, ma quest’anno non avendo clienti che investono in Leonardo non emetterà alcun report. Insomma, se l’esito del risultato è scontato, non altrettanto può dirsi per le percentuali finali. Oltre al Mef, che, come detto, detiene la maggioranza relativa con il 30% , nell’azionariato di Leonardo ci sono alcuni dei colossi globali come Vanguard, T. Rowe, Norges Bank, Schroder Investment, Dimensional Fund Advisors, Blackrock, Dnca Finance, Invesco, Pictet , Aviva, Amundi, Artemis, Natixis e attori italiani come Fideuram, Mediolanum e Generali.
Si stima che il loro peso non sia inferiore al 45%. Tant’è che l’attività di di Bluebell si sta intensificando: negli ultimi giorni il fondo si è rivolto al governo, la Mef e a tutti i principali investitori chiedendo di votare contro Profumo. Mettendo in evidenza che rispetto allo scorso anno, quando la proposta era stata respinta, è venuta alla luce una nuova vicenda grazie agli articoli della Verità. Si parla della vendita fallita in Colombia di navi e aerei militari e del ruolo da intermediario svolto dall’ex prmier Massimo D’Alema sospettato di avere legami con i vertici dell’ex Finmeccanica.